not necessarily an ordinary life

mercoledì 29 luglio 2009

mamma mia!


detto, fatto! nulla di più semplice, no?

lunedì 27 luglio 2009

evvai!

evvai Fede!! perchè le vittorie su se stessi sono mille volti più dolci...

sabato 25 luglio 2009

dear mum and dad

Non mi chiedete di reggere il vostro mondo sulle mie spalle. Io non ce la faccio, io sono grande, adulta e vaccinata, ma sono solo capace di stare zitta e mi sento male al pensiero. Io sto bene, è davvero una giornata stupenda e questo vi dovrà bastare. Ora esco, o forse scappo. Ci sono sole e vento, ci sono un bolide che mi aspetta, una strada che ho in mente, un libro da leggere e amici da incontrare stasera. Non è tutto quello che voglio, ma mi basterà. Non voglio sentire quella stretta allo stomaco che mi avvisa che vorrei essere da un'altra parte e non qui e ora. Mi dispiace, voi tutto questo non lo sapete, non lo dirò mai. Quindi permettete che per l'ennesima volta non sarò considerata una "bella consolazione". Non ne vado fiera, vorrei sul serio avere le parole giuste per ognuno di voi. Non mi vengono, non so che dire, forse per istinto di sopravvivenza, più che per egoismo. Non sono sicura che l'abbiate mai compreso. Passerà.

giovedì 23 luglio 2009

il logorio della vita moderna

drrriiiin, sveglia. (ma che ore sono, ma perchè mi sveglio prima di lei e poi mi riaddormento...). Tolgo le lenzuola, preparo la lavatrice. Sgombero la lavastoviglie (troppo calcare, i piatti non sono più così puliti, devo ricordarmi di coprare il disincrostante). Faccio colazione (ma non è il caso di accendere pc e adsl? così sono già pronti). Devo telefonare a un paio di medici (no aspetta, prima guardo nel server se c'è qualche novità, così li chiamo una volta sola. Eh no, come server unavailable???). vabbè facciamo con i dati di ieri sera...noooo, la cornetta in faccia no! ma che maleducati..ok chiamo il responsabile. In viva voce con il mondo? e vabbè...(acc il telefono è quasi scarico, aspetta che prendo il caricatore) Richiamo il primario? sì ok manderò una di quelle mail suadenti ma aggressive. E richiamo il medico, come no. (ma chissà se gli altri medici avranno risposto alle mail, aspetta che controllo...) Uh, la mia amica su skype, devo ricordarmi di chiederle se ha trovato la mia carta d'identità. nooooo il telefono no, cosa c'è? non funziona il sito? prendo nota e comunico a chi di dovere. (acc ma è il compleanno di quell'altra mia amica. le mando gli auguri subito sennò mi dimentico). Abbiamo i dati per la teleconference aggiornati? sì direi di sì, ma ho spiegato che il server non funziona. Sono aggiornati a ieri sera. Non basta, ok, chiedo a qualcuno in sede di mandarmi la copia aggiornata a questa mattina. Così si nota che c'è stato un avanzamento. La mail al primario? Sì l'ho mandata, in copia a tutto il mondo, sìsì. (oggi cosa mangio?). Il training non l'ho ancora fatto, mi hanno mandato le password ieri sera..(ma io volevo ascoltare gli ac/dc dove cavolo è finito il file?) Ma sì, mandami una mail con tutto quello che manca. (mi grattano da morire le spalle..devo spalmare il localyn...). Ho mangiato un'insalata e 4 fichi. Ho fame! A quante mail devo ancora rispondere? (le note spese, le note spese...le devo fare di sicuro!) La teleconference è tra un'ora, mi devo preparare. I dati nuovi? Ah, solo tre queries pending? Ma dai? Allora ho lavorato...Ah non riesci a chiamare il corriere? Si mandamele a casa, come no..(uff ma anche gli iron sono spariti dal pc, ma che è successo???) Non ci sono i dati del paziente? Eh ma non sono lì, come faccio a controllare che facciano tutto? (non devo dimenticarmi di buttare la plastica stasera perchè c'è il polistirolo della confezione del pesce e puzza...) Non hanno ancora pazienti? sì li chiamo, come no? (ma il mio amico che mi ha chiamato perchè sta litigando con la morosa chissà come sta, nel we è da solo, magari venerdì ha il tempo di una birra) Ehm, ma il training quando scade? Già scaduto? Ho detto che mi hanno mandato le password ieri...(le note spese, le note spese...e anche la bolletta del gas!!) noooo il telefono no! siiii il medico lo chiamo.....come non risultano risolte le queries???(no, la spalla mi gratta troppo, adesso mi alzo e faccio una doccia) si si dopo vado a farmi un bel giro in bici. (eh certo, e il vicino che ti ha promesso di farti partire la macchina e gonfiare le gomme?) Ferie, il medico è in ferie? Come dici? No, io no, perchè, ne ho bisogno?

martedì 21 luglio 2009

on the road again

A Berlino ho passato quasi una giornata intera aspettando le mie amiche. Ogni tanto mi piace camminare da sola per città sconosciute con una cartina in mano e rendere conto solo a me stessa di dove sto andando. In queste occasioni cammino per km senza quasi fermarmi, perchè vorrei avere un'idea dello spirito della città senza che il giudizio degli altri mi influenzi. Oltretutto ho un passo abbastanza veloce: cammino e mi guardo in giro sperando di cogliere l'atmosfera dei quartieri che attraverso. Per infilarsi in un museo c'è sempre tempo...
A Berlino poi non ci sono strade strette e tortuose, o almeno io non le ho viste: si cammina su viali abbastanza dritti e larghi. Non ci si perde facilmente, non c'è bisogno di guardare la cartina a ogni incrocio e quindi si ha il tempo di lasciar vagare i pensieri e di osservare quello che succede. Io cammino e non vedo la fine, come se poi mi importasse qualcosa dell'orizzonte, di quella linea sottile che non so definire. Cammino e mi distraggo e non sono mai a casa. A volte mi piace questo andare e tornare, a volte ci annego, perchè non so se fermarmi o continuare, un passo dopo l'altro, un piede davanti all'altro. E poi se un senso c'è, per me è poco importante. A me basta sapere che posso andare avanti a camminare, che posso cambiare la rotta se serve, fermarmi e poi ricominciare. E se una volta o l'altra raggiungerò un orizzonte, mi basterà stendere la mano. Se non sarò in un Truman show con uno sfondo di cartapesta, non ci sarà motivo di ritrarla.

lunedì 20 luglio 2009

lettera ad un'amica

carissima,
scrivo perchè a parole non riesco a dipanare i pensieri che mi sono saltati in mente mentre guidavo e i passeggeri dormivano ieri sera. Scrivo di getto, quasi senza rileggere, per cui se non sarò chiara o se ci saranno errori, scusa. Non ce l'ho con te e non ti manderò a cagher. Non lo farei mai, e poi perchè e cosa risolvo mandando a cagher la gente? Vale anche per il mio ex, ovviamente. Ho sempre pensato che le persone hanno tutto il diritto di cogliere le opportunità che vengono loro offerte o che si creano da sole (vale per la mia amica storica quando avevamo 16 anni e ci piaceva lo stesso tipo, vale per te con m. e vale anche per la donna che adesso ha una bambina con il mio ex, parlando solo di maschi). Se altri vedono una possibilità e se la prendono dove io non l'ho vista o non sono capace, beh la colpa non è loro di sicuro, è mia che non ho visto o non ho avuto il coraggio o le capacità necessarie. Tutto qui. Quindi me la prendo con me stessa piuttosto che con gli altri. E' già molto che abbia imparato a non odiarmi del tutto e piuttosto a chiamare qualcuno di cui mi fido e piangere. Il perchè poi io mi tiri sempre la zappa sui piedi è materia di studio per il prossimo convegno internazionale di psicanalisi dei neuroni isolati-sono uno dei rarissimi esemplari in possesso di neurone single che ha rifiutato la protezione del wwf. Un secondo motivo per cui non ti ho mandato a cagher e non lo farò è che io apprezzo tantissimo le persone oneste e sincere. Anche perchè se le cose non me le dicono, io cado sempre dal pero...ma questa è un'altra storia...Oltretutto, il modo migliore perchè io risponda sì ok va bene è chiedermelo direttamente. Non rifiuterò mai qualsiasi cosa ad una persona a cui voglio bene che me la chieda. In fondo, io so il sacrificio che comporta per me la richiesta, ma non so qual è il sacrificio che comporta per l'altro un mio no. Nel dubbio, scelgo il mio sacrificio, anche perchè non mi sentirei mai a mio agio sapendo di aver tolto qualcosa-qualsiasi cosa-ad una persona a cui voglio bene. Nonostante i miei buchi neri, le cose che non so fare e i miei momenti di disperazione, rimango una persona solare e ottimista. Vedrai che prima o poi imparerò ad avere un po' più di coraggio (anche se qualcuno ha detto che il coraggio uno non se lo può dare, ma io non ci credo...) e a fidarmi un po' di più di quella stupida e ingenua testolina riccia. In fondo, le voglio bene e glielo dovrei proprio. Non mi scuserò per averti rubato del tempo per leggere e per stare dietro ai miei pianti, nè ti ringrazierò per il conforto e l'affetto, anche se ti devo moltissimo. Almeno questo l'ho imparato. Dato che non so bene il motivo per cui ti ho scritto, forse solo per sfogarmi, non mi offenderò nemmeno se la mail finirà nella spam insieme alle farneticazioni idiote di qualche venditore di cialis. alla prossima, amica!
La lettera l'ho spedita sul serio. Qui l'ho pubblicata togliendo solo i nomi. Ho pensato di farlo perchè racconta parecchie cose di me: è vero che la corrispondenza è privata ma finchè non pubblico quella altrui....L'unica cosa che non le ho scritto è che davvero, sabato sera in una discoteca chiamata kursaal di fronte a lei che mi confessava che la nostra amicizia era più importante di quasiasi uomo, tanto più se per lei doveva essere solo divertimento, io ho avuto la sensazione di essere salita sulla macchina del tempo e di essere tornata indietro di 20 anni. Identica scena, identico anche il nome della discoteca. Identica conclusione. Mi sono mantenuta giovane, in fondo, no? altro che botox ;-)

lunedì 13 luglio 2009

si va a berlino!!!

E' difficile trovare un posto dove la storia dell'ultimo secolo sia così visibile come a Berlino. Nello stesso tempo, è una città votata al futuro, a quello che sarà piuttosto che a quello che è stato. In certi punti, anche in pieno centro, è ancora un cantiere. Berlino è bellissima e ha un fascino tutto particolare, dato dalla perfetta commistione tra antico e nuovo. Ma di antico è rimasto ben poco. Devo dire la verità, io subisco di più la suggestione delle stradine piccole e tortuose, dei palazzi mediovali, delle chiese e monumenti lì da centinaia e centinaia di anni. Quelli mi danno davvero la sensazione della Storia. A Berlino la Storia sembra un ingombro, e capisco.
Detto questo, il monumento alle vittime dell'olocausto è davvero angosciante, perchè non c'è nessun riferimento concreto e ognuno ci può ritrovare la sua personale angoscia. Però nel frattempo in mezzo ai cubi di cemento in fila i bambini giocano e corrono. Questa è la rivincita più bella nei confronti di chi concepiva il mondo solo come una marea di gente uguale che marciava con lo stesso passo guardando nella stessa direzione.
Il checkpoint Charlie adesso è una piccola isola nel mezzo di una delle strade principali. Anche lì, le macchine passano, i turisti scattano foto con le comparse vestite da soldati e i berlinesi camminano e fanno shopping. E' dimenticare? No, è continuare a vivere.
Paradossalmente, l'immagine più toccante che ho visto a Berlino non era al checkpoint Charlie, nè al monumento per le vittime all'Olocausto, nè nei musei e nemmeno per le strade della vecchia Berlino est. Era allo zoo. Non avevo mai visto uno zoo, ma quello di Berlino è il più grande d'Europa, così una mattina ho lasciato le mie amiche e l'ho visitato. Sono entrata nella stanza delle scimmie e dal vetro mi guardava uno scimpanzè. Se non l'avete mai fatta, è un'esperienza che vi consiglio. E' lo sguardo più umano che abbia mai visto.
A chi non è convinto che gli umani siano una specie animale e a chi pensa che siano superiori perchè hanno in loro una scintilla di divino, non bisognerebbe replicare nulla. Solo portarli faccia a faccia con uno scimpanzè. Poi chiedere loro di essere sinceri con se stessi. E non aspettare la risposta.

lunedì 6 luglio 2009

l'educazione sentimentale della signorina F.

La signorina F. guardava il paesaggio fuori dal finestrino distrattamente. Il treno la stava riportando a casa dopo qualche giorno trascorso ospite dalla signorina M., che dal paese dove entrambe vivevano si era trasferita in una città sul mare, piuttosto grande e con molte spiagge dove sdraiarsi, rilassarsi e chiacchierare di tutte quelle piccole cose importanti e trascurabili che cementano un'amicizia. La signorina F. stranamente non aveva chiuso gli occhi, come sempre le accadeva su un qualunque mezzo in moto per più di qualche minuto. Guardava le righe sulle pagine, ma non stava leggendo: i suoi pensieri vagavano indisturbati senza avere nessuna voglia di trovare una meta. Per un po' li lasciò andare, poi si concentrarono da soli su un paio di brevi conversazioni dei giorni precedenti, prima della partenza. Sul momento la signorina F. non vi aveva prestato attenzione, ma qualcosa evidentemente doveva averla colpita, se riemergevano dalla memoria dopo un po' di tempo. Una cara amica l'aveva avvertita: proteggiti, difenditi. Non hai bisogno di farti del male per capire che cosa davvero pensino le persone. Era davvero così? Forse per qualcuno, non per la signorina F., che sotto molti punti di vista si poteva definire un'impavida ingenua. Come riuscire a comunicare con un'altra persona senza essere completamente trasparente le risultava sempre un mistero. Come indovinare le intenzioni di qualcun altro prima di chiedere lumi esplicitamente era un enigma senza soluzione. Per usare un linguaggio preso a prestito dalle carte, doveva sempre "andare a vedere". Questo rispecchiava la sua natura di persona curiosa ed estroversa, ma a lungo andare era impossibile da sostenere. Curiosamente infatti, la personalità solare si accompagnava nella signorina F. a un certo grado di timidezza che le impediva di chiedere nei tempi e nei modi che avrebbe voluto. Nonostante le apparenze, non era infatti una di quelle persone spavalde, sempre sicure che gli altri ascoltino quello che hanno da dire, anche se insignificante. La signorina F. non avrebbe mai chiesto nulla per prima, ma se qualcuno si fosse preso la briga di farlo al suo posto, sarebbe stato sicuro di trovare in lei un'anima sincera e curiosa, disposta a concedere fiducia senza nessun appiglio concreto. A questo punto i pensieri tornarono all'altra conversazione riemersa dalla memoria della signorina F. Un amico comune stava consigliando la signorina M. su certi affari di cuore e stava descrivendo i comportamenti di altre ragazze con cui si era accompagnato negli ultimi mesi. Sedurre-diceva-fare in modo che nasca il desiderio di stare con te, di scoprire quello che sei. Alla signorina F. sembrava sul momento che quell'amico avesse colto nel segno: pareva una descrizione presa dal manuale del perfetto casanova. Ma i pensieri vaganti di quel pomeriggio sul treno colsero un altro aspetto: se è così, allora quel modo di essere trasparente, di non essere capace di non svelare subito tutto, di raccontarsi senza nessun tipo di malizia era quanto di più lontano ci potesse essere dalla quella perfetta descrizione di seduzione ascoltata per caso e rivolta ad un'altra persona. Non avrebbe potuto far nascere in qualcuno il desiderio di saperne di più se lei stessa era disposta da subito a squadernare di fronte all'altro i suoi pensieri, le sue emozioni, le sue idee, senza essere nemmeno sicura dell'uso che ne sarebbe stato fatto. Poche persone sarebbero andate al di là di quello che lei avrebbe raccontato. E d'altra parte la signorina F. non vedeva il motivo di smettere di essere così com'era: a torto o a ragione, vedeva come un dono la capacità di fidarsi delle persone quasi a prima vista e di affidare un pezzetto della sua anima a coloro che per qualche inspiegabile motivo le inspiravano un gesto così intimo. Non sarebbe stato facile, e lo sapeva, incontrare qualcuno in grado di non spaventarsi di una cosa per lei così naturale ma così rara nel mondo e di andare oltre quello che lei aveva spontaneamente offerto. Ma ritrarre la mano, nascondersi e difendersi a priori le sembrava un'idea orribile, un rimedio peggiore del male. Immersa in questi ragionamenti, la signorina F. si accorse che il treno sbuffando e sferragliando era ormai arrivato e si stava fermando. Non pensò a trarre una conclusione ragionevole da tutte quelle parole che avevano soggiornato nella sua mente, prese la sua borsa e si mise in fila per scendere. Quando uscì dal vagone e fu all'inizio del binario, ebbe chiaro che nessuno la stava aspettando e nessuno aveva contato i minuti prima di poterla rivedere. Cercando di scrollarsi di dosso la sensazione di solitudine che l'aveva presa alla bocca dello stomaco, si avviò verso l'imbocco della grande piazza di fronte alla stazione e camminò verso la sua coincidenza. Per fortuna non era lontana e il bagaglio era minimo. Questa volta, sul secondo treno si addormentò profondamente.

mercoledì 1 luglio 2009

nel caso qualcuno me lo chiedesse ancora...

modalità anima proletaria on
sono di sinistra perchè mi piace pensare che domani sarà migliore di oggi
sono di sinistra perchè sono felice solo se lo sono anche gli altri intorno a me
sono di sinistra perchè vorrei la libertà di essere e avere e non solo di consumare
sono di sinistra perchè voglio tutto e subito, ma lo chiedo per favore
modalità anima proletaria off

grazie signor g.

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Io non sono nero io non sono bianco io non sono attivo io non sono stanco io non provengo da nazione alcuna io, si, io vengo dalla luna io non sono strano io non sono pazzo io non sono vero io non sono falso io non ti porto jella né fortuna io, si, ti porto sulla luna