Da una sentenza della corte costituzionale riportata dall'Espresso di questa settimana:
"avvicinandosi la nozione di fedeltà coniugale a quella di lealtà, che impone di sacrificare gli interessi e le scelte di ciascun coniuge che si rivelino in conflitto con gli impegni e le prospettive di una vita comune"
Oh accidenti, davvero? Io non lo so, signori della corte. Bisogna davvero rinunciare alle aspirazioni personali se il coniuge non è d'accordo? Essere leali verso una persona significa rinunciare a quei progetti che non la contemplano? Io pensavo che significasse cercare il più possibile di darle una mano, qualunque cosa decida di fare, persino di lasciarti, pensavo che significasse lasciarla libera di realizzarsi, di essere se stessa.
Esempio pratico 1:
Una mia amica medico aveva un compagno dai tempi del liceo. Voleva imparare ad operare in America. Ci doveva rimanere un anno, è stata via per due. Poi le hanno offerto di specializzarsi ulteriormente in India, per sei mesi. E' tornata ed è stata subito assunta, ma il suo compagno, rimasto qui in Italia, non l'ha mai veramente perdonata. Ora non sono più insieme e qualcuno sostiene che ha sbagliato. Io la difendo. Di che cosa dovrebbe pentirsi la mia amica? Di aver seguito le sue aspirazioni? Di essere quella che è, un medico coscienzioso che voleva imparare a fare bene il suo mestiere, senza compromessi? Di aver preferito un'esperienza unica che probabilmente non avrebbe mai potuto più fare? Lui avrebbe potuto seguirla e condividere con lei quegli anni. Ha scelto di rimanere qui, liberamente. Chi è in conflitto con le prospettive di una vita comune?
Esempio pratico 2:
Un mio amico è sposato con una ricercatrice e ha una figlia. Lui ha uno studio a Milano. Lei ha trovato un contratto a Helsinki e vive lì con la bambina, dopo un periodo a Firenze. Non hanno problemi economici, lei potrebbe tornare quando vuole. Nei panni del mio amico, io non me la sentirei di chiederle di rinunciare alle opportunità migliori.
Forse sono io l'idealista, signori della corte. Io sogno persone che accettino le altre per quello che sono, senza pretendere di ingabbiarle, di sacrificarne interessi e opportunità. Io mi sentirei in colpa per tutta la vita e anche un po' dopo se mai dovessi forzare le scelte di qualcuno. Io pretenderei che il mio compagno mi lasciasse la libertà di vivere quello che voglio, di essere come sono, di andare. Per poi decidere di non partire o di tornare all'improvviso, ovvio, come potrei resistere a qualcuno così?