not necessarily an ordinary life

giovedì 28 agosto 2014

genova-dicevo

genova l'ho conosciuta di notte a neanche vent'anni. avevo una uno scassata, una storia appena iniziata ed eccessiva confidenza nelle curve. poi una sera la uno con me dentro non c'è stata quasi più o così mi ha raccontato la volante dietro di me.
Così non ho più visto genova di giorno per altri 15 anni. però lei mi è stata più fedele di un amante, anche se io non lo sapevo e ha trovato il modo di tornare. 
Il venerdì prendevo la macchina o il treno e scappavo letteralmente via, sulla serravalle: un'amica mi accoglieva, mi portava in giro, in spiaggia, dovunque c'era da divertirsi. io le facevo compagnia e le riempivo i weekend, lei mi faceva sentire a casa, la città mi ha sempre trattato come se veramente si potesse vivere di nuovo. ironico, o forse solo perfetto così: dove tutto era iniziato non poteva essere altro che il luogo dove tutto poteva ricominciare un'altra volta. 
ho lasciato ancora genova, perchè, diciamo la verità, se la poteva cavare benissimo da sola ;), perchè le cose cambiano e perchè certi rapporti, anche quelli con le città, si sfilacciano ma non si tagliano mai del tutto. 
giuro che non me la sono andata a cercare ancora: è stata lei a venirmi incontro un'altra volta. certe cose succedono e basta ed è così bello arrendersi all'evidenza del caso. 
quell'espressione che ho io quando torno a genova non è paura del mare scuro che si muove di notte (che so per esperienza che i tornanti certe sere si muovono molto di più): è un misto di gratitudine, allegria, commozione, libertà, pace e divertimento, è lo specchio del sorriso con cui accompagnate la focaccia e il mojito (sì, non siete poi così selvatici: voi mi sorridete e persino mi abbracciate). 
non era scontato, non è mai stata un'idea come un'altra: genova non ha i giorni tutti uguali, lei ha le vostre belle facce.
 non ho resistito alla tentazione di raccontarvi questa mia genova, questo moltiplicatore di emozioni ed energia, che io non so nemmeno descrivere tanto bene. e scusate se magari la conoscevate già: chissà quante volte hanno già provato a parlarvi della vostra città. Io ci tenevo solo a farvela vedere con i miei occhi, a farvela sentire al mio ritmo.

martedì 26 agosto 2014

Orizzonti, non confini

E' un mio enorme difetto, lo so: io sono una donna di mare e di pianura. A me l'orizzonte piace liscio; avere la vista intralciata da cime e altitudini non mi regala pace, perché non riesco a immaginare cosa ci potrebbe essere oltre. Io adoro le distese infinite, che siano acqua o pianura, magari appena appena movimentate da onde, dune o vegetazione qua e là. Perché in quell'orizzonte piatto, noioso, io ci vedo mille possibilità. Potrebbe essere sempre diverso e nonostante tutto uguale a se stesso, come il mare. Chissà quali infiniti mondi si nascondono sul limite di una linea dritta lontana. Mi piace pensarli, immaginarli, accarezzarli con la mente. In una distesa piana puoi andare in qualunque direzione: la scelta spetta a te. Devi solo lasciare la mente libera di spaziare, camminare, tornare indietro, vagare, passeggiare, correre, fermarsi. E non importerà mai il percorso, ma sempre il viaggio.

martedì 5 agosto 2014

Tutti i miei viaggi, tutti scritti in fila (gulp!)

scritti in fila su un curriculum, ben elencati, in rigoroso ordine cronologico: tutti quei chilometri mi guardano dal foglio bianco ed è come se mi chiedessero perché li ho fatti vivere. Prima erano distanze su una mappa e adesso che sono viaggi vogliono sapere che cosa li ha fatti nascere. Ognuno ha un motivo contingente, certo, una ragione sua particolare. Però sono tutti fratelli, figli della stessa curiosità del mondo e della voglia di vedere e raccontare. Partire per poi tornare: è troppo triste partire se non c'è un posto dove tornare e tornare è una condanna se non si può ripartire. 

Elenco blog personale

Lettori fissi

Archivio blog

About me

La mia foto
Io non sono nero io non sono bianco io non sono attivo io non sono stanco io non provengo da nazione alcuna io, si, io vengo dalla luna io non sono strano io non sono pazzo io non sono vero io non sono falso io non ti porto jella né fortuna io, si, ti porto sulla luna