not necessarily an ordinary life

mercoledì 28 ottobre 2009

la vita imita la letteratura

"Qualcuno doveva aver calunniato silviob., (o marazzo, o mastella, o chi volete voi) perché senza che avesse fatto niente di male, una mattina fu arrestato (o si dimise, o accusò la stampa, a seconda del soggetto)".

E se invece una volta tanto prendessimo questo incipit da imitare:

"(personaggio a scelta), svegliatosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo".

N.B. e ci va già bene che si imiti la buona letteratura: a volte, nemmeno quella.

ci sono già passata..

Angels with silver wings shouldn't know suffering

I wish I could take the pain for you

coraggio amico, lo so perchè ci sono già passata: tra un po' ci ridiamo sopra davanti a una media rossa. Ora è un po' presto. Prima c'è l'incredulità, poi la rabbia, la delusione, gli scatti d'orgoglio. Poi la cicatrice si forma e la pelle è nuova. Fidati, questa incrollabile ottimista mai abbastanza cinica non ha mai nascosto la sofferenza ma non ti ha mai nemmeno raccontato una sola bugia.

martedì 27 ottobre 2009

le mille luci di NY

Da un paio di giorni il buio scende presto. Pur amando il sole, a me non dispiace, perchè significa che le strade della città si riempiono di luci prima. Non vedo l'ora che si accendano le luminarie di Natale. Uscirei tutti i giorni verso sera solo per godermi le luci delle macchine, le insegne dei negozi, la gente che si affretta. Ieri pomeriggio sul tardi ero in giro in bici in centro all'inizio di una discesina e vedevo tutto questo da sopra e nella mia testa risuonava la rapsodia in blu. Po-po-po-poo, una pedalata ed ero a Manhattan.

giovedì 22 ottobre 2009

ombre e nebbie

Questa mattina presto c'era buio e una nebbiolina umida che ricopriva la cima degli alberi e dei condomini. Io sono nata in mezzo alla nebbia, che ormai mi è indifferente. Oggi però guardando fuori dalla finestra il neurone è precipitato in un altro paesaggio, in un altro tempo: quando da bambina vedevo dal balcone una ciminiera confusa nella nebbia e da liceale camminavo sugli argini del fiume, lui color piombo, il cielo più chiaro ma sempre grigio. Non so cosa accade a voi, per me i ricordi sono immagini con una sceneggiatura che attraversano la mente, un po' come i sogni. Durano poco, poi svaniscono. Non posso impormi di ricordare, così come non posso impormi di sognare. Non so nemmeno a volte se le immagini o le parole che le accompagnano siano mie o le abbia viste o lette da qualche parte o se me le sia inventate. Così a volte ho la sensazione di essere un gigantesco collage, di avere nella testa un magazzino non inventariato di colori, odori, immagini, suoni, frasi, parole, di cui non ho il catalogo. Chissà se la nebbia che mi ricordo io è proprio quella che vedevo da bambina oppure era quella che mi descriveva mia nonna oppure quella che mi immaginavo leggendo Marcovaldo (e nemmeno so se Calvino descrive la nebbia lì) oppure quella che affrontavo all'università dalle parti di Linate o di Crema. Io proprio non saprei dire. Per me sono tutte egualmente presenti, tutte tornano contemporaneamente in mente quando vedo il cielo grigio, sovrapponendosi con un certo ordine come se fossero pezzi di una sceneggiatura in cui però il regista non è intervenuto.
Non è vero che abbia poca memoria. E' solo che non la controllo volontariamente. Il neurone forse ne sa qualcosa, ma non oso chiedere. Ha già abbastanza da fare!

mercoledì 21 ottobre 2009

ho visto cose che voi umani...

Scavalcati a sinistra da Tremonti? Tremonti??? E silviob. gli dà pure ragione? Dai, su, quando è che compare la scritta "sorridi sei su scherzi a parte"?

martedì 20 ottobre 2009

il neurone dà i numeri...

4: le volte che ti ho visto in tutto, di cui
1 alla luce del giorno. In totale, hai incrociato la mia vita per
2 volte. Subito dopo la volta n°
1, ti confessai di aver paura che mi scegliessero ad un colloquio. Infatti non successe. Però capii di aver voglia di cambiare e che potevo farcela. Infatti l'occasione è capitata. Dopodichè abbiamo ripreso i contatti e dopo
14 mesi, ti ho rivisto, di sfuggita. E dopo la volta n°
2, di nuovo ho voglia di cambiar aria, di imparare cose nuove, che per me equivale a sentirmi viva. Non ho paura di provarci. Sarà una coincidenza?
Forse non riusciremo a incrociare le nostre vite materiali per la volta n°
3. Ma è bello sapere che esisti e che, coincidenza o no, su di me hai l'effetto di
1 pillola di energia vitale. Forse non è il miglior complimento che tu abbia ricevuto. Ne avrai avuti
1000 altri, anche più gratificanti. Ma io non son normale e in più quel lato coraggioso, istintivo, fiducioso, in
1 parola quel lato "ariete" che riesci per vie oscure a far prevalere in me mi piace davvero.
NdR: Ho
1 neurone, spesso in disaccordo con se stesso. A volte dà i numeri...

venerdì 16 ottobre 2009

oh yes darling...life's beautiful sometimes!

In rigoroso ordine sparso:
-fa freddo ma c'è un bellissimo sole limpido
-ho preparato la valigia per Roma
-passo le notti a sognare
-amo il mio lavoro ma non lo farò per troppi anni di fila
-sono stata abbastanza coraggiosa per guardare, come mi hanno suggerito di dire, cosa chiede il mercato (punto collegato al precedente)
-ho comperato una magnifica stoffa blu elettrico e ieri ho provato il mio vestito nuovo
-mi farò un viaggio in treno leggendo
-a roma vado a vedere una mostra su due dei miei pittori preferiti
-martedì ho fatto le ore piccole ascoltando blues dal vivo
ecco, non sono grandi cose, ma la loro somma mi dà la carica. Statemi dietro, che si inizia a ballare!

lunedì 12 ottobre 2009

ehi voi, non mi avrete!

Ehi, sì, dico a te, a te che fuori dal bar mi hai dato della radical-chic, con una faccia un po' schifata. Non ho replicato, perchè sono una persona educata (ed essere educati non vuol dire essere intellettuali fighetti snob, caro mio, vuol dire che per me gli altri, chiunque siano, sono persone e vanno rispettate). E dico anche a te, che hai detto per prima cosa di fronte a un quadro a una mostra "quanto costa".
Voi avete sicuramente capito qualcosa più di me sulla vita, visto che la gente in piazza vi omaggia e riverisce e vi potete permettere cose che io nemmeno in una vita di regolare stipendio potrei avere. Siete convinti che per essere eleganti e farsi notare sia sufficiente andare in giro strafirmati da capo a piedi, possibilmente un po' rifatti e con l'aria strafottente da "il mondo è mio perchè lo posso comprare". Per voi io sono un'intellettuale snob perchè mi ostino a leggere il giornale, perchè ho studiato, perchè non vivo come voi, perchè apprezzo le belle cose ma non ne sono schiava, perchè prima di parlare ho l'umiltà e l'onestà di ascoltare. Io sono la peggior specie di individuo perchè non vi capacitate del fatto che io non sia come voi e non voglia esserlo e che non abbia bisogno di tirar fuori il libretto degli assegni per godermi un quadro.
Per voi io sono un mistero, perchè giro vestita come una persona normale, lavoro addirittura in una multinazionale, dò del lei e azzecco i congiuntivi, ho una bella casa, una collezione di scarpe col tacco e le unghie laccate, ma non voglio essere accomunata a voi. Voi giudicate, quando mi vedete camminare bella precisa con il mio trench e la gonna al ginocchio o i pantaloni diritti e la camicia bianca e pensate di aver capito tutto. Fate uno sforzo e guardate la mia narice sinistra. Lì c'è una pallina d'argento che ho messo a vent'anni e non ho più tolto. Lì c'è la mia passione per il martini, l'hockey, il jazz, il blues, il rock, per Henry Miller, per il mare, le sorprese, le notti in bianco, la birra, il vino, il buon cibo e il colore rosso. Da lì, se aspettate un po', ad un certo punto parte Basket Case e allora preparatevi, che si balla sul serio. Poi rimetto il rossetto e il trench. Rigorosamente rossi, perchè possiate comprendere.

venerdì 9 ottobre 2009

a song from the inside

Ah sì, quando ritorni qui, nell'atmosfera, con i capelli coperti di gocce di Giove, il tuo sguardo è limpido come un mattino di giugno, hai la spensieratezza delle giornate di sole e il tuo passo è leggero come la pioggia di marzo. Mi ricordi sempre che è il momento di cambiare. Sei di ritorno dalla Luna, mi porti la primavera e le tue parole sono chiare come una sera d'estate. Allora racconta, hai attraversato il Sole senza perdere le ali come Icaro? Sei arrivato alla Via Lattea, soltanto per vedere che tutte le luci sono svanite e che il paradiso non è niente di che? (ma da' retta, il viaggio vale da solo la pena) Ehi racconta, sei caduto per colpa di una stella cadente, una senza cicatrici? (non ti fidare di chi non è caduto e non porta cicatrici) Beh, senti, non è che ti sono mancata, mentre stavi cercando te stesso, là fuori? Ecco, da quando sei tornato, mi hai ricordato che c'è sempre spazio per crescere. E poi, quella storia di quell'uomo che aveva così paura di volare da non essere mai atterrato, credo mi si addica, sai? Dai racconta, hai perso l'equilibrio per il vento? E sei riuscito a ballare su un raggio di luce? E hai mai perso la testa? Davvero, hai trovato tutto quello che volevi sapere? E mentre lo cercavi, avresti mai voluto che io fossi lì?

les yeux ouverts

Non mi ricordo di aver mai aperto gli occhi al mattino senza vedere contorni annebbiati, confini sfumati, distanze vaghe. Ho bisogno di mettervi a fuoco. Forse per quello vi fisso: non sempre in viso, anche se ho imparato a farlo più spesso. Ma più prima che poi vi guarderò sempre negli occhi, perchè per me sono la prima cosa a fuoco, la prima che distinguo. Vi prego, lasciate che il mio sguardo incontri il vostro. Prometto di lasciarmi indagare, di non abbassarlo nemmeno io.
(alla luce del sole, hai gli occhi quasi turchesi, di un verdeazzurro irreale che ho visto solo all'alba nei cieli del deserto americano o in certe spiagge col mare limpido e le rocce bianche)

giovedì 8 ottobre 2009

situazione tragica ma non seria

Non vorrei entrare nel merito delle varie sentenze della Corte costituzionale dal 2004 a ieri (ne ho trovato qui http://blog.tooby.name/ un riassuntino comprensibilissimo anche per me). A me fa molta più paura l'arroganza accoppiata alla stupidità e alla sciatteria. E' un andazzo che riscontro dovunque.
Qualunque sia il tuo scopo, persino malvagio o delirante, se per te diventa questione di vita o di morte ti prepari al meglio per vincere, no? E invece mi sbaglio io. Avvocati che non leggono le sentenze, che non conoscono le procedure, deputati che cadono dal pero quando si vota la legge per cui hanno protestato, etc etc etc in mille campi. Così si va avanti alla carlona, un tant al toc, come si dice da me. Ma non si arriva da nessuna parte, nemmeno all'inferno. Si può anche lottare contro un sistema che non si condivide. Ma neanche gli Dei possono nulla contro la stupidità umana.

martedì 6 ottobre 2009

When I see the price that you pay, I don't wanna grow up, I don't ever want to be that way

Orsu' che dovrei fare?
Cercarmi un protettore, eleggermi un signore,
e dell'ellera a guisa che dell'olmo tutore
accarezza il gran tronco e ne lecca la scorza,
arrampicarmi invece di salir per forza?
No, grazie!
dedicar com'usa ogni ghiottone,
dei versi ai finanzieri? Far l'arte del buffone
pur di veder alfine le labbra di un potente
atteggiarsi a un sorriso benigno e promettente?
No, grazie!
Saziarsi di rospi? Digerire
lo stomaco per forza dell'andare e venire?
consumar le ginocchia? misurar le altrui scale?
far continui prodigi di agilita' dorsale?
No, grazie!
Accarezzare con mano abile e scaltra
la capra e intanto il cavolo innaffiare con l'altra?
E aver sempre il turibolo sotto de l'altrui mento
per la divina gioia del mutuo incensamento?
No, grazie!
Progredire per girone in girone,
diventare un grand'uomo tra cinquanta persone,
e navigar con remi di madrigali, e avere
per buon vento i sospiri di vecchie fattucchiere?
No, grazie!
Pubblicare presso un buon editore,
pagando,i propri versi?
No, grazie dell'onore!
Brigar per farsi eleggere papa nei concistori
che per entro le bettole tengono i ciurmatori?
Sudar per farsi un nome su di un piccol sonetto
anzi che scriverne altri? Scoprire ingegno eletto
agl'incapaci, ai grulli; alle talpe dare ali
lasciarsi sbigottire dal rumor dei giornali?
E sempre sospirare, pregare a mani tese:
Purche' il mio nome appaia nel"Mercurio Francese?"
No, grazie!
Calcolare, tremar tutta la vita
far piu' tosto una visita che una strofa tornita,
scrivere suppliche,qua e la farsi presentare? ...
Grazie no, grazie no, grazie no!
Ma...cantare,
sognar sereno e gaio, libero, indipendente,
aver l'occhio sicuro e la voce possente,
mettersi quando piaccia il feltro di traverso,
per un si, per un no, battersi o fare un verso!
Lavorar, senza cura di gloria o di fortuna,
a qual sia piu' gradito viaggio, nella luna!
Nulla che sia farina d'altri scrivere,e poi
modestamente dirsi: ragazzo mio,tu puoi
tenerti pago al frutto, pago al fiore,a lla foglia
purche' nel tuo giardino, nel tuo, tu li raccoglia!
Poi se venga il trionfo, per fortuna o per arte,
non dover darne a Cesare la piu' piccola parte,
aver tutta la palma della meta compita,
e, disdegnando d'essere l'ellera parassita,
pur non la quercia essendo, o il gran tiglio fronzoluto
salir anche non in alto, ma salir senza aiuto!

Cyrano de Bergerac-Atto II, scena VIII

sabato 3 ottobre 2009

Nemmeno Tafazzi...

Camera, passa lo scudo fiscale. Decisive assenze dell'opposizione. (repubblica.it)

Continuiamo così, facciamoci del male.

venerdì 2 ottobre 2009

no IgNobel, no party!

Onore a loro! Perchè non crediate che nei laboratori siano tutti compassati professori oppure occhialuti e sfigati studenti alle prese con provette e computer (sì, ci sono, sia gli uni che gli altri, ma io in 10 anni li avrò contati sulle dita di una mano). Nel mio piccolo, posso ricordare, tra i mille episodi:
-una cattedratica somigliante a Glenn Close aggirarsi nell'atrio del Grand Hotel di Rimini a un congresso internazionale con una birra in mano gridando "Dov'è Mr. Jones, lo voglio qui subito!" con la voce dell'esorcista. E tutti gli altri che facevano finta di non conoscerla
-un luminare della biologia molecolare cedermi il biglietto per la cena di gala di un convegno perchè "tanto è noiosa e io ho di meglio da fare con mia moglie"
-uno studente giocare a baseball in laboratorio con un tubo porta provette (per inciso, poi diventato il mio miglior amico, lo studente, dico, non il tubo...)
-un altro luminare piuttosto alticcio la sera prima arrivare in ritardo a una conferenza al mattino e addormentarsi nelle ultime file, di fianco a me e alla mia amica
-studenti e professori in spiaggia a tirarsi spruzzi anzichè sulle sedie di un aula
-un intero laboratorio che appena sentiva Creep alla radio cantava a squarciagola (Vasco, accidenti a te!)
Quando quello spirito di lavorare, tanto e duramente, ma divertendosi un mondo viene meno, lo segue anche la buona ricerca.

Ma dai, veramente pensavate che in aule e laboratori ci sia silenzio e rispettoso culto della sacralità della scienza? Su, siate seri. La scienza è quella cosa che si fa con le idee, la discussione, la messa in pratica di quello che si sostiene, la passione di imparare e di insegnare agli altri, ogni singolo giorno, ogni singola ora. Ci si deve sporcare le mani, insomma, parlare, chiedere, condividere, provare e riprovare. Un laboratorio zitto è un laboratorio morto.

giovedì 1 ottobre 2009

Freud, come la mettiamo?

Questa notte ho sognato, in rapida successione:
-un tizio con il fisico del classico maresciallo prossimo alla pensione in tuta blu tipo fantastici 4 seduto a una panca per addominali che si liquefa letteralmente lasciando la tuta sul pavimento della palestra
-due omini dall'aria furtiva a metà tra il signor Rossi di Bruno Bozzetto e i pinguini di Madagascar che si aggirano nel parcheggio della palestra intorno alla mia macchina
-io che esco con due amici e vedo un tizio che sta provando il nuovo modello della Panda: rosa shocking, disegnata dalla Pixar e in grado di salire sui muri
-io che non trovo più la mia macchina e cerco disperatamente di ricordarmi dove l'ho messa, ritenendo evidentemente più probabile che sia io a non ricordare piuttosto che esistano tizi in tuta blu liquefatti e Panda rosa che camminano sui muri
-io che non trovando la macchina vado al lavoro di notte in tram e reincontro i miei due amici che mi criticano per il mio abbigliamento: cappotto verde smeraldo e pantaloni blu elettrico. Loro sono vestiti in giallo taxi e arancione.

Lo giuro: la sera ho mangiato cornetti, insalata, mozzarella e mirtilli. Ho visto un po' di Champions league e CSI, poi ho letto un libro sulle origini del cristianesimo. Non ho bevuto. Non ho assunto strane sostanze, che io sappia, anche perchè nessuno mi ha offerto nè una caramella nè un drink nè niente di niente. Quindi deve essere un parto del mio neurone. Ora posso:
-dare lo scossone definitivo alla psicanalisi chiedendo l'interpretazione freudiana del sogno
-contattare l'ex sceneggiatore di x-files perchè la mia trama mi sembra più verosimile di quella degli ultimi episodi e dell'ultimo film (veramente orrido, tra l'altro)
-farmi inserire un elettrodo in testa e diventare celebre come caso clinico
-cercare di contattare gli omini del sogno e farmi spiegare dove hanno messo la mia macchina
-trovare Fox Mulder, spacciarmi per Scully, tanto sono bassa uguale, e indagare su che fine ha fatto l'uomo in tuta blu
-uscire e comprare un paio di pantaloni blu elettrico e un cappotto verde smeraldo e anche pantaloni gialli e arancioni da regalare ai miei amici
-fra tutte queste nuove cose che ho da fare, non diemnticarmi di controllare che la macchina sia in garage, perchè mi sono svegliata e non ne ero mica sicura...

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Io non sono nero io non sono bianco io non sono attivo io non sono stanco io non provengo da nazione alcuna io, si, io vengo dalla luna io non sono strano io non sono pazzo io non sono vero io non sono falso io non ti porto jella né fortuna io, si, ti porto sulla luna