not necessarily an ordinary life

domenica 30 gennaio 2011

ho visto anche gli zingari felici

Sono una zingara apolide che da bambina voleva vivere in albergo.
Al Ritz! Avrei osservato dietro una tazza di caffè bollente tutta quella bella gente elegante coi bauli di Louis Vuitton salutare Coco Chanel.
In una pensione da quattro soldi di una città americana! Avrei cercato di far capire a uno di quegli investigatori privati con l'impermeabile che l'assassina non ero io.
Al Danieli! Sarei scesa in gondola durante il carnevale, con una di quelle maschere fantastiche
In un motel sulla route 66! Avrei visto Jack Kerouac o più probabilmente il suo spirito aleggiare
In una locanda sul Nilo! A mangiare focacce con i contadini
Al Waldorf Astoria! A uno di quegli splendidi balli a tema che non si usano più
Io mi trovo bene nelle stanze non mie. Negli alberghi di tutto il mondo ho sempre trovato persone gentili e sempre incontrato amici assolutamente per caso.
Anche gli zingari apolidi sono felici, a loro modo, quando tornano a casa. Perchè sanno che da lì ripartiranno, prima o poi. Perchè sanno essere le persone più fedeli del mondo, se non li si costringe a restare.

I'm not worth it, you see...
Wherever I lay my hat, that's my home

mercoledì 26 gennaio 2011

buonanotte

Ci sono sere in cui preparo valigie e non ho sonno, in cui disfo bagagli, esco a cena, torno, ne chiudo altri e non è mai tardi.
Mi chiedo solo: ma tu, tu cosa fai per dormire la notte?
So già come finisce: leggo le ultime pagine del giornale sul divano e mi risveglio in piena notte o quasi mattina coi vestiti addosso, i segni della stampa sulle mani e il neurone occupato da un sogno che se ne è appena andato.

I woke up in my clothes again this morning
I don't know exactly were I am
I should heed my doctor's warning
He does the best with me he can
He claims I suffer from delusion
But I'm so confident I'm sane

E non ti preoccupare, se mai ti ha lontanamente sfiorato l'idea, io sto bene. Ma non voglio andare a letto.
E insomma, che importa, io i miei sogni te li avrei raccontati in cambio di niente ma tanto non mi dirai come fai a prender sonno. Io un'idea la avrei, ma ho perso l'occasione per raccontartela o forse non l'ho mai avuta.

martedì 18 gennaio 2011

che la forza sia con voi! (la nebbia e i cavalieri)

In fondo a me piace la nebbia. Sarà perchè ci sono nata. Sarà perchè mi sembra di stare in uno dei miei adorati racconti di fantascienza: nessun contorno netto, nessuna strada definita, l'imprevedibile dietro ogni angolo. Poi la nebbia nasconde tutto, così come fa la luce piena del sole. Nasconde me, le lancette dell'orologio che ho smesso di portare, l'orizzonte che è sempre così lontano, un passo più in là delle mie gambe troppo corte. La nebbia è in fondo uguale a quando mi alzo al mattino senza occhiali: nessun confine, nessun riferimento. Guardare senza vedere, immaginando e potendo contare solo in quello che vede la tua mente. Mai sognato di essere un cavaliere jedi?

lunedì 17 gennaio 2011

taxi driver

Il tassista è un uomo anziano che mi racconta di quando saliva a Varese per andare a lavorare in svizzera. Guida una vecchia berlina con i sedili in pelle nera di cui non oso immaginare l'effetto sotto il sole di Catanzaro e la frizione che gracchia ogni volta che viene premuta, cioè mai quando servirebbe. Gli racconto che anche io sono scesa in treno fin qui, un anno che ero andata al mare vicino a tropea. La mattina mi alzavo all'una, facevo colazione con l'amatriciana e non facevo altro che mangiare e stare a letto. Per dormire mi dondolavo sull'amaca. Ma avevo vent'anni, i capelli corti e un uomo compiacente.
Il tassista è arrivato in aeroporto e magari non sarà joe le taxi (d'altra parte nemmeno io sono vanessa paradis) ma immagino lo stesso che possa portarmi in tutti i petit bars, tutti i coins noirs lungo la senna. Cosa non darei per avere una carta d'imbarco per parigi, quella Parigi magica che si vede in Inception. Il tassista mi saluta, io mi devo imbarcare per tornare a malpensa. Tropea e Parigi aspetteranno un altro po', io sono stanca e voglio sognare nel mio angolo di letto. Pas vrai, vorrei un'amaca appesa a un palazzo ripiegato come nel film. Pago il taxi, buonanotte.
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lunedì 10 gennaio 2011

non dire una parola!

Potresti scambiare due parole con me, sai? Se avessi un po' più di coraggio te lo direi sul muso, ti inchioderei al muro, ti griderei di tutto e poi ti lascerei lì, muto. Ma mi hanno dotato di poco fisico e troppe premure. E non so se ne vale la pena e tanto comunque probabilmente non ti interesserebbe e poi accidenti sarei così poco credibile. Perché con te appoggiato al muro e me pochi centimetri sopra, mi verrebbe in mente di tutto, ma parlare proprio no.
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sabato 1 gennaio 2011

la lista

blackberry e htc, che magari qualcuno ha campo..
una nuova playlist, che non si può stare senza musica
la guida, che tanto lo so che mi perdo
un taccuino e una matita, che sono grafomane
il bancomat e la carta di credito, che i contanti non fanno per me
il passaporto, che purtroppo serve sempre
la canon, che mi segue fedele
una scorta adeguata di magliette, mutande e reggiseni, tutto nero e bianco, che si abbinano in fretta e senza sbagliare
calze di filo di scozia, che si lavano in un attimo
un paio di scarpe per camminare e uno per cenare, che sono le due attività principali
un paio di pantaloni neri e uno blu, che mi stanno bene sempre
un golf nero, uno blu e uno rosso, che vanno con tutto
una sciarpa, che porto se ho freddo anche sopra il golf
una borsina a tracolla, che così non la lascio in giro
un libro di racconti di fantascienza, da leggere piano piano
una matita nera per gli occhi, un mascara e un rossetto rosso, che è sufficiente
un paio di orecchini scenosi e un anello importante, che risolvono qualsiasi mise un po' noiosa
un pezzo di sapone delicato, che serve per tutto
una crema idratante, che senza la pelle tira
il neurone, che da solo si annoia e io lo porto sempre a spasso con me,
lo spazzolino, che non ti puoi far prestare
una mente aperta, un sorriso e il cuore leggero, che sono la cosa più importante e non pesano nulla poi
that's all
(poi dicono come faccio a non imbarcare mai il bagaglio)

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Io non sono nero io non sono bianco io non sono attivo io non sono stanco io non provengo da nazione alcuna io, si, io vengo dalla luna io non sono strano io non sono pazzo io non sono vero io non sono falso io non ti porto jella né fortuna io, si, ti porto sulla luna