not necessarily an ordinary life

martedì 28 dicembre 2010

se una regola c'è

è che ho sempre sbattuto il muso. Il mio muso.
è che poi il chirurgo plastico l'ho sempre dovuto fare da me.
è che dopo ancora mi sono sempre detta che avrei dovuto studiare chirurgia maxillo-facciale
è che, insomma, questa dannata regola chiedila a me
a me tra poco danno la laurea honoris causa in medicina ricostruttiva dei musi infranti.

domenica 26 dicembre 2010

Happy Christmas!

Accidenti, Natale mi ha preso di nuovo in contropiede. Non che non sappia che arriva ogni anno, eh. Sono distratta ma mica fino a questo punto. In ogni caso ci penserebbero amici, giornali e pubblicità a ricordarmelo, non sfuggirei. Tutti gli anni mi dico che sarò attenta e puntuale e tutti i santissimi anni arrivo in ritardo. Ma io sono in perenne anticipo sul ritardo, nel senso che cerco di anticiparlo con mille mosse e trucchetti e poi sono sempre-diciamo così-sul filo della puntualità. Quei 5 minuti che non cambiano la vita, diciamocelo. Del resto, mi sono abituata con Alitalia e Trenitalia, che concedono quel tempo prezioso affinchè nelle stazioni e negli aeroporti ci si possa dedicare a tutte le attività piacevoli della vita che nella quotidianità si fa fatica ad infilare: leggere, ammirare il paesaggio, chiacchierare, scrivere, mangiare, provare nuovi profumi, truccarsi, passeggiare. Quindi mi sono abituata a riempire ogni interstizio spaziotemporale di impegni vari e poi giocoforza le lancette camminano e io corro loro dietro (sui tacchi, rigorosamente sui tacchi perchè amo le cose non facili).
Comunque, tutto questo preambolo significava solo che volevo scrivere un post di auguri e non è più Natale. Pazienza, mi hanno insegnato che gli auguri sono sempre graditi e che a caval donato non si guarda in bocca. E anche un sacco di altre cose, naturalmente, ma magari ve le racconto in un altro post, altrimenti vi stancate di leggere e mi mandate a quel paese. Non sarebbe carino, ammettetelo. Bando alle ciance, si inizia.
Io quest'anno volevo spedire tanti pensierini. Solo perchè sappiate che tante volte non ho tempo e modo di raggiungervi con i 5 sensi, ma che la mia mente è sempre con voi (e ve la vedete voi poi col neurone e con le sue iniziative personali).
Ai miei amici del lab circus, perchè un gruppo così io non l'ho mai più trovato e se avessi la possibilità di tornare indietro, io lo farei solo se ci foste anche voi
Ad un amico, perchè è l'unica persona con cui ho litigato, anche se lui non se lo ricorda
Ad un'amica che ha la forza e il coraggio di decidere per il bene di un'altra personcina
Ad un'amica che l'anno scorso si è comprata un anello di fidanzamento da sola: ha portato fortuna!
Ad un amico che mattone dopo mattone si sta costruendo una vita diversa
Ad un amico che ha realizzato un sogno in un pomeriggio: non vedo l'ora di vederlo
Ad un'amica che vorrebbe cambiare vita e tornare a casa: quando succederà, mi mancherai, lo sai
Al coinqui della suddetta amica che ogni volta mi riempie di complimenti
Al mio scenografo preferito, mille altre serate con te e l'altro pazzoide a raccontarsi fantasie
Ad un amico che ho visto due sole volte ma lui sa che io gli voglio bene
Alle mie amiche del mare, che non speravo più di reincontrare ed è stato un regalo inaspettato
Alle mie indomite amiche dell'università, persone buone e coraggiose
Alle amiche ex colleghe, disperse nel vasto mare farmaceutico ma sempre disposte a reincontrarsi per brindare
Ad una mia amica che si riconosce nelle mie parole: grazie, vedrai che ci reincontreremo
Ai miei colleghi, che son belle persone ed è tanta roba
Ad una mia amica che adesso ha una nuova vita e un nuovo studio: la realizzazione vivente del "volere è potere"
Ad un amico ritrovato dopo 18 anni: poi dicono che fb non serve...
Ai miei fantastici vicini, che si prendono cura di me
Ad un ex ormai amico e alla sua compagna: so che siete felici e tanto basta
All'equipaggio che mi ha portata in barca: complimenti al fegato, in tutti i sensi...
A tutti gli amici in una città lontana: mi mancate
Alla #gentediuncertolivello: mi tenete compagnia e mi fate ridere: son cose!
A tutti coloro con cui ho condiviso serate, aperitivi, chiacchierate, passeggiate: grazie
Last but not least, alla persona che ha realizzato un mio sogno, una notte d'estate. smack!
Io sono una gran distratta e spesso non ho tempo e mi dimentico, però ci sono eh. Voi questo non lo dimenticate mai, mi raccomando.

domenica 12 dicembre 2010

e allora mambo!

anche lui quella sera
rideva e sembrava sincero
io avevo tacchi, spilli, orecchi
anelli, amici e tricchi tracchi
mi guardava sicuro
e io a vedermi mettevo paura
ma lui mi dice in un orecchio
vieni andiamo giù a balàr

l'albero di Natale

Sto addobbando un alberellino alto forse mezzo metro con delle tradizionalissime decorazioni di legno rosso a forma di stelle, stelline, stelle comete, fiocchi che sembrano stelle. Le ho comprate a Innsbruck e mi ricordano un weekend di due o tre anni fa a fine novembre con una delle mie migliori amiche, così strutturato:
Giovedì mattina: parto per Palermo
Giovedì sera: torno da Palermo, passo a cambiarmi, vado alla festa della mia amica che cambia lavoro e si trasferisce a Genova
Venerdì mattina-ore 3: la mia amica mi chiama, ha perso il portafoglio
Venerdì mattina-ore 5: la mia amica mi richiama, ha ritrovato il portafoglio
Venerdì mattina-ore 7: la mia amica mi passa a prendere
Venerdì pomeriggio: arriviamo a Merano, meritatissime terme. Due tizi ci fanno da guida, quasi svengo al passaggio sauna-esterno con neve (dato che alle terme di Merano si va senza costume, figuriamoci l'accappatoio)
Venerdì sera: crolliamo davanti a uno stinco al forno, rinunciando alla serata coi tizi
Sabato: partiamo per Innsbruck, visita al mercatino, cena tirolese
Domenica: nevica, non si vede un tubo, tra imprecazioni varie arriviamo alla frontiera, ovviamente ci fermano
Domenica a pranzo: Bolzano, classica Stube, ottima birra
Domenica sera: rientro
Non mi ricordo più se il lunedì dopo ero ancora in trasferta o in ufficio, so soltanto che è stato uno dei we più divertenti che abbia mai passato.

giovedì 9 dicembre 2010

the secret marriage

No earthly church has ever blessed our union
No state has ever granted us permission
No family bond has ever made us two
No company has ever earned commission
No debt was paid no dowry to be gained
No treaty over border land or power
No semblance of the world outside remained
To stain the beauty of this nuptial hour
The secret marriage vow is never spoken
The secret marriage never can be broken
No flowers on the alter
No white veil in your hair
No maiden dress to alter
No bible oath to swear
The secret marriage vow is never spoken
The secret marriage never can be broken

Io ai matrimoni mi diverto un sacco, specie se non conosco nessuno e se c'è un'orchestrina jazz. Però mi sento sempre un pochettino a disagio, come se in fondo in fondo non sapessi bene cosa ci faccio lì. E' difficile da spiegare. Ci riesce meglio Sting. Una promessa è una promessa, anche se non ha veli, vestiti bianchi, giuramenti, o qualunque altra cosa che la renda manifesta a tutti gli altri e si fa di tutto per mantenerla, finchè ci si riesce. Per questo portavo un anello ma non ho mai firmato da nessuna parte. Per questo quando vedo gli sposi, io sono felicissima per loro, perchè si intuiscono lampi di pura gioia nei loro occhi, ma mi domando in un angolino del neurone:
What the hell I'm doing here,
I don't belong here.
E subito dopo mi chiedo se non abbiano ragione loro.
I'm a creep

domenica 5 dicembre 2010

going live now!

Come tutte la decisioni che prendo, anche questa è presa d'istinto, senza pensarci troppo. Da ora in poi, questo blog sarà un po' più pubblicizzato di quanto lo sia mai stato da due anni a questa parte.
A chi legge, siate gentili.

PS: ho un solo commento per tutto quello che è successo in questi giorni:
hey, I've got the news tonight, well
should I laugh or should I cry, should I stay and fight?

giovedì 25 novembre 2010

c-c-c-changes!

Ma tu guarda, come è facile sentirsi un po' più leggeri. Bastava una firma e vedo tutto sotto una luce diversa. Ora posso persino rilassarmi, ora posso persino camminare per i corridoi a testa alta e sorridere e offrire biscotti, ora posso persino confinare in un angolo del cervello tutto il resto. Tutto ciò che verrà di buono, se mai sarà offerto, lo prenderò: hai visto mai che magari è la ricetta migliore.

domenica 21 novembre 2010

Wait for me

La prossima settimana dovrebbe arrivarmi una lettera ufficiale di conferma. 6 mesi sulle montagne russe, dal paradiso all'inferno e siccome mancava il purgatorio, ci sto facendo una capatina adesso. Se la permanenza dipende dai peccati che ho commesso prima, dei 7 vizi capitali non ne ho mancato uno per sbaglio.
1-superbia: pensavo di arrivare ed essere abbastanza brava e invece no
2-avarizia: pensavo di tenere qualcosa per me e invece va condiviso tutto, idee, conoscenze e tempo compresi
3-lussuria: anche i pensieri e i sogni valgono, quindi non ho scuse
4-invidia: non capisco come potrei esserne oggetto, io che invidio tutti quelli che conosco, perchè da tutti ruberei qualcosa che mi manca.
5-gola: altrimenti non si capisce com'è che ho cambiato taglia
6-ira: ce l'ho con me stessa, perchè non ho capito qual era il mio perchè
7-accidia: altrimenti sarei a lavorare o in palestra anzichè seduta su una sedia a scrivere
Visto che il catalogo potrebbe continuare, faccio atto di contrizione e mi metto buona buona nel mio purgatorio.
Wait for me.

domenica 14 novembre 2010

-3

-3 giorni all'ufficialità della conferma. Sono riuscita a convincere il mio capo. Wow. Fra tre giorni, non sarò nemmeno a casa, sarò in viaggio con una collega a cui devo dei ringraziamenti e a cui non potrò spiegare nulla. Potrò solo dire che sì, ce l'ho fatta e che sono contenta e che ci tenevo. E' la sacrosanta verità, ma solo un pezzo. Non potrò invece buttarmi in un casquet in mezzo alla strada senza nemmeno rovesciare la birra. Sarà stato il fatto che ero io che mi fidavo di chi mi sorreggeva.


Lo rifarei.

giovedì 11 novembre 2010

novembre è troppo triste

Adoro le luci della città quando si approssima l'inverno. Ecco appunto, non si potrebbe saltare direttamente a Natale?

mercoledì 10 novembre 2010

non cambio casa, ma...

e stasera voglio uscire
che mi facciano parlare
voglio ridere e voglio bere
io stasera cambio amore
è tutto qui.
Ma sapere dove andare
è come sapere cosa dire
come sapere dove mettere le mani
e io non so nemmeno se ho capito
quando t'ho perduto (se mai ti ho avuto)..
...e mi trova che non ho concluso niente
io l'amore l'avevo in mente
ma ho conosciuto solo gente
e posso solo andare avanti
fintanto che nessuno è come me.

lunedì 8 novembre 2010

lunedì

E' una di quelle giornate in cui hai aperto l'armadio e messo il primo maglione sullo scaffale, ti sei pesata e la bilancia non ti è amica, il posto sul pullman era solo in piedi, pioviggina, hai una settimana senza trasferte. E poi succede esattamente come quando ti chiedono: non pensare a un orso bianco! e tu hai già la testa sulla banchisa polare, ma con la differenza che io gli orsi bianchi non li ho mai visti dal vivo e me li immagino soltanto, il ricordo è fatto di cinque sensi e non riesce a svanire come le famose lacrime nella pioggia. Ci provo eh.

mercoledì 3 novembre 2010

playlist for days like these

Rain-Madonna: sussurratela: Feel-it-on-my-fingertips, your-love's-coming-down-like-rain. Poi ditemi se non vi viene voglia di uscire sotto la pioggia. Call me a fool, but I know I'm not.

Rain-terence trent d'arby: pioggia, vai via, vai via, torna un altro giorno...

I wish it would rain down-phil collins: quando ti rendi conto che hai deluso qualcuno. O che per qualche motivo hai la sensazione che non stringerai più una certa persona fra le braccia. E sospetti che senza di te stia anche meglio. Non ci vorrebbe un po' di pioggia in quei momenti?

Kiss the rain-billie myers: perchè sei vicino ma sembra che tu sia così lontano e sembra che tu mi manchi più di quanto io manchi a te. e sto tentando di spiegarlo. e se sapessi cosa mi immagino, te ne andresti, vero? Ma ricordati che la notte è vuota per me e per te e se non riesci ad aspettare l'alba bacia la pioggia. (ottimo consiglio)

purple rain-prince: non ho mai voluto essere per te l'amante di un weekend, solo un qualche genere di amica, non ho mai voluto rubarti a qualcun altro, se qualcun altro ci fosse. ma sto mentendo, la verità è che volevo solo vederti sotto...una pioggia di porpora.

Have you ever seen the rain?-creedence clearwater revival: l'avete mai vista eh? yeah!

Piove su noi-enrico ruggeri: Scrive e nasconde qualsiasi pensiero; quando sta in casa è sola davvero. E lì c'è la sua parte migliore, ma fa tanta paura doverla guardare. Vive aspettando che arrivi un orario; cambia il suo treno ma non il binario. Quanto le fanno piacere certe parole dette per dire. Le piace farsi accarezzare senza fretta;se si lascia andare è solo per amore.
Cosa c'entra la pioggia? mah, non l'ho scritta io...

Stormy weather-billie holiday: è tempesta, quando io e il mio uomo non siamo insieme. E se lo dice con quella voce...

California dreaming-mamas and papas: cielo grigio su, foglie gialle giù. e tanto freddo fuori e dentro me.

here comes the rain again-eurythmics: voglio camminare nel vento, parlare come un'amante, immergermi nel tuo oceano. ok, è melensa, ma annie lennox non la faceva sembrare sdolcinata

raindrops keep fallin' on my head-burt bacharach: eh no, la pioggia non si ferma solo perchè ci si lamenta. in bici con paul newman però è più facile, dai.

november rain-guns 'n roses:
If we could take the time to lay it on the line
I could rest my head
Just knowin' that you were mine
All mine
So if you want to love me
Then darlin' don't refrain
Or I'll just end up walkin'
In the cold November rain

Do you need some time
On your own
Do you need some time
All alone
Everybody needs some time
On their own

And when your fears subside
And shadows still remain
I know that you can love me
When there's no one left to blame
So never mind the darkness
We still can find a way
'Cause nothin' lasts forever
Even cold November rain

Don't ya think that you need somebody
Don't ya think that you need someone
Everybody needs somebody
You're not the only one
You're not the only one

novembre. piove. ci arriva la musica, dove non arriva il resto.

venerdì 29 ottobre 2010

doveroso omaggio

ok amico, sarà anche vero che sono meno critica di una volta. Ma solo perchè mi piace il Natale e mi diverto alle feste aziendali? E perchè vado al cinema a vedere la riedizione di Ritorno al futuro? Io non ho mai pensato che ti stanno costringendo a essere felice, ho solo iniziato col lasciar perdere le critiche e sorridere. Che i cavalieri senza macchia e senza paura non sono così cinici.
Però poi entrambi usciamo col portafoglio vuoto e i soldi li usiamo per le birre e un CD di blues e poi dobbiamo contare le monetine per dividerci l'ultima guinness. E mi riaccompagni alla macchina, mi guardi e mi dici: -ma a te chi ti butta giù?-
nessuno, amico, se fai tardi con me dividendo musica e medie.

mercoledì 27 ottobre 2010

pain is the price you pay

come lo so che (si) può cambiare
dopo si dice l'ho fatto per fare
ma era per non morire

Si dice che bello tornare alla vita
che mi era sembrata finita
che bello tornare a vedere
e quel che è peggio è che è tutto vero
perché

La costruzione di un amore
spezza le vene delle mani
mescola il sangue col sudore
se te ne rimane

La costruzione di un amore
non ripaga del dolore
è come un'altare di sabbia
in riva al mare

martedì 26 ottobre 2010

l'elefante e la cristalleria

Credo di aver passato gli ultimi tre mesi come il classico elefante nel negozio di cristalli. Non era nelle mie intenzioni. Però ero solo sincera, un po' irruente, istintiva ma onesta. Dovevo ascoltare, invece di partire sparata come il mio solito. Ma ho delle sorprese, ancora. Se servirà più tempo, ho tutto quello che ci vuole e degli elefanti ho anche la pazienza, se occorre.
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domenica 24 ottobre 2010

un tuffo dove l'acqua è più blu

Quando ti tuffi e vai giù poi risali, è una questione di fisica. Qualche volta ti tirano un salvagente, qualche volta devi nuotare, qualche volta ti dai una spinta con gambe e braccia, qualche volta ti aggrappi alla prima cosa galleggiante alla tua portata e qualche volta annaspi. Poi torni a galla, non ho mai dubitato delle leggi fisiche ;)
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domenica 17 ottobre 2010

...

-1 mese e non vi ho convinto.
pare che non abbia convinto nessuno in questi mesi se non per un momento.
dove lo trovo adesso uno straccio di motivazione?
Believe in me
Help me believe in anything
I want to be someone who believes

domenica 10 ottobre 2010

you oughta know!!

Well I'm here to remind you of the mess you left when you went away
It's not fair to deny me of the cross I bear that you gave to me
You oughta know!

Sì, lo dovreste sapere cosa si prova quando qualcuno vi sceglie, poi se ne disinteressa. O peggio, quando i colleghi dicono che così proprio non va bene. Dovreste sapere cosa significa aver ottenuto qualcosa a cui tenevate molto e averlo perso subito dopo, una, due volte, praticamente sempre. E' molto peggio che non avere mai stretto niente tra le mani. Lo sapete di sicuro cosa si prova quando qualcuno pensava valesse la pena darvi una possibilità e poi vi fa capire che non valete la sua fiducia. Lo dovreste sapere e sono sicura che lo avete provato e non dite che così va la vita perchè non è che così fa meno male. Dovreste ascoltarmi quando mi manca il respiro, dovreste vedermi quando abbasso gli occhi perchè ho paura di guardare nei tuoi, dovreste afferrarmi le mani per farle smettere di tremare quando prendo un modulo e sono indecisa su come compilarlo, dovreste pedalare insieme a me fino a farvi bruciare i polmoni (certo lo smog aiuta), dovreste offrirmi una bottiglia di martini per una di quelle serate da non ricordare, dovreste camminare con me sotto la pioggia, dovreste ballare con me tutta la notte fino a crollare, dovreste chiudere gli occhi insieme a me e aiutarmi a urlare. Io da sola non ci riesco, vorrei solo avervi lì davanti e gridare:
you oughta know, oughta know.

sabato 9 ottobre 2010

friday night

vestito leggero, buona musica, scarpe rosse tacco 12, chiodo nero. Ma sono sempre i tuoi occhi che vedo tra la gente. Allora chiudo i miei, ringrazio, esco, guido al buio. Oppure rientro, ballo fino a non pensarci. Poi tanto ho tanta strada da fare e li devo riaprire in ogni caso. Buonanotte.

domenica 3 ottobre 2010

la fortuna e la luna giocano a scomparire...



per poter ritornare qui!

giovedì 30 settembre 2010

I'm not perfect

E' buffo. Non ho nulla di perfetto. Stento a credere che anche solo una persona al mondo creda che io lo sia. E' ironico, crudele, beffardo che mi vediate come una bambolina inappuntabile, che i miei punti di forza diventino una gabbia dorata. E' davvero un po' troppo ironico pensare che quelle che ho sempre considerato le mie migliori vittorie siano le mie peggiori nemiche.
What you don't have you don't need it now.
Non è mai stato vero. E più me lo ripeto, più arrivo alla conclusione che è proprio quello che non ho quello di cui ho bisogno.
Touch me
Take me to that other place
Teach me
I know I'm not a hopeless case

Avete mai pensato di dare un'occasione anche a chi pensate che non ne abbia bisogno?
Potrebbe stupirvi.

I’m more than some pretty face beside a train
It’s not easy to be me
It may sound absurd…but don’t be naive
Even Heroes have the right to bleed
I may be disturbed…but won’t you concede
Even Heroes have the right to dream
It’s not easy to be me

domenica 26 settembre 2010

la matematica non condanna, ma aiuta...

Sei un'ingenua, un'inguaribile maledettissima ingenua che ascolta gli altri ma poi fa di testa sua e sbaglia praticamente sempre. E poi si consola sapendo che il tempo ci metterà una pezza, perchè rende tutto più accettabile. Pensi che quello che ottieni dipende dalle tue azioni. Ammesso che siano quelle giuste, non ti ricordi mai che spesso non bastano. Dici che c'è sempre un modo. Sei un'illusa: dovresti ricordarti che se anche esiste, potrebbe non essere praticabile, o potrebbe semplicemente non valer la pena cercarlo. Dovresti averle studiate, queste cose. Sapere che qualcosa è teoricamente possibile non implica che ci debba buttare a capofitto nel suo ottenimento. E poi sei contraddittoria. Sostieni che una possibilità ci sia ma te ne stai lì ad aspettare. Ti lanci in avanti senza sapere bene mai cosa aspettarti e quindi poi ti fermi: e adesso? E adesso accetti le conseguenze: hai scommesso, sembra che tu abbia perso. Avresti dovuto metterlo nel conto. Mica sarà la prima volta, no? Basta che non ti metti a cianciare di possibilità e di non mollare. Queste cose lasciale agli allenatori quando dicono che la matematica non condanna. Noi lo sappiamo, che lottare con i mulini a vento non è impossibile, è inutile e ci si rende ridicoli. Oltre a sprecare tempo, che ne hai già sprecato un'enormità.
Time passes quickly and chances are few.

domenica 19 settembre 2010

it's a beutiful day

c'era un cielo pieno di nuvole stamattina, per non parlare del diluvio di ieri. ora persino da un appartamento al primo piano di una cittadina a nord di milano si vede solo azzurro. ora prendo il bolide e pedalo lungo il canale. ora penso solo che se c'è un mondo dove esistono woody allen, i colori dell'alba sul lago, le luci delle città riflesse nelle nuvole, david bowie, il vento quando pedalo, il mare, i locali dove ascolti jazz e guardi le partite di hockey, i racconti di ray bradbury, anime buone che si chinano su di te anche per una notte soltanto, io non voglio essere da nessun'altra parte. ora esco.

sabato 18 settembre 2010

IT and me

IT vicini e lontani, tutto quello che seguirà è detto con la massima stima: sono stata 15 anni con uno di voi e uno dei miei migliori amici è tra voi da quando ha finito l’università (ho paura a contare gli anni…). Ma tra voi, non dovete negarlo, albergano alcune perversioni:
-quelli che pur essendo in ritardo per la cena ti portano a visitare la sala server del loro ufficio ( e tu fulmini con lo sguardo il custode che lancia occhiate)
-quelli che a prescindere dal problema ti chiedono se hai attaccato la spina (ci sono quelli che rispondono dove?)
-quelli che ogni tanto, format C: (così, per divertirsi in anonimi pomeriggi invernali)
-quelli che oh ma hai downcloccato il processore? (e se non la considerassi una necessità impellente?)
-quelli che per giocare mezz’ora ne perdono due a collegare in rete i PC (e poi perdono pure al giochino..)
-quelli che oh ma ti ricordi quando l’AD ha tirato giù il contatore per fare una prova, l’ha rimesso su e non funzionava niente? (eh, una libidine, sai che risate subito dopo?)
-quelli che prendono appunti con l’iphone (e gli si spegne…)
-quelli che il collaudo mica lo pretendi con tutte le specifiche, no? (ma va, che collaudo è sennò?)
-quelli che fanno siti web di notte con funzionalità pazzesche per gente che non sa schiacciare ON (beh, questo lo ammetto, è frustrante)
-quelli che basta eliminare il bottone, al codice poi ci pensiamo..(per la serie, basta che il cliente non lo sappia)
-quelli che alla fine della serata: sei tu l’esperta di C sharp? (si vabbè, capito tutto..)
-quelli che ti spiegano cosa potresti fare con un qualsiasi programma mentre tu vorresti solo che non si impallasse (si chiamano requisiti minimi….)
-quelli che ti spiegano quello che vorresti fare e non hai mai osato chiedere a un programma (per la serie, basta che funzioni)
-quelli che no, impossibile che si sia piantato, sei sicuro? (e c’è la bomba nella finestra)
-quelli che eh ma l’imac, l’ipad, l’iphone, steve jobs…(io avevo un Mac quadra, bello!)
-quelli che…
oh yeah!

(ringrazio i 3 colleghi del mio amico per avermi regalato del materiale durante una cena, il mio amico ovviamente, chi mi ha suggerito l’idea delle perversioni IT, gli informatici che mi hanno rallegrato la vita e quelli che continuano a farlo)

venerdì 10 settembre 2010

amo il mio lavoro

-ore 615. sveglia. Sveglia? Naaaaa
-ore 630. sveglia. Ok, se proprio.
-ore 640. la sveglia comporta l’alzarsi dal letto. Ma dai?
-ore 700: lo stendino mi reclama come forse nessuno nella mia vita. Resisto. Sono una donna forte e consapevole: non mi farà cedere uno stendino qualsiasi.
-ore 730: fermata del pullmann. Buongiorno, giornale, appisolamento. Se non mi viene una buona idea qui, non arriverà mai più oggi.
-ore 830: ufficio. Caffè. Tra un’ora devo andare. Mail arretrate, stampa documenti, saluti. Prenoto i treni per domani
-ore 1000: ospedale. Mi lasciano da sola con cartelle pazienti mai visti e scheda raccolta dati elettronica e 4 faldoni di documenti da aggiornare. Serve aiuto? Mmm, mah?
-ore 1200: accesso bloccato. prima chiamata all’helpdesk-bank holiday-???-procedura urgente inventata lì per lì
-ore 1300: accesso bloccato. seconda chiamata all’helpdesk-stessa trafila
-ore 1400: le responsabili dell’ospedale si manifestano. Ora sono a mia disposizione. Password? Nessuno se l’è scritta eh? Terza chiamata all’helpdesk e terza trafila.
-ore 1600: sì, ma i biglietti per domani? Speriamo che si materializzino.
-ore 1730: alzo bandiera bianca.
-ore 1800: torno in ufficio. Biglietti per domani? Sulla scrivania, wow!
-ore 1930: pullmann. Leggo 5 righe 5. non mi ricordo assolutamente come sono arrivata alla fermata giusta. Ma in fondo non è importante
-ore 2030: cado tra le braccia dello stendino. Non sono una donna forte e consapevole.
-ore 1.00: forse è il caso di dormire. Ma ormai è un altro giorno.

martedì 7 settembre 2010

tutte le partite che non sto giocando

Una partita a scacchi sarebbe meno complicata, anche tenendo conto del fatto che so giusto come si muovono i pezzi. Le carte mi sarebbero più congeniali ma credo di non avere una mano fortunata. Mi dicono di provare a scriverle, le regole del gioco, ma non so da dove si inizia. Mi dicono di provare a vincere, una volta tanto. Qualcuno di importante sosteneva che non ho niente da perdere, tranne le mie catene. Qualcun altro (un francese dal nome italiano...) diceva che si può perdere, ma la cosa peggiore è non iniziare a giocare.
So what??

domenica 29 agosto 2010

freedom...

Ho gambe lisce, biancheria coordinata, scarpe coi tacchi. Libera come l'aria. Ho un lavoro, sono coraggiosa e vivace quel tanto che basta. Ballo da sola e ho amici solidali a cui telefonare a qualsiasi ora. Prendo aperitivi, vado a letto tardi, faccio corsi di fotografia, vado al cinema il mercoledì, in giro nel we. Ho imparato a navigare, a controllare l'olio alla macchina e a stare al timone. Non ho catene nè reti e questo dà la vertigine o la malinconia. (liberamente preso da elasti su un vecchio inserto di Repubblica)
I can eat my dinner in a fancy restaurant
But nothing
I said nothing can take away this blues
`Cause nothing compares
Nothing compares 2 u
(tell me baby, where did I go wrong?)

martedì 24 agosto 2010

I try, here is my confession...

mercoledì 18 agosto 2010

tre minuti

Se avessi solo tre minuti per parlarvi di me racconterei quella che non sono stata e non sarò, perchè le storie che non ho vissuto e il futuro che non mi apparterrà mi descriverebbero meglio.
Se avessi solo tre minuti, vi consiglierei di guardare intorno a me, non dentro, perchè è da come modifico il mondo circostante, è dalla traccia che lascio che capireste ogni cosa.
Se avessi tre minuti e fosse la mia ultima chance, non sprecherei una sola parola.

tre mesi

Tre mesi dietro le spalle e mi sembra una vita. Tre mesi ancora davanti per la conferma definitiva perchè mai bisogna dare qualcosa per scontato. Passeranno velocissimi ma quando saranno finiti e sarà novembre mi sembrerà un secolo. Solo che io non ho pazienza, non so aspettare e vorrei che mi diceste, tutti, che sono sulla buona strada. Perchè io ci credo, ma ho bisogno di sentirlo dire da voi. Perchè per l'ennesima volta ho un'occasione e non voglio buttarla, perchè tutto quello che posso fare è sperare di convincervi e dare il meglio, ma per me non è mai abbastanza e non so se sarà abbastanza per voi. E per tutto questo occorre tempo e pazienza, perseveranza e continuità, eccellenza e concentrazione. Voi pretendete il meglio e io devo provarvi che sono tutto quello che volete e anche di più. Io devo riuscire a fare in modo che non possiate fare a meno di me. E non sono brava: persino il neurone non mi considera a volte. Io devo riuscire a fare in modo che vi fidiate di me e non è facile, io stessa ho dei dubbi. Io devo riuscire a farvi intuire che vale la pena puntare sulla mia personcina.
E ho solo tre mesi. TRE MESI. TRE SINGOLI MESI. A me non è bastata una vita. Ma voi non siete me e io non mollo.

lunedì 16 agosto 2010

just another manic monday...

Se possibile, c'è ancora meno gente. E' una bella giornata: colori decisi, profili netti, quelli che ti aspetti dopo il temporale. Tutta mia la città...
E allora per quale accidenti di motivo voglio urlare e non ho la voce?
Tra 5 minuti riprendo la vita in ufficio.
Mai mollare, eh? peccato sia lo slogan di un'altra squadra. (la mia, mi sa che neanche quest'anno mi darà soddisfazioni)
I 5 minuti sono trascorsi, ho respirato ed è tutto in ordine. (Del Neri, spero che sia così anche per te)

sabato 14 agosto 2010

vivo da re...

martedì 10 agosto 2010

la notte di san lorenzo

« Due cose hanno soddisfatto la mia mente con nuova e crescente ammirazione e soggezione e hanno occupato persistentemente il mio pensiero: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me »

Le stelle viste dal mare in una notte senza luna hanno qualcosa di splendido e accecante. Ti tolgono il respiro, ti spingono ad aggrapparti all'albero maestro, ti costringono ad ammirarle. Davanti ai miei occhi, sfilano una per una, poi si raggruppano in forme riconosciute, poi si divertono a scomparire, si annegano in una striscia bianca che taglia a metà il cielo. E allora le chiamo per nome e tornano fuori e raccontano storie lontane però familiari. Io presto loro la voce, vorrei che ti giungesse, vorrei che ti cullasse e ti facesse da ninna nanna. Vorrei che ti arrivasse insieme al profumo del mare.
Vorrei poter trattenere tutto, luci, storie, odore salmastro, per poi regalartelo.

one thing you should know

Loverboy, please call me home
A girl can get lonely out here on the road
You see
Some days I find the old ways
Frighten me too easily
I leave my key and say "I'm too young"
But loverboy
If you call me home
I'll come driving fast as wheels can turn
You should know that I would do it, wherever you are.
You should know, because I always did it. I should be aware that you could not understand. Definitely, maybe.

mercoledì 28 luglio 2010

la lega del filo d'oro

A Lesmo non c'è solo la curva di un autodromo. Lesmo è uno di quei paesini brianzoli dove si arriva tramite una strada invasa da capannoni e fabbriche ma poi intorno miracolosamente è tutto verde e ti chiedi da dove è spuntato il bosco. Lesmo è una cittadina ordinata, pulita, con le case basse tutte in fila, ognuna col giardino. Lesmo ospita un villaggio, anche lui un modello di architettura. Dentro ci sono persone speciali. Io non le descriverò, io dirò solo che alla fine ero io che ringraziavo loro, nonostante singhiozzassi.

martedì 13 luglio 2010

e adesso?

E adesso che ho conquistato l'n-esimo titolo, che cosa mi rimane oltre poche ore di sonno, pile di presentazioni stampate e un bel diplomino da incorniciare? Ok, la soddisfazione personale. Ok, un bagaglio di conoscenze in più'. Ma possibile che riesca solo a concepire il pensiero: beh, e adesso cosa c'e' dopo, cos'altro posso imparare, fare, discutere? Se il senso non sta nell'arrivo ma nel viaggio ho capito tutto, se invece c'e' una minima possibilita' che il senso stia nell'arrivo, almeno ogni tanto, allora sono nei guai...(E vorrei il polpo per consulenza rapida sulla risposta)

martedì 6 luglio 2010

ah, la notte...

Non vorrei sapere nient'altro se non cosa fai per dormire la notte, perchè io d'estate non ci riesco molto bene. Così navigo, chiacchiero, invento storie e collane, leggo di strane adolescenti e cubi neri nei giardini, guardo vecchie repliche e nuove serie e documentari su coincidenze storiche improbabili e ascolto band di nicchia, orchestre swing, blues antico e rock moderno. A volte mi alzo e canticchio quello che mi passa per la testa e immagino che mi stia ascoltando. Mi piacerebbe uscire e camminare o prendere il bolide e pedalare ma mi accontento di farlo quando sono già fuori e torno tardi. Perchè la notte è piena di sorprese e io non me ne vorrei perdere nemmeno una, però stasera mi devo accontentare di scrivere una tesi. Vorrei leggere cento libri e avere la capacità di mettere su carta tutto quello che il neurone è capace di immaginare. Ma per questo la notte è davvero troppo piccola per noi, troppo piccolina...

lunedì 5 luglio 2010

non ci sono più, le convention di una volta...

Io avevo in mente le tipiche convention aziendali, quelle dove stramazzi al suolo dopo riunioni interminabili e ti annoi mortalmente a sentire personaggi che mai potrai anche solo salutare da lontano. E invece sentite un po' cosa ti combina una neoassunta:
1 giorno: si accoda a un gruppo di colleghi e tira le due fumando narghilè di fronte al mare
2 giorno: alla cena di gala indossa un vestito lungo tutto colorato e sandali d'argento (per passare inosservata...) e non paga si offre volontaria per il vecchissimo giochino di continuare a cantare dopo che si interrompe una canzone. Peccato lo faccia davanti ai colleghi di tutta l'Europa del sud, management compreso. Si racconta che due persone sedute su un divanetto l'abbiano vista scendere in pantaloncini da un pullmann dopo una gita in barca, riemergere dopo mezz'ora in abito lungo, passare trafelata sollevando il vestito per non inciampare, camminare in costume e camicione per bagno in notturna, aggirarsi bagnata con l'asciugamano sulle spalle, tornare asciutta con un vestitino un po' più corto e rincasare definitivamente dopo una rigenerante sosta a ballare. Ma io dico: ma quei due che ci facevano al mare se passavano la serata su un divanetto a contare i cambi d'abito delle persone che passano? Mah, la gente è strana...
3 giorno: dopo una giornata in spiaggia e la cena a buffet, balla tutta la sera e termina la serata chiacchierando su un terrazzino con silenzio e brezza marina.
4 giorno: non vuole tornare a casa e gli viene il magone, come ai bambini...
Io sarò anche un'ingenua a pensare che sul lavoro ci si deve divertire e non dico che i colleghi debbano diventare i migliori amici, però se insieme a loro stai bene, credo che al mattino ci si svegli molto, ma molto più volentieri.

martedì 29 giugno 2010

molto zen, pure troppo....

Ho sempre amato le stanze d'albergo. Proprio perchè non sono personalizzate, ci si spoglia di tutto, si è solo se stessi e ci si abitua a considerare solo quello che è veramente necessario. Non è un cattivo prezzo da pagare per dormire quasi ogni notte in un posto diverso. Se poi alla fine anche nella tua camera da letto non c'è nemmeno un quadro o una fotografia, solo pareti bianche e un armadio a specchio, allora forse capisci che non è solo un'abitudine che hai imparato. Diventa un'esigenza dell'anima: pulizia, chiarezza. Mi ci trovo bene, nella mia stanza senza niente e nelle camere d'albergo, diverse ogni volta. Persino nei sogni, il posto dove sono più felice è un letto bianco e il cielo sopra. Quando voglio riposarmi sul serio, io chiudo gli occhi e vado lì.

domenica 27 giugno 2010

la solitudine di un assessore

Mettiamola così: siete un dirigente della sanità pubblica. Assessore, direttore sanitario, quello che volete. Checchè ne pensiate, ne esistono di coscienziosi. E avete un giochino da portare a termine, altrimenti il vostro posto salta. Avete un budget di spesa e il gioco consiste nel non superarlo e possibilmente di diminuirlo, dato che soldi non ce ne sono, per nessuno. Però le cure per le malattie croniche costano, costano parecchio. Che fate? Curate il massimo numero possibile di persone con un farmaco che non assicura loro il massimo di vita possibile ma è sostenibile dal punto di vista economico oppure curate i pazienti che hanno una speranza di potersela cavare con un farmaco innovativo e agli altri fornite terapie di supporto (cioè gli alleviate i sintomi, non la malattia)? Io proprio non vorrei essere nei panni di chi deve decidere.

giovedì 10 giugno 2010

that's me!

sì sì, sono proprio io, a parte qualche dettaglio e con particolari leggermente inquietanti in più. Nonostante non faccia gare di rutti, porti i tacchi e non sappia cambiare le ruote della macchina, io sono sempre quella che porti al pub, che chiacchiera fino al mattino, che mangia panini con la salamella, che ti accompagna a casa, compra i biglietti per lo stadio e non fa storie se ci deve arrivare a piedi. Una gran compagnona, insomma. Non so se un grande affare....

lunedì 7 giugno 2010

spazio ultima frontiera, data astrale...

Sono sempre stata una lettrice vorace, direi compulsiva. Al liceo, vista la mia inclinazione verso la carta stampata, la mia professoressa di italiano non si capacitava del perchè non leggessi quello che lei consigliava. A me è sempre piaciuto fare di testa mia. A me piaceva capire. E non c'è niente di meglio per capire come funziona un mondo che inventarsene uno. Ergo, dai 15 ai 20 anni ho divorato tutta la fantascienza su cui riuscivo a mettere le mani, soprattutto quella classica, quella di Asimov, per intendersi. Lì ho imparato che la violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci, perchè c'è sempre un modo intelligente per cavarsela. Lì ho imparato a non dare il finale per scontato, perchè ci potrebbe essere un Mutante che sovverte le regole. Lì ho imparato che vale la pena provare a ragionare partendo da un punto di vista "alieno". E la lettura di Sentinella (50 righe che vi cambiano la prospettiva una volta per sempre) dovrebbe essere obbligatoria in ogni scuola di ogni genere e grado.
La mia prof di italiano è andata in pensione e non ho mai saputo per quale motivo consigliava sempre gli stessi libri, se era obbligata dal ruolo, se le piacevano davvero o se non si era posta nemmeno il problema. I miei libri di fantascienza occupano degnamente un intero scaffale della libreria. Mi seguono fedelmente da 20 anni e stanno lì a ricordarmi le meraviglie del possibile.

domenica 6 giugno 2010

nomen omen


evvvai Francesca!

mercoledì 2 giugno 2010

the sunny side...

Da tipica milanese, appena c'è un goccio di sole vado ovunque ci sia uno specchio d'acqua e una spiaggia o un prato. Oggi è toccato al lago di Monate, blu come certi laghetti alpini. Sole, vento, una birretta con gli amici. Non è difficile sentirsi contenti, a volte.

lunedì 31 maggio 2010

yellow submarine...

Riemergerò prima o poi...sperando più prima che poi. O come tutti concludono sempre le mail nel mio settore, ASAP. Che io mi metto ansia, perchè cosa ci sarà mai di tanto urgente che in una mail non riesci a digitare qualche sillaba in più? O cosa impedisce di scrivere per intero una formula di saluto, invece che KR? Mah...
Comunque riemergerò, per ora mi sono tuffata nel lavoro e ho un periscopio che mi consente giusto di sapere cosa succede nelle vicinanze.
But we all live in a yellow submarine...

mercoledì 19 maggio 2010

di mamma ce n'è una sola...

Guardo una foto di mia madre
era felice avrà avuto tre anni
stringeva al petto una bambola
il regalo più ambito
Era la festa del suo compleanno
un bianco e nero sbiadito
Guardo mia madre a quei tempi
e rivedo il mio stesso sorriso
E pensare a quante volte
l'ho sentita lontana
E pensare a quante volte…
Le avrei voluto parlare di me
chiederle almeno il perché
dei lunghi ed ostili silenzi
e momenti di noncuranza
puntualmente mi dimostravo inflessibile
inaccessibile e fiera intimamente agguerrita
temendo una sciocca rivalità
Guardo una foto di mia madre
era felice avrà avuto vent'anni
capelli raccolti in un foulard di seta
ed una espressione svanita
Nitido scorcio degli anni sessanta
di una raggiante Catania
la scruto per filo e per segno
e ritrovo il mio stesso sguardo
E pensare a quante volte
l'ho sentita lontana
E pensare a quante volte…
Le avrei voluto parlare di me
chiederle almeno il perché
dei lunghi ed ostili silenzi
e di quella arbitraria indolenza
puntualmente mi dimostravo inflessibile
inaccessibile e fiera intimamente agguerrita
temendo l'innata rivalità
Le avrei voluto parlare di me
chiederle almeno il perché……
Le avrei voluto parlare di me
chiederle almeno il perché ……
Ecco, ho appena visto una foto recentissima di mia madre e ho rivisto esattamente il mio stesso gesto nell'appoggiare la mano sul collo. Oltretutto siamo due gocce d'acqua, a parte i capelli. E' tenerissima. Mamma, accidenti a te, devo lavorare, mica commuovermi;)...

uff...:)

Io l'avevo detto che fino alla fine di maggio sarebbe stato un tour de force ma non immaginavo...ma sono contenta così. Sono ridiventata pendolare, ma io adoro Milano, lavoro la sera per completare i passaggi di consegne ma dormo sul pullman, completo training tutto il giorno ma imparo cose nuove e poi in ufficio hanno un ottimo caffè e la mattina mi faccio una bella passeggiata in centro per arrivare. e poi e poi e poi....per adesso va bene così:)

giovedì 13 maggio 2010

I'm not that kind of girl you'd take home

Ma certo che lo sai, in fondo. Non sono romantica, cerimoniosa, melensa. Non conosco le canzoni di Ramazzotti, non ballo i lenti, non porto le ballerine. Bevo birra rossa, guardo l'NHL sul satellite, mi piace cantare blues e il suo parente prossimo rock. Non dormo molto, guido sola, non porto l'orologio e pago i miei drink. Amo i vestiti leggeri, il colore rosso, gli anelli importanti e camminare sotto la pioggia. Dimentico tutto, tranne le sintesi e i dettagli, perchè lì sta quello che vale la pena conoscere. Tu sei negli stessi giorni allo stesso locale e canti le stesse canzoni. E' un particolare e non è deprecabile, è solo che io non reggo. I'm not easy, you see. Fidati, meglio così.

venerdì 7 maggio 2010

la valigia del biologo

Eccoci qua
siamo venuti per poco
perché per poco si va
e il sipario è calato già
su questa vita che tanto pulita non è
e ricorda il colore di certe lenzuola di certi hotel
che il nostro nome ce l'hanno già
e ormai nemmeno ti chiedono più
il documento d'identità
e allora eccoci, siamo qua
siamo venuti per niente
perché per niente si va
e c'inchiniamo ripetutamente
e ringraziamo infinitamente…
Sì, se non avessi studiato biologia avrei scelto il conservatorio e avrei fatto la vita non dell'attore ma dell'orchestrale. Ma il modo di andare in tournée l'ho trovato lo stesso: nemmeno a me in certi alberghi chiedono più la carta d'identità e il tassista in certe città mi tiene la valigia nel bagagliaio e recupera gli oggetti che dissemino in giro e certe hostess e certi autisti mi tengono compagnia e suggeriscono ristoranti e posti da visitare. E vado per qualsiasi scusa, solo perchè prendere un bagaglio è diventato un gesto naturale e ringrazio infinitamente chi mi dedica del tempo anche se è solo per lavoro. E quando il sipario cala e la riunione è finita e la relazione è pronta, recupero la valigia che ho lasciato un momento di là e riparto, solo per vedere lo strano effetto che fa il mio viso riflesso nei finestrini e negli occhiali degli altri passeggeri e la mia voce che chiede un altro biglietto, un'altra camera. E per niente vado, se non per tornare, perchè stare qui non ha senso se non posso partire. E amo il buio che si fa e il silenzio che c'è quando tutto si spegne al decollo e quando aspetto l'ultimo treno e quei pochi passi nell'atrio dell'uscita dalla stazione o dall'aeroporto sono il mio camerino in cui mi raccolgo e mi concentro. Poi la luce della città mi accoglie, il sorriso si illumina, il passo si affretta e allora eccomi, sono qua!

giovedì 6 maggio 2010

c'è posta per te...

Ho scoperto di aver conservato le mail spedite dal 2004 ad oggi. Rileggendone alcune, scopro che certo, avrei potuto scrivere meglio o fare di più in qualche caso, o comportarmi meglio in qualche altro, però ecco, sostanzialmente non ho la sgradevolissima sensazione di aver fatto o detto qualcosa che non avrei voluto o dovuto o di non riconoscermi in quello che ho scritto. Nero su bianco, emergono scleri, deliri, risate, abbracci, sconfitte, rivincite, piccole e grandi richieste e risposte. Sei anni di vita, quelli in cui diventavo davvero grande, in 50 pagine.
Beh, la più grande soddisfazione è guardarsi indietro con un sorriso e andare avanti.

martedì 4 maggio 2010

yes, I can!

Il mio miglior amico direbbe che non mi posso lamentare delle conseguenze delle mie scelte. Se scelgo di non stare mai ferma, devo accettare il fatto che non ho tempo. Ha ovviamente ragione, come praticamente sempre quando parla di me. Ma non ha considerato che dalla spremitura accurata di attimi si ricava sempre qualche minuto da dedicare alle cose importanti...ehi amico, una birra?

mercoledì 28 aprile 2010

il boss come uomo di pace

Distruggere, trucidare, rubare, questo, con falso nome, chiamano impero e là dove hanno fatto il deserto, lo hanno chiamato pace.
Tacito, I secolo dC.

lunedì 26 aprile 2010

sex and the city/3

Premessa: immaginatemi mentre sorseggio un cosmopolitan scrivendo su un macbook in un locale di manhattan vestita con uno di quegli abiti impossibili che non donano per niente ma che addosso a me sembrano valere il loro prezzo e con sandali tacco 12 anche se fuori gela. Prendete il fiato, adesso, visto che non ci sono volutamente virgole! Vi concedo un paio di minuti, per respirare e perchè effettivamente tutta la scena richiede una certa dose di immaginazione...Tanto non preoccupatevi: è probabile che tra poco mi vada a cercare un pub dove possa guardare la partita con una pinta in mano. Ma sto divagando. Allora, riassumendo: io, mac, cosmopolitan, abito impossibile, tacchi 12. Ciak, motore, azione!

Nella società di oggi, la libertà sta nel poter dire di no oppure nel cogliere tutte le occasioni che ti si presentano non sentendosi in colpa in nessuno dei due casi?
La domanda si è presentata nella mia mente assonnata una domenica mattina. Sabato sera avevo ospitato un po' di amici per una doppia festa di compleanno. Qualcuno si sarebbe voluto trattenere un po' di più ma ha finito con l'andarsene con gli altri. Una settimana dopo, si rideva insieme. Si chiama leggerezza, libertà? Significa non saper cogliere le occasioni? Significa non avere più 20 anni, età in cui uno si butta e basta?
Considerazioni a lato, un po' più leggere:
1) ma il mio inconscio esclude a priori e fa allontanare tutti quelli che hanno un 3 come prima cifra delle candeline sulla torta di compleanno?
2) ma io mi devo fare per forza chilometri e chilometri? Le cose molto più facili non mi intrigano mai, eh?
Ok, ora immaginatemi pure mentre spengo tutto, lascio a metà il cosmopolitan e mi incammino verso il locale dei miei sogni, che esiste e sta a Boston: è un buco con un bancone a lato e non molta luce in cui suonano jazz (la serata in cui c'era anche io, il contrabbassista sembrava un irlandese, il trombettista era un nero enorme e la pianista era orientale) e c'è una piccola televisione vicino al bancone dove trasmettono la partita di hockey. Seguitemi mentre apro la porta, ordino una media rossa e mi metto comoda al bancone tamburellando con le dita il tempo e commentando la partita col barista. Camminate con me mentre torno a casa con un gran sorriso. Probabilmente, potreste chiamare leggerezza anche quel momento. (se poi avete sempre in mente il vestito impossibile e i tacchi 12, dovreste anche convenire con me che ci vuole anche una discreta dose di equilibrio...)










giovedì 22 aprile 2010

eh?

"A volte ci si trova di fronte ad affermazioni che sembrano inoffensive. Ad esempio questa, che le leggi della scienza (da cui la Tecnica è guidata) sono ipotetiche, cioè non sono verità assolute. Spesso gli scienziati se ne dimenticano. Ma l'ipoteticità delle leggi scientifiche significa ad esempio che un corpo, abbandonato a sé stesso, da un momento all'altro, invece di cadere verso il basso potrebbe andare verso l'alto. Qui la ribellione possibile della Natura è ben più radicale." (E. Severino, Corriere del 18 aprile)
Anche gli asini potrebbero volare, solo che sono naturalmente portati a non ribellarsi, evidentemente...

A parte le battute, uno dei più importanti filosofi italiani non ha la più pallida idea di che cosa faccia davvero uno scienziato. Non voglio tirare il pippone teorico, spero solo che quella buonanima di Newton riposi in pace e che ingegneri e architetti per i loro calcoli gli diano ancora retta. Sotto l'ipotesi che la natura, almeno quella con cui hanno a che fare, accetti sempre di comportarsi secondo le sue leggi, naturalmente...

mercoledì 21 aprile 2010

le ultime parole famose...

A dicembre: -Amica, hai fatto benissimo: tra un cambio di lavoro e un altro, un mese sabbatico, per te e solo per te. Per leggere, andare in palestra, mettere a posto casa, riposare, vedere gli amici, cucinare e chi più ne ha più ne metta. Ti invidio tantissimo e la prossima volta lo farò anche io!
Ad aprile: -Al più presto? Sicuro, però ho due mesi di preavviso. Li posso ridurre a uno, come no. Finisco il 14 maggio e reinizio il 17. Il 15 e 16 ho un master. Gli integratori me li rimborsate vero?

martedì 20 aprile 2010

springtime

Ho una nuova collana blu.
Fiori nuovi, stasera esco, ho un anno di più
Tra un mese cambio lavoro. Ho altri chilometri sulle spalle e nuove immagini da ricordare. Amicizie, le stesse. Conoscenze, parecchie. 6 paia di scarpe in più, un paio di camicie e un po' di magliette. Timbri sul passaporto.
Dove vuoi andare oggi?
Dove i sogni si realizzano e le fantasie restano tali, perchè altrimenti non avrei più materiale da dove trarre ispirazione.

giovedì 15 aprile 2010

back home

Ecco, sono appena tornata a casa e c'è già una magnifica confusione.
Io mi ci trovo bene nel caos organizzato. Colloqui, riunioni, lezioni, corsi, feste di compleanno. Tutto, insieme, subito!
Ma
uno alla volta, uno alla volta, uno alla volta, per carità...

martedì 30 marzo 2010

il prossimo viaggio

Venerdì parto e come al mio solito mi son ridotta ieri sera a prenotare un albergo almeno per la prima notte che sul visto chiedono un indirizzo...E poi in azienda mi chiedono la pianificazione delle ferie fino a settembre, è difficilissimo per me, io non ne ho idea, non so nemmeno dove dormo sabato, figuriamoci se so dove starò fra sei mesi. So solo che stiamo organizzando un viaggio per agosto, ecco. Ma io compro la guida due giorni prima, poi sull'aereo guardo cosa fare e dove andare. Non prenoto mai niente tranne i voli per andare e tornare. Se viaggio con qualcuno dò appuntamenti improbabili tipo: ci troviamo fra due settimane al tal albergo di Las Vegas alle due di notte, vengo a casa tua a San Diego domenica sera, ti aspetto al tal ostello a Berlino tra due giorni, vienimi a prendere in plaza de catalunya per cena. Cose così, molto rilassate. Ovviamente bisogna che anche gli altri abbiano lo stesso spirito: riconosco che non è il massimo per qualcuno partire e non sapere cosa fare e dove andare. Ma è l'unico modo in cui mi rilasso davvero. Quindi prevedo che, sempre se mi danno le ferie, preparerò un bagaglio a mano giovedì sera dopo una festa di compleanno, partirò venerdì, arriverò a Boston nel primo pomeriggio, passerò dall'ufficio del turismo e mi farò consigliare da loro, dall'ispirazione del momento e dal tempo che farà. Ho un weekend da riempire, prima che arrivi la mia amica. Posso guidare, prendere un traghetto, il treno o uno di quei lussuosissimi pullman che si vedono nei film. Di solito nelle reception degli alberghi e negli uffici del turismo consigliano bene e sono gentili, almeno quanto io cerco di esserlo con chi incontro. Poi vabbè, a me basta una mappa (a quello provvedono loro), il passaporto (appena rifatto), una carta di credito (eh sì, ci vuole soprattutto quella), un bel sorriso e due informazioni utili (cosa assaggiare e dove non andare, entrambe facilmente reperibili). Il resto, come si dice, è vita.

venerdì 26 marzo 2010

invictus

Non vado spesso al cinema e non so nemmeno perchè, in fondo mi piace. Credo dipenda dal fatto che non amo particolarmente le multisala e che preferisco andare a teatro, perchè lì posso guardare la scena dove voglio e non dove vuole il regista. Ieri sera ho fatto un'eccezione e ho visto Invictus. Mi ispirava, perchè mi piace il rugby, perchè amo le storie di redenzione e i personaggi positivi . Non mi sbagliavo, il film è ottimo, ben recitato, ben diretto e sembra di stare nella mischia con Matt Damon. Però quello che volevo, in fondo in fondo, era una scusa per singhiozzare e commuovermi e non è successo. Io mi commuovo qui, comincio a piangere a calde lacrime quando la folla acclama Victoire! e quando parte la Marsigliese non mi trattengo più e la canto singhiozzando. Al rigore parato ormai tiro su col naso senza ritegno e all'invasione di campo piango e rido convulsamente.
In Invictus una lacrimuccia è scesa solo quando il capitano bianco risponde al giornalista di avere alle spalle 43 milioni di sudafricani. Poi ho visto l'inizio e la fine della partita vera. Ho pianto. Clint Eastwood è bravissimo e ha diretto un gran bel film, ma la realtà qualche volta non si può proprio superare.

giovedì 25 marzo 2010

la faccia nascosta dell'ammirazione

C'è una mia amica che lavora in un grosso laboratorio, qui in zona. Per condensare tutto quello che voglio dire in un episodio, racconterò di un aperitivo/rave in cui eravamo tutti riuniti e mancava solo lei. Stava lavorando e le telefonavamo ogni ora, per sapere se ci avrebbe raggiunto ma l'abbiamo aspettata invano, fino a notte inoltrata. Ormai la conosciamo, è sempre stato così, ha sempre lavorato 20 ore al giorno, sabati e domeniche inclusi. Purtroppo il suo progetto non ha mai dato frutti (leggi pubblicazioni) adeguati al lavoro. Il suo contratto scade a giugno e non sarà rinnovato, non nello stesso laboratorio. Lei però cerca di andare avanti, perchè quello è l'unico lavoro che sa fare e non si vede da nessun'altra parte. Gliel'ho detto: io ti ammiro. Ma aveva una nota stonata, era come se dicessi: sì, stai per buttarti giù e non sai se il paracadute funziona ma io ti ammiro per il coraggio. Stai facendo forse un errore enorme, ma ti ammiro lo stesso. Non è una cosa carina da dire a qualcuno, se ci si pensa.

Amica, non te l'ho potuto spiegare perchè avrei ricominciato a piangere e non mi pareva il caso. Ti ammiro sul serio, perchè ci credi ancora, mentre io ho già smesso da un po' e non abbiamo poi così tanta differenza d'età. Ti invidio quella passione che avevo e che ad un certo punto se ne è andata, quella capacità di non essere pragmatici e di non accettare niente che non sia quello che davvero vuoi. Ti ammiro perchè io non ne sono stata capace, perchè fai il lavoro più bello del mondo senza lamentarti delle rinunce, perchè sei testarda, ingenua e convinta come lo ero io e hai coraggio, davvero. Mi fai tenerezza e invidia. Io ti auguro solo che tu non debba avere rimpianti mai e poi mai e poi mai.

Se comunque ti succederà, io capirò.

martedì 23 marzo 2010

Io non so se sono cotto
certi giorni non mi basta ciò che vedo e sento e tocco
però so che non so stare fermo
e so che cerco
e so che tante volte trovo e perdo qui fra corpi solidi.
Questa è una canzone "minore", non troppo conosciuta. Però rende benissimo l'idea. Spesso, trovo quello che non cerco e perdo quello che mi sembrava acquisito. Non so stare ferma, faccio troppe cose e il neurone a volte va in tilt.
Amo passare nella stessa giornata dal parrucchiere, da un pranzo al ristorante, dal pub a vedere il rugby per finire con una cena a casa di amici, il tutto girando per la Lombardia. Mi diverto moltissimo, a volte forse chiedo troppo a me stessa. Quando mi rilasso, esce fuori, per dirla con le parole di un'altra canzone,
un posto dentro te che tieni spento
il posto in cui nessuno arriva mai
quella che non sei.
Ho amici comprensivi, belle persone che non badano agli svarioni del neurone. Cerco solo di non fare male al prossimo mio, non sempre ci riesco. So che faccio duecento cose alla volta e spesso non basta ancora. Quando non basta e sono con le persone di cui mi fido, piango per strada, di rabbia e malinconia, perchè cosa voglio ancora di più di una giornata piena e divertente che non è ancora finita? Bella domanda. Sono una persona allegra e ottimista, ma a volte il neurone, con tutto quello di cui lo carico, se ne dimentica. Bisognerebbe che si convincesse che è più facile essere felici con quello che si ha (e non è poco) piuttosto che con quello che si deve ancora trovare. Ma penso che questo sì, sarebbe chiedergli troppo, sarebbe snaturarlo completamente e l'ho già detto, cerco sempre di non fare del male al prossimo mio.

lunedì 22 marzo 2010

sì, vabbè...

La domenica mattina ci sono vigili e carabinieri dappertutto in centro, per i gazebo elettorali. Ci sono più ufficiali che gente ai gazebo a dir la verità, per cui questi signori in divisa non hanno un granchè da controllare. Mi hanno fermato per eccesso di velocità. In bici.
Venivo da un sabato impegnativo, mettiamola così, e quindi non ho proferito parola. Sono scesa e sono andata a piedi scuotendo la testa.
Sono salita a trovare i miei poi e ho raccontato l'episodio. Risposta: ma perchè hai preso la bici che il cielo è grigio e tra un po' piove?
Sì, vabbè...

venerdì 19 marzo 2010

19 marzo

Mio padre dimentica tutte le date e dubito che si ricorderà della sua festa. Mio padre è sempre stato prima di tutto una persona libera, perchè la libertà, come dice lui, ce l'hai dentro e non te la può togliere nessuno. Poi è stato anche un medico, di quelli vecchio stile. Lo è ancora, ovviamente, anche se è in pensione, perchè il camice diventa una divisa, se sei un dottore come lui. Ha commesso degli errori, come tutti, ma quando è stato sul fondo ha avuto l'intelligenza di non mettersi a scavare. Io diffido di chi non è mai caduto e non ha mai provato a rialzarsi. Ecco, papà, buon 19 marzo.

giovedì 18 marzo 2010

mio marito...

Arriva il tecnico dei fornelli. Non si accendevano più. Scopre che la spina è bruciata e la sostituisce. OK, tutto bene, fino a qui. Mi suggerisce di cambiare anche le altre spine, visto che non le ha e non lo può fare direttamente: tanto-mi dice-suo marito lo farà in cinque minuti. Eh? Compreso o escluso il tempo che ci metto a trovarlo? Ma poi, che io viva da sola, no eh? Che non sia e non sia mai stata la moglie di nessuno no eh? Che possa farlo da sola no eh? Che eventualmente possa chiederlo a un amico, vicino, parente no eh? Poca fantasia, mio caro tecnico, poca fantasia e troppi stereotipi...
La prossima volta racconto che mio marito è uscito a prendere le sigarette due anni fa e/o che i suoi resti sono sepolti in giardino e/o che la carenza di ossigeno durante l'ultimo orgasmo gli è stata fatale e/o che la sua religione gli impedisce di toccare elementi impuri come le spine bruciate...

martedì 9 marzo 2010

siamo fatti della stessa materia di cui son fatti i sogni

Se esistesse un deposito delle sceneggiature ben scritte, allora credo che questa sera qualcuno ne abbia rubato una pagina. Non sarebbe potuto esistere momento migliore per incrociare il tuo sguardo che alla fine di un Sogno di una notte di mezza estate. Così ho creduto e così sono sicura. E il Bardo dice bene, che gli incantesimi rimangano confinati nella notte, nel regno delle fate, nel bosco dove tutti credono di avere sognato. Ai poeti bisogna dare ragione. E se nemmeno gli immortali sono immuni dall'azione di un elfo birichino, posso solo sperare che Puck non giochi troppo con me, che sono materia sensibile e ci casco sempre, si sa. Ma non è proprio una notte di mezza estate, fuori nevica e fa troppo freddo per fate e folletti, che infatti mi sa che sono rimasti lì, dietro le quinte, a divertirsi rubando pagine di sceneggiature perfette.
You're beautiful. You're beautiful.
You're beautiful, it's true.
I saw your face in a crowded place
And I don't know what to do
'Cause I'll never be with you.

lunedì 8 marzo 2010

lazio e lombardia oltre la zona cesarini

In una partita, chi vince? Chi gioca meglio o chi la butta dentro più volte rispetto agli avversari? La seconda che hai detto. Non è questione di sostanza, è questione di regolamento e a volte la forma e le regole sono tanto importanti quanto la sostanza. Voglio dire, posso essere la Juve, giocare benissimo e avere tutto il tifo a favore, però se segna Magath la coppa dei campioni non la vinco. Se segno quando l'arbitro ha fischiato la fine, nemmeno Moggi può fare niente. Ecco, è un po' lo stesso discorso. Se non arrivo in tempo in porta e gli altri sì, poi non posso pretendere di non averla fatta grossa e di aggiustare tutto. Sembra che siano gli altri in torto, addirittura, che abbiano usurpato il diritto del più forte. Questo è quello che mi dà più fastidio in assoluto, insieme al fatto che in un qualche modo si faccia capire che siamo tutti uguali, che hanno tutti da guadagnare nell'andazzo "un tanto al toc", che in fondo convenga a tutti perchè la pensiamo tutti nello stesso modo. NO. Io pago multe, canone, tasse, bollette fino all'ultimo centesimo e nelle scadenze e penso di non essere l'unica. Non siamo tutti uguali e non rubiamo tutti nella stessa maniera. Non capisco da dove arrivi l'idea che "così fan tutti". NO. Parlate per voi, parlatevi addosso. Io ho altro da fare e se questa volta voto, è solo per rispetto verso chi questo diritto non ce l'ha e muore per averlo.
PS: ora vedo che va di moda il fare rispetto al pensare. Cominciamo a fare, che poi si vedrà. Ma io vorrei vedere in qualsiasi azienda se la produzione parte senza analisi e piani. Ma è il modo di ragionare? ah no, scusate, non si usa più.

giovedì 4 marzo 2010

patatì, patatà, patatina come...

L'Unione Europea concede alla BASF l'autorizzazione al commercio della patata Amflora. Ohibò, che notiziona, che cosa c'è di interessante? Che è transgenica, è una patata in cui l'amido è costituito solo da una componente, ovviamente quella più importante dal punto di vista industriale. E ovviamente l'UE è stata subissata di critiche. Ora, io non è che sia una fan della tecnologia a tutti i costi, però mi piacerebbe che la gente che protesta sappia quello che sta dicendo. La patata è OGM, nel senso che è stata modificata geneticamente, ma non è stato inserito nessun gene proveniente da altri organismi. La BASF si è limitata a trovare il modo di impedire alle cellule della patata la produzione dell'altra componente dell'amido, quella inutile per scopi industriali (in termini tecnici, hanno silenziato un gene che codifica per un enzima responsabile della sintesi di questa componente).
Nella patata è inserito un gene per la resistenza ad un antibiotico. Giusto, l'antibiotico è la kanamicina e per farla breve serve quando state selezionando in mezzo al vostro esperimento le cellule che hanno effettivamente ricevuto la proprietà che interessa a voi. Però la patata non è un germe, non vi infetta e non è possibile in nessun modo che trasferisca a voi o ai vostri batteri la resistenza ad un antibiotico, per lo stesso motivo per cui in millenni che si mangia carne di erbivori nessun umano ha acquisito la capacità di digerire l'erba. Ma comunque, la patata della BASF non è ad uso alimentare, quindi il problema non si pone nemmeno. Per di più, gli antibiotici della famiglia della kanamicina non sono assorbiti a livello gastrointestinale (questa era su wikipedia, non era così difficile avere questa informazione).
Quindi, di che parliamo?
A me non fa paura discutere, a me fa paura l'ignoranza. Nessuno pretende che tutti siano dei tecnici, però che quelli che discutono sappiano quello di cui stanno parlando sì, lo esigo.
PS: per la cronaca, la tecnologia che serve che trasformare batteri e cellule (il famoso DNA ricombinante) è disponibile a qualunque studente dei primi anni di biologia, medicina, biotecnologia, farmacia. Costa pochissimo e non servono macchinari speciali. Potrebbero farla anche dei ragazzini alle superiori. Sono tutti untori?
PS2: Io sono socia WWF, ho votato verde e mi piacciono i presidi slowfood. Ma non tollero che si dica no per partito preso. Questi signori che si oppongono sempre fanno un lavoro a volte encomiabile, a volte davvero irritante. E dato che a livello di opinione pubblica sono molto ascoltati e intervistati, potrebbero fare il santo favore di leggersi non dico gli ultimi articoli delle riviste specializzate, anche se sarebbe doveroso, ma almeno un testo elementare di genetica. Perchè poi sembra che biologi e scienziati siano mostri disumani e non è vero.
PS3: Per la cronaca, l'insulina salvavita per i diabetici è prodotta da un umilissimo batterio, modificato a questo scopo.

mercoledì 3 marzo 2010

fuori tempo...

ecco, io adesso ho voglia che sia già sera, ho voglia di vestirmi di rosso, di chiamare qualcuno chiedendo semplicemente se gli va una birra, di avere ritmo nelle orecchie e nelle gambe, di ridere e brindare e cantare e ballare insieme. Vorrei adrenalina per resistere e una guinness in mano. E vorrei tantissimo saper suonare e far divertire la gente. Ma sono le undici del mattino e non ho la macchina del tempo e ho altro da fare. ma cavoli, quando arriva il sole??

lunedì 1 marzo 2010

olympic games

e adesso che è finito tutto, io cosa tengo di sottofondo durante tutta la giornata? cosa corro a casa a vedere adesso che non ci sono più finali di hockey? chi mi restituisce la faccia del tipo norvegese che tirava le stones? (sì sì, con certi tipi curling tutta la vita!) mi tocca aspettare due anni, poi è di nuovo olimpiade! (e mi sta venendo una voglia pazza di andare a Londra....)

domenica 28 febbraio 2010

arieti si nasce!

Un caffè preso al volo con un amico ti rischiara la giornata. Ascoltarlo mentre descrive di che colore dipingerà i muri della sua nuova casa, seguirlo mentre mi fa vedere il suo nuovo terrazzo, chiacchierare di rugby in strada, io vestita "da colloquio", lui sporco di vernice, condividere l'entusiasmo di entrare in una casa nuova mi fa venire in mente quando passavamo interminabili giornate a fare esperimenti e a correggere tesi e articoli. Perchè puoi costruirti una scorza da cinico, puoi calarti per un po' nei panni di scrooge, puoi sostenere di essere stanco finchè vuoi, ma quando parli di qualcosa che ti entusiasma, amico, non riesci proprio a nascondere di essere un ariete testardo, entusiasta e trascinante!

venerdì 26 febbraio 2010

la notte ha il sapore di un cocktail improvvisato

Ci sono polaroid appese a una parete bianca, un sacco di gente con buffi occhiali compressa in una stanza, un mio amico che scatta foto a caso su una scala e sarà capace di trovarci un senso, la stessa linea di tram che passa per tre volte di fila e pioggia sulle rotaie e sui ricci delle ragazze. Alla porta accanto si offrono vodka, campari e succo di frutta. Questa volta ho un po' sonno. Questa volta ho bevuto troppi cocktail, accompagnandoli con un panino troppo unto, il mascara nero probabilmente sbavato perchè non ho l'ombrello e un rossetto forse troppo rosso ma miracolosamente ancora sulle labbra. La strada la conosco bene, mi oriento senza bisogno di far caso al nome delle vie e come ciliegina sulla torta mi ricordo anche dove ho parcheggiato. Voglio ascoltare e cantare a squarciagola Sheryl Crow, ma so già che non mi ricordo il testo, non ho il cd e sperare nell'aiuto della radio è vano. So solo questi versi:
Well, o.k. I made this up
I promised you I'd never give up
If it makes you happy
It can't be that bad
If it makes you happy
Then why the hell are you so sad
Well, o.k. I still get stoned
I'm not the kind of girl you'd take home
If it makes you happy
It can't be that bad
If it makes you happy
Then why the hell are you so sad

Il sonno mi è passato del tutto, non sono nemmeno ubriaca, ho visto bellissime fotografie, incontrato vecchi amici, però la notte ha quello stesso sapore dolce di succo di mirtilli e secco di vodka che mi ritrovo in bocca. E la vodka prevale, la dolcezza è come le note di testa di un profumo e svanisce subito, mentre l'aroma secco dell'alcool permane e invade lo stomaco. O almeno questo succede a me. Ecco perchè non amo i cocktail. Tranne quelli improvvisati e gratis.

martedì 23 febbraio 2010

le notti bianche

Che ci fa una biologa con un soprano giapponese, un'ingegnere greca, un turco, un'albanese, un soprano avellinese, un contrabbassista, uno scenografo avellinese, un avvocato milanese e un altro biologo in un barcone sui navigli? Guarda fuori dai finestroni la pioggerellina quasi primaverile, si preoccupa per le scarpe, improvvisa un karaoke incurante del suo amico terrorizzato che la radio metta elton john e poi si sente contenta.

E' la pioggia di marzo, è quello che è
la speranza di vita che porti con te

Ci sono attimi che vorresti fermare. La carrellata sui volti delle persone che bevevano, mangiavano e ridevano contro le finestre bagnate di pioggia da sola valeva la serata. Vorresti che quel momento durasse un po' di più, perchè ti sorprendi a pensare: ecco, io qui e ora sto proprio bene. Non appena in cui lo afferri, è già andato. Non appena ti rendi conto che ti stai estraniando per godertelo, c'è qualcuno che ti agita la manina davanti e ti riporta qui e ora. Ed è proprio quello che serve, perchè quel tipo di spettacolo non va solo guardato, bisogna fare in modo di entrarci.
E poi ci sono notti in cui torni a casa e pensi che sarebbe proprio bello che fosse già primavera, o che almeno non piovesse, e che fosse possibile camminare fino ad esaurire le duracell con qualcuno di fianco, senza cercare di trovare parole sensate.

giovedì 18 febbraio 2010

eppur si muove...

Ieri sera inizio del corso di fotografia, stasera concerto di jazz, teatro domani, terme sabato, colloquio per un master tra 10 giorni, olimpiadi in tv 24 ore, playoff di hockey e 6 nazioni. Per avere la sensazione che nulla si muova, di cose ne succedono...

mercoledì 10 febbraio 2010

are you still having fun?

Usi la sedia della scrivania come un trespolo e stai attaccata al computer per una decina di ore al giorno. Consumi un sacco di corrente e qualche giorno non sai nemmeno cosa c'è nella cassetta della posta. Oh certo, poi magari ti lamenti perchè davvero non ti muovi mai e pensare che hai sempre camminato per quasi un'ora al giorno, per non parlare di quando andavi al lavoro in bici. Però vai in palestra 1 volta o due la settimana e vorresti avere una wii per fare ginnastica tutte le mattine. Ti trattieni dal comprarla perchè non è necessaria. Ti è sempre rimasto in testa quello che ti diceva la tua prof di musica: se lo vuoi veramente, non esistono scuse. E puoi rigirarla finchè vuoi, ma non puoi ingannare la tua mente: non hai scuse plausibili. Non ci sono mai scuse plausibili per non dare il meglio che puoi, almeno nella tua testa. Quante tabelle, quante relazioni mancano nel tuo database? Sempre tante, sempre troppe. Ti svegli al mattino e ci pensi e cosa fai in concreto per completare tutto? Straordinari? No, esattamente quello che fai per muoverti: nulla.
Are you happy today, are you happy today?
Dal tuo trespolo, riesci a contare quante mail dovresti mandare, quante chiacchierate in sospeso dovresti continuare, quante persone ti mancano e dovresti sentire. Te ne vengono in mente abbastanza per non iniziare nemmeno. La voce in testa dice che dipende da te, dipende solo da te. Non hai scuse plausibili.
No, decisamente non è divertente.
Well, you know when you've been defeated
You don't care and you thank no one
Feeling low you will always need it
Well are you having fun?
Well are you still having fun?

martedì 9 febbraio 2010

prima che mi dimentichi...

Ho sostenuto il mio primo colloquio di valutazione in un'azienda. Ho comprato la macchina per tirare la pasta. Devo imparare a cuocere le meringhe. Perdo tempo a leggere annunci di lavori che non farò mai. Mi chiedo sempre perchè con certe persone non ho mantenuto un rapporto costante, ma poi mi consolo pensando che ci sono amicizie che non richiedono una frequentazione assidua. Ho riascoltato la mia risata sabato sera e non mi ricordo perchè. Sono due giorni che non compro i giornali. Le cose che fanno gli altri mi sembrano sempre più divertenti. Mi sento stupidamente in colpa perchè perchè....perchè non ho mai voglia di uscire per andare in tintoria...che cosa infinitamente cretina. Voglio ascoltare, perchè non raccontate la vostra vita al tavolo di un ristorante? Perchè non mi dite che vini bevete, che musica ascoltate, se mangiate la nutella, cosa fate se perdete un treno, se volete cambiare qualcosa, fosse solo il colore delle vostre stanze o il timbro di voce del capufficio, com'è che avete scelto quello che avete studiato.
Ho visto una vetrina di una gioielleria che avrei volentieri svaligiato, insieme a quella di un negozio con un cappottino fucsia. Mia mamma mi ha comprato un carrellino per i piatti. Voglio andare a vedere Avatar.
Abbiamo discusso di vacanze. Non voglio fermarmi per una settimana in un albergo con tutte le comodità, fosse pure un'isola meravigliosa, io non cerco quel tipo di vacanza. Il lusso vero non è un 4 stelle in Madagascar e nemmeno lo Sheraton ad Aleppo. Vorrei che lo capissi, amica, che io nelle pensioncine siriane dormo senza intabarrarmi nel sacco a pelo e mangio quello che mi portano. Le malattie si prendono in altro modo....
Ho comprato i biglietti per Boston, affitterò una macchina e girerò la costa aspettando la mia amica. Ovviamente non prenoterò.
Sabato sera mi hanno presentato l'ennesima mia omonima. Non ce n'è mai abbastanza di francesca, grazie a chi lo ha sempre sostenuto. Va da sè che io non sono d'accordo.

domenica 7 febbraio 2010

il sabato perfetto

mattina: spesa con calma al mercato e in giro per negozi anzichè all'esselunga
pranzo: zuppa di zucca e piselli che piace solo a me ma pazienza...tanto la tavola è apparecchiata per me sola
pomeriggio: partita di rugby al pub irlandese, stretti come sardine a tifare e bere guinness + passeggiata in giro per il centro a vedere lavatrici + tappa finale in feltrinelli
aperitivo: birretta al birrificio di lambrate che male non fa mai
cena: ristorante africano slurp!
dopocena: ritorno in metro e chiacchiere finali
tutto questo non ha prezzo, amico, davvero non ha prezzo...

mercoledì 3 febbraio 2010

eureka!

In un'intervista mi hanno chiesto di definire che cos'è un momento eureka. Sono le classiche domande da profiling...insieme a "come ti vedi tra 10 anni?" (e a me sale l'ansia: ma io non ho nemmeno prenotato il posto a sedere per stasera, cosa vuoi che ne sappia io cosa succede??). Beh, ecco, per chi ha fatto ricerca il momento eureka è quello per cui lavori (e vivi anche). E' adrenalina, è il momento in cui tutti i pezzi vanno a posto e non te ne frega niente del resto. E' quando sei solo e realizzi di essere per un breve attimo l'unico a sapere la risposta. Il quesito è marginale, magari, ma non importa, sei l'unico e basta. E' il momento in cui l'artista completa la sua opera, proprio come la aveva in mente. E' l'attimo in cui ti dici: ce l'ho fatta! E' fuggevole e breve, ma proprio per questo è speciale. Non esiste nessun Mefistofele che possa farlo tornare indietro così com'era. E' sorpresa, bellezza, eccitazione, consapevolezza, compimento, improvvisa leggerezza, tutto condensato in un momento. Puoi riviverlo, ma nessuno sarà uguale ad un altro. E' il corridore che taglia il traguardo, il nuotatore che tocca la riva, il pittore che dà la pennellata definitiva, il giocatore che dà scacco matto. E' la frenesia di Dioniso e la simmetria di Apollo che ti pervadono, insieme. E' una droga potente ma non la puoi comprare, puoi solo sperare che lavorando arrivi. E' un'esperienza solitaria, ho detto. L'attimo dopo, chiami a raccolta tutti e spieghi quello che hai provato, sperando che non ci sia una pecca (ma se è un vero momento eureka, nessuno la troverà). Devi convincerli che hai ragione tu. Se sei in una vera squadra, loro renderanno più forte i tuoi argomenti e tu condividerai con loro la frenesia che segue a un'intuizione.
Questo è un momento eureka. In una parola, abusata finchè si vuole ma vera: è bello, punto. Come un'opera d'arte.

martedì 2 febbraio 2010

un tranquillo sabato de paura

ore 8.19: driiiin. Il telefono, oddio il telefono, c'è solo una persona in grado di chiamare a quest'ora di sabato...ciao mamma! Sì lo so che è il compleanno di papà, passamelo che gli faccio gli auguri. Il regalo? ma io gliel'ho già fatto, l'ho abbonato a Micromega, te lo ricordi che me lo avevi chiesto? Come lui lo ha detto a mille altre persone e adesso ha due abbonamenti? Ok, lo disdico...accidenti a voi...ah sì, la spesa, la spesa, adesso arrivo a prenderti.
ore 10.00: Ma io sono sotto casa tua, mamma, come sarebbe a dire che non sei pronta? Mi hai svegliato un'ora e mezza fa...
ore 12.00: La spesa l'abbiamo fatta, ti passo a prendere tra mezz'ora per andare al ristorante.
ore 12.40: Sì. Lo so. Sono in ritardo di 10 minuti. Ma al ristorante ci arriviamo tra un quarto d'ora, a che ora hai dato appuntamento agli altri? All'una e un quarto? E perchè arriviamo venti minuti prima di tutti?
ore 16.00: sono a casa. Devo andare a una festa di compleanno. Dress code: scarpe femminili, uomini eleganti. Panico: cosa mi metto??
ore 16.05: apro l'armadio. Stivali di vernice? Decolleté col tacco rosso ma non a spillo? Decolleté col tacco a spillo di vernice ma un po' rovinato? (no, mai, attenzione puntata sulle scarpe e mi presento col tacco non a posto, non si fa!). E poi che vestito ci metto sopra? Uno che possibilmente non abbiano già visto in mille modi...
ore 16.30: apro l'armadio estivo. Ce le ho! Le scarpe ideali ce le ho! Aperte davanti, tacco a spillo perfetto! Bianche e beige eh? E' una sfida all'inverno, che vestito metto con un paio di scarpe chiare????
ore 16.40: Trovato! vestito bianco di lana. Non posso non usare le calze, c'è tramontana, uffa! Calze bianche, aspetta che le cerco..trovate, messe, oooops rotte! Rotte??? Vabbè, calze avorio, sembro la sposa però...
ore 16.45: Altra soluzione: leggings neri, vestito bianco, golfino nero allacciato davanti. Mi guardo allo specchio. Nonostante le scarpe tacco 12, mi sento di una goffaggine senza limiti, con una panza tanta e due prosciutti che la sostengono. Mi riprometto di perdere quegli stramaledettissimi due o tre chili accumulati da quando lavoro da casa. Momento di sconforto...
ore 17.10: Cambio vestito. Il momento di sconforto si allunga, non scivola più sui fianchi come una volta.
ore 17.30: E se mettessi i pantaloni? Niente leggings, niente calze, niente vestiti! Ne ho giusto preso un paio chiari in saldo...
ore 17.35: Sono larghi di vita, avrei dovuti portarli dalla sarta, provo con una cintura...
ore 17.40: Pantaloni chiari, cintura leopardo, camicia leopardo, golfino nero aperto davanti, scarpe chiare. Mi sembra tutto in ordine. Cosa c'è che non va? Il profilo, ecco cosa non va!! Ho il segno in vita della camicia, più in basso quello della cintura e più in basso ancora quello del golf. L'ho già detto che vedo sconforto dappertutto?
ore 18.00: Metto a posto tutto. Devo farmi un bagno, lavare i capelli e sistemare piedi e mani. Metto un paio di scarpe aperte e non faccio la pedicure? No, non si fa.
ore 18.15: Ritirando le scarpe, vedo una vecchia scatola. Mi viene l'illuminazione. Scarpe con paillettes d'oro, tacco alto ma non a spillo ma chissenefrega, le scarpe sono già particolari così, me lo perdoneranno....
ore 18.20: e il vestito? Mi ricambio da capo. Un classico vestito nero, le scarpe e una bella collana lo risolleveranno.
ore 18.30: Trovato! Vestito nero con schiena aperta. Calze nere. Golf leggero nero. Mi guardo allo specchio. Ho sempre i prosciutti, la panza e anche un culo che jennifer lopez così grande se lo scorda, ma tanto posso sempre togliere il golf, mica sono ingrassata nella schiena! Schiena e scarpe d'oro mi salveranno.
ore 19.30: Pronta! Bagno, capelli, trucco, ceretta, mani e piedi. Mi vesto.
ore 19.45: Ora sono anche vestita! Esco.
ore 20.15: Vado a prendere il mio amico. Fa un freddo cane e non credo che il golf lo toglierò mai...però con tutto questo vento c'è una stellata magnifica.
ore 20.20: ciao fra! un tocco di anni ottanta, vedo...(a me pareva più lady gaga, però..)
ore 20.30: in macchina: no scusa, nelle tue scarpe ci vedo più ziggy stardust...(lui non mi può vedere, perchè sta guidando, ma io sorrido. ziggy non si discute. ziggy played guitar...)
ore 4.30: sono a casa e mi tolgo le scarpe da ziggy. Come gli invidio quel suo god's given ass...Ci penso domani, però...

lunedì 1 febbraio 2010

mio padre/2

Papà è in coda al supermercato e davanti c'è una signora che si lamenta per la coda alle casse.
Papà: -Mi scusi ma lei è in pensione?
Signora: -Sì
Papà: -Beh anch'io, abbiamo tutto il tempo che vogliamo, perchè tanta fretta?
Signora: -Ma si faccia gli affari suoi...
Folla al supermercato: ha ragione il signore, anzi no, la signora, ma insomma assumete più cassiere!
Papà: -Ma io ho solo fatto una domanda...

giovedì 28 gennaio 2010

sex and the city/2 (freedom!)

Da una sentenza della corte costituzionale riportata dall'Espresso di questa settimana:
"avvicinandosi la nozione di fedeltà coniugale a quella di lealtà, che impone di sacrificare gli interessi e le scelte di ciascun coniuge che si rivelino in conflitto con gli impegni e le prospettive di una vita comune"
Oh accidenti, davvero? Io non lo so, signori della corte. Bisogna davvero rinunciare alle aspirazioni personali se il coniuge non è d'accordo? Essere leali verso una persona significa rinunciare a quei progetti che non la contemplano? Io pensavo che significasse cercare il più possibile di darle una mano, qualunque cosa decida di fare, persino di lasciarti, pensavo che significasse lasciarla libera di realizzarsi, di essere se stessa.
Esempio pratico 1:
Una mia amica medico aveva un compagno dai tempi del liceo. Voleva imparare ad operare in America. Ci doveva rimanere un anno, è stata via per due. Poi le hanno offerto di specializzarsi ulteriormente in India, per sei mesi. E' tornata ed è stata subito assunta, ma il suo compagno, rimasto qui in Italia, non l'ha mai veramente perdonata. Ora non sono più insieme e qualcuno sostiene che ha sbagliato. Io la difendo. Di che cosa dovrebbe pentirsi la mia amica? Di aver seguito le sue aspirazioni? Di essere quella che è, un medico coscienzioso che voleva imparare a fare bene il suo mestiere, senza compromessi? Di aver preferito un'esperienza unica che probabilmente non avrebbe mai potuto più fare? Lui avrebbe potuto seguirla e condividere con lei quegli anni. Ha scelto di rimanere qui, liberamente. Chi è in conflitto con le prospettive di una vita comune?
Esempio pratico 2:
Un mio amico è sposato con una ricercatrice e ha una figlia. Lui ha uno studio a Milano. Lei ha trovato un contratto a Helsinki e vive lì con la bambina, dopo un periodo a Firenze. Non hanno problemi economici, lei potrebbe tornare quando vuole. Nei panni del mio amico, io non me la sentirei di chiederle di rinunciare alle opportunità migliori.
Forse sono io l'idealista, signori della corte. Io sogno persone che accettino le altre per quello che sono, senza pretendere di ingabbiarle, di sacrificarne interessi e opportunità. Io mi sentirei in colpa per tutta la vita e anche un po' dopo se mai dovessi forzare le scelte di qualcuno. Io pretenderei che il mio compagno mi lasciasse la libertà di vivere quello che voglio, di essere come sono, di andare. Per poi decidere di non partire o di tornare all'improvviso, ovvio, come potrei resistere a qualcuno così?

mercoledì 27 gennaio 2010

requiem per due materie

Cosa ne direste di un film in cui la cinepresa inquadra sempre e solo lo stesso paesaggio dallo stesso punto di vista? Insulso, no? Questo sarebbe il mondo senza storia e senza geografia, un mondo senza profondità di campo. Non vorrei che nessuno vivesse in quest'incubo, tantomeno dei ragazzi.

venerdì 22 gennaio 2010

sex and the city (and friends)

Venerdì sera, cena fra amici:
-Amico 1: e dai, è quasi scontato che l'uomo ti offra la cena o da bere...ci rimarrebbe male se non lo facesse
-Amica 2: no, io mi imbarazzo se pagano per me, a meno che non siamo amici
(tra sè e sè, ok, questo me lo sono giocato...)
-Amico 3: ma non cambi proprio mai...

Mercoledì sera, in un ristorante di Milano, tre amici di lunga data si reincontrano e tirano l'ora di chiusura.
Amico 1:-Sono con i mezzi...-
Amico 2:-Sono in scooter ma non ho un altro casco...-
Amica 3:-Sono in macchina, ok, dai non ho posteggiato lontano...da qui sai prendere la tangenziale nel senso opposto?-

Giovedì sera, alla suddetta amica dopo essere stata a cena è passato il sonno, quindi decide di raggiungere altre persone ad un concerto jazz. Con sua sorpresa, dato che pensava di trovare una tavolata intera, si ritrova con il suo miglior amico e con una ragazza conosciuta una settimana prima. Si chiacchiera, poi i musicisti ripongono gli strumenti, è ora di andare a casa. L'auto dell'amico, che ha offerto un passaggio alla ragazza, è posteggiata davanti al locale, l'altra oltre una rotonda, sulla via parallela. Ci si saluta. I due aprono la portiera, io giro l'angolo e mi avvio verso la mia macchina. Quando ci arrivo, penso che a nessuno proprio è venuto in mente di accompagnarmi. Il quartiere è frequentato anche se è tardi, è pieno di locali e quindi non è questo il punto. Se non è un problema, dove sta il problema, come direbbe giustamente il mio miglior amico se mi vedesse con la faccia perplessa? Non c'è nessun problema, nessun punto. Va tutto bene così com'è, io riaccompagno a casa la gente, vado da sola in macchina, pago la mia birra. Siamo pari, no? Non vorrei che fosse diverso, non mi sento a disagio. Se solo qualcuno mi sentisse mentro canto Somebody to Love a squarciagola mentro torno a casa.
Modalità Carrie Bradshow on (cioè scrivo pensieri profondi coi punti interrogativi alla fine, vestita di due stracci che però addosso a me sembrano divini con un paio di Manolo Blanhik ai piedi):
A chi si fanno i gesti di galanteria? Nelle città odierne sono scomparsi per eccessiva fretta, per malinteso senso della parità, per sciatteria? Lascereste andare un vostro amico solo alla macchina o andreste a una cena confidando in un suo passaggio senza chiederglielo prima? Si può chiamare galanteria o solo gentilezza? O forse con gli amici non si pone nemmeno il problema, sono amici proprio perchè non ci rifiuteranno un favore e non pretenderanno attenzioni speciali? Magari dipende dalle persone. Forse io non ci bado nemmeno, forse un'altra si sarebbe già offesa. E quando è che il genere di una persona si mette di mezzo? Voglio dire, un gesto gentile rivolto a un uomo è solo una manifestazione della nostra indole generosa e rivolto a una donna è una galanteria? E potrò mai offrire un passaggio o una birra a un uomo che non sia un mio amico e che quindi sono sicura che lo prenderà per quello che è, la concreta manifestazione del desiderio di passare una bella serata con lui e non ci rimane male? o tutto dipende non solo dalle persone, ma anche dalle circostanze?
In questa città, può esserci gentilezza senza che sia associata alla galanteria?
Modalità Carrie Bradshow off (cioè ho tolto le Manolo e guardando fuori dalla finestra non vedo Manhattan...)
Problemoni, eh? beh, a parte i grattacieli e i taxi, a me giovedì sera dopo aver ascoltato un bravo trio jazz passeggiando davanti al Blue Note il quartiere isola sembrava un pochino il Greenwich Village. Un pochino, però, e non perchè nessun Mr. Big mi ha aperto la portiera di una limousine, ma solo perchè non porto le Manolo, Laboutin a me è sempre piaciuto di più ;-)

giovedì 21 gennaio 2010

mio padre

A Natale a mio padre presentano un persona, il dr. Doppietti. Papà non ha un gran memoria per i nomi, proprio come la sua prole, per cui prova uno stratagemma: associare una doppietta al viso del dottore appena conosciuto. Lo reincontra questo mese e sorride a 32 denti: -Buonasera, dr. Carabina...

Mio padre, che uomo! Degno della sua adorata figliolanza...

martedì 19 gennaio 2010

siria 2009/2010









Ho cercato di rendere l'atmosfera di un paese meraviglioso, in cui sembra che tutte le epoche, dalle prime città fino ai moderni mezzi convivano senza intralciarsi a vicenda, facendo semplicemente posto una all'altra.

venerdì 8 gennaio 2010

anni zero?

Cambia il decennio. Io ho:
1 grande amore finito
1 nuovo lavoro
3 locali in cui vivere
1 nuovo spazio in cui esprimersi
2/3 kg in più
1 grande amica ritrovata
1 grande amica trovata
1 grande amico trovato, disperso e poi trovato ancora
1 dolcissima voce amica pescata nel pazzo web
2 pagine in più sul CV
80000 punti ancora da usare tra Alitalia, Lufthansa, Trenitalia
1 armadio pieno
10 cm di tacchi in più
1 neurone sopravvissuto
innumerevoli libri, film, canzoni, letti, visti, ascoltati, assaporati
innumerevoli bandierine piantate qua e là per il mondo
10 anni di errori, speranze, emozioni, depressioni, entusiasmi, illusioni, buchi neri e bianchi (esperienza, chiamiamola così)
10 anni passati in
1 attimo
forse è per quello che non li sento nemmeno.
Come dice Finardi, fatti i conti in fondo siamo pari, sì, siamo pari, pari, pari.

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Io non sono nero io non sono bianco io non sono attivo io non sono stanco io non provengo da nazione alcuna io, si, io vengo dalla luna io non sono strano io non sono pazzo io non sono vero io non sono falso io non ti porto jella né fortuna io, si, ti porto sulla luna