not necessarily an ordinary life

giovedì 27 dicembre 2012

disastro!

sono pessima. qualche volta arrivo in ritardo, non ho mai contanti, non ho senso dell'orientamento, non mi ricordo dove posteggio, non resisto alle tentazioni alcoliche, tantomeno a quelle culinarie, non so dire frasi consolanti, dimentico qualsiasi cosa, non so ordinare i cocktail e inciampo nei marciapiedi. un disastro, non c'è che dire, ma non ho mai preteso il contrario. non sono un buon affare, credimi, ma arrivo a recuperarti la vigilia di natale, perchè non ti meriti di essere triste e perchè sapere che giri in macchina a vuoto da solo mi rende ansiosa e malinconica. quindi sono un'egoista della peggior specie. sono pessima, l'avevo detto.

You get down, real low down

You listen to Coltrane, derail your own train
Well, who hasn't been there before?
Ok, I still get stoned,
I'm not the kind of girl you'd take home
If it makes you happy
it can't be that bad
If it makes you happy
then why the hell are you so sad?

domenica 9 dicembre 2012

Oh yes, it's me!

Comunque, quella pazza che balla e finisce cocktail dai nomi improbabili con liquori mai sentiti prima e finisce in un pub a spazzolarsi un panino e una birra guardando te che quasi dormi sul tavolo nonostante la redbull sono proprio io ;)

lunedì 3 dicembre 2012

tutte le lacrime che non ho pianto

tutte le lacrime che non ho pianto in quest'ultimo periodo sono venute fuori all'improvviso, così, in un sera di un dì di festa. Non so se siano finite, so però che subito dopo vengono i sorrisi :)

domenica 2 dicembre 2012

Lettera a babbo natale

Mi piacerebbe avere parole, tutte le parole di tutte le lingue del mondo e tempo per usarle e viverle e conoscere quello che descrivono. E mi piacerebbe avere gesti ed espressioni e musica, tanta musica. E continuare a conoscere tante belle persone ed essere capace di non deluderle. Babbo natale ce la può fare, a cosa serve sennò ;)

domenica 11 novembre 2012

Sogni che ti camminano accanto

È cominciato con il corridoio di casa dei tuoi. Poi correvi fuori con lo zaino e tua sorella ti inseguiva e rideva. Io aspettavo in strada e anch'io un po' correvo un po' ridevo. A 16 anni è normale.
La notte dopo invece comincia a casa mia, quella di quando ero bambina, quella grande col giardino a Milano. Corriamo nel soggiorno come se avessimo qualcosa di urgente da fare e trascuriamo un vecchio seduto sul divano che ci dice qualcosa. Lo so che sei tu, anche se il fisico è diverso, perché gli occhi chiari sono gli stessi e gli occhi non mentono mai. Mi porti per mano fuori sul balcone e faccio in tempo a vedere un tetto pieno di croci bianche, il cielo azzurro e il sole prima che mi abbracci. È strano: casa mia è al pianterreno e non si possono vedere i tetti, tantomeno se hanno delle croci sopra. E poi è finita che era mattina presto, ero sveglia, però ero da sola.

giovedì 1 novembre 2012

Senza titolo

Scriverti è un puro atto di egoismo e mi sento tremendamente in colpa. Me lo hai detto, una volta, che ti fa piacere leggermi, ma forse non immaginavi che avrei scritto regolarmente o magari hai cambiato idea. Non posso saperlo, visto che non mi rispondi spesso. Mi avevi anche avvisato, una sera per strada: guarda che leggo, leggo sempre. Ma io non so se posso continuare a usarti come destinatario, mi pare di approfittare di te in modo non lecito. Magari vuoi semplicemente essere lasciato in pace.

Do you need some time on your own?
Do you need some time all alone?
Everybody needs some time on their own.
Però dimmelo,
Or I'll just end up walking in the cold November rain.

E avevi ragione, accidenti a te: certe sere bisognerebbe avere una bottiglia di fianco. Solo che io mi limito al Martini o al porto e uno l'avevo regalato e l'altro l'avevo finito. Ma nessuno ha mai sostenuto che ad Halloween ci si debba divertire.

mercoledì 31 ottobre 2012

Amico è

Adoro quando ti siedi sul divano e in mezz'ora cambi il corso della storia e sostieni che si dovrebbe tornare al baratto. E io sono l'unica che ti sta a sentire. E visto che io non mi posso muovere, mi vieni a trovare, mi compri una pizza per non farmi cucinare e chiacchieri. In quattro ore abbiamo rifondato l'economia e il lavoro. Ti voglio bene perché mi avvisi sempre, io faccio di testa mia e poi torni e ti limiti a dirmi che lo sapevi che sono una testona. Io so che ti trovo sempre, che non mi lasci da sola e mi consoli suonando blues se necessario.
E tutte le volte mi chiedo cosa ho fatto per meritarmelo.

domenica 14 ottobre 2012

Orange cocktail

I cocktail arancioni sono praticamente impossibili da trovare: li hai bevuti chissà quando e nessuno ha mai la ricetta giusta, cioè quella che ti ricordi e che forse non è mai esistita. Uniscono il secco della vodka e il dolce della maracuja.
Cercando tutt'altro, ho trovato una gemma e sarebbe stupido buttarla solo perché non era quello che volevo.
Diecimila cocktail arancioni, mio complicato, divertente, profondo e sincero amico.

venerdì 5 ottobre 2012

Eh no

Ho un lavoro qui vicino
Il mio lavoro non mi piace
Perché mi consuma gli occhi
E poi mi mangia le giornate
E in tutto questo non vedere
In tutto questo non aspettare
In tutto questo non amare
Io sono qui che vivo
eh no, eh no, eh no, eh no
io ne avrei terre da sognare
ne avrei di voci da seguire
io non è vero che aspetto
eh no, eh no, eh no, eh no
io ne avrei lettere da spedire
ne avrei parole da imparare
per non cantarle sola

martedì 25 settembre 2012

Tra bufalo e locomotiva la differenza salta agli occhi

Voi avete fortuna. Voi andate avanti sui vostri binari, dritti, senza fine, lisci, puliti. Voi avete sempre saputo che ci sarebbero stati loro a guidarvi. Voi siete locomotive, con la strada segnata. Voi teneteveli, i vostri binari. Io voglio i bufali che scartano di lato. Io mi fido di quelli che cadono perché sanno rialzarsi. Io non vedo il fascino dei percorsi netti. Io ve li lascio volentieri e in cambio mi prendo tutte le buche, i saliscendi, gli scarti di lato, le accelerazioni e le frenate brusche, i fossi e le salite.

domenica 23 settembre 2012

L'amico grande

C'era una volta un mio amico, un amico grande in tutti i sensi, che una volta mi ha visto piangere perché non osavo dire la mia. Ehi, ma tu non sei quella che si è fatta chilometri e un incidente pur di andarti a prendere quello che volevi? Ecco, ricordatelo e non piangere. Questo mi ha detto, un pomeriggio al lago. Io prometto che ci provo, ma tu se ci sei guarda giù ogni tanto, amico grande, che mi manchi.

giovedì 13 settembre 2012

please hurry, come back and stay

Non sono le partenze a farmi stare male. Io lo so che poi torno, io torno sempre, io in fondo non mi allontano mai. Sono gli arrivi che mi distruggono. Guardati in giro, dico al neurone. Di questo aeroporto sai a memoria anche dove mettere i piedi per non inciampare nelle ondulazioni del pavimento. Dev'essere per quello che alzi la testa con lo sguardo sperso, per vedere se qualcosa è cambiato. Ormai sono anni che è la stessa storia e ancora non lo hai capito: non è che non lo vedi, non è che sei distratta, è che proprio non c'è nessun cartello col tuo nome sopra. Te lo sei sognato come al solito addormentandoti contro al finestrino. D'altronde, nessuno ti doveva venire a prendere e hai le chiavi della macchina pronte in tasca: aspetta un attimo, che ci fa anche il rossetto? Ehi, e perchè hai nella borsa un paio di sandali aperti? oh oh, ti conviene muoverti, mandare un messaggio, passare dal bagno, cambiare le scarpe! Aiuto, dov'è il tuo migliore amico? In questo caso, il correttore. Amen, tanto non c'è un secondo neanche per deglutire. Non ti verrebbe nemmeno, del resto. No, con calma, fai con calma. Hai tutto il tempo del mondo. Chissà se è abbastanza, chissà se si possono impunemente togliere minuti qui e aggiungerli dall'altra parte di Milano. Però aspetta, tutti questi minuti adesso servono per respirare, come si fa a scordarsene? Sei un'inguaribile distratta. E a proposito, ricordati dove posteggi: mica vorrai fare la solita figura! Già ti vedi la scena: beh, è tardi, ti accompagno in macchina. E tu che non ci provi nemmeno a sembrare affidabile e credibile e allarghi le braccia: mi dispiace, non so dov'è. Seguono camminate in notturna. Almeno provaci a non sembrare una casinista chiacchierona. Uh, guarda, un posto! Scendi, aspetta il verde per attraversare, aspetta un momento, respira! no no no, sei incredibile: tutto questo casino e nemmeno lo hai riconosciuto subito?
tu non sei normale.

Sì, lo so. Ho lo sguardo sperso e la chiacchiera facile. I miei occhi diventano chiari se li fissi abbastanza a lungo da convincertene. Mi dimentico dove metto la macchina e il portafoglio. Mangio di tutto. Viaggio senza soldi e senza prenotazioni. Mi piacciono le birre e i musei di storia naturale. Riempio le mail in bianco.
E odio gli arrivi, ma solo per quei minuti che mi servono per respirare. Per il resto, li adoro.

martedì 11 settembre 2012

hello, did you miss me?

Never to be wrong


Never to make promises that break

It's like singing in the wind

Or writing on the surface of a lake

Non fare promesse che non puoi mantenere. Perchè va a finire che ti perdono settanta volte sette anche se non dovrei e non sarebbe giusto.   I sink like a stone that's been thrown in the ocean

My logic has drowned in a sea of emotion

Stop before you start

Be still my beating heart

Perchè questa volta racconti tu e io sto ad ascoltare, promesso.

And tell me, did Venus blow your mind


Was it everything you wanted to find

And did you miss me while you were looking for yourself out there






domenica 26 agosto 2012

Un paso fuerte

-hai un bel passo lungo...

Le ragazze di Milano han quel passo di pianura
Che è bello da incontrare, che è bello da ricordare

mercoledì 22 agosto 2012

storia

Mi hai chiesto di raccontare. Non ti immagini neppure in che razza di guaio ti sei cacciato, perchè sarai sommerso di voci, parole e racconti e ogni storia ne richiamerà un' altra, ogni spunto sarà buono per continuare e poi berrò birra e martini per avere ancora fiato, fino all'alba. Se me lo concederai, stai tranquillo: di parole non è mai morto affogato nessuno. Sarai libero di interrompermi, ma solo con un sorriso e un dito sulla mia bocca e poi starò zitta ma dovrai continuare tu perchè l'unica cosa che mi piacerebbe di più di raccontarti le mie "strabilianti esperienze" sarebbe ascoltare le tue.

"Raccontami una storia," ti dico.

"Che storia vuoi?"

"Raccontami una storia che non hai mai raccontato a nessuno."

So di dire una cosa banale ma non scelgo mai consapevolmente i miei viaggi. Loro arrivano da me, sotto forma di occasioni: un amico da andare a trovare, una trasferta di lavoro che si prolunga, una collega che ha le ferie nel mio stesso periodo, amici che propongono un posto che non hai mai visto. Quest'anno si è materializzata un'isola tropicale: hai mai visto un'intera isola che sorge dal niente? Io sì: nella mia testa prima esisteva solo un nome, sri lanka. Poi a poco a poco sono emersi i contorni, sfumati perchè non avevo letto nessun programma e nessuna guida, come al solito del resto. Se viaggio con qualcuno mi fido di lui, se sono da sola mi fido di me stessa e degli imprevisti. Ma parlavamo di un'isola e non di me, anche se tutte queste parole non sono che un'enorme scusa, un regalo, un'offerta per farti stare bene e sperare che tu contraccambi con la tua voce. Dicevamo: questa terra dai confini incerti ad un certo punto si materializza sotto i miei piedi ed è calda e umida da non respirare, come si conviene ai tropici. Però tutti sorridono e quando salutano inchinano leggermente la testa e augurano buona vita in una lingua tutta tonda, alfabeto e pronuncia. A me sembra un meraviglioso benvenuto. Poi ti siedi a un tavolo e hai fame: le prime volte ti preoccupi delle raccomandazioni dell'ASL e dopo ormai ti trovi talmente bene che mangi ogni cosa. Non ho nostalgia dei cibi di casa, io, quasi mai. Sono una mangiona che non fa complimenti, lo devo ammettere anche se non fa molto chic. Me lo hanno anche detto esplicitamente, non posso sfuggire alla tremenda verità: sopra i tacchi e dentro i vestitini si nasconde un verme solitario! Piccante e speziato: a me va bene anche così. Il cibo, naturalmente. Vedi poi tutte quelle signore vestite di bianco? Sono in processione, cantano e sollevano una bandiera. Chiedono qualcosa a un monaco: quello si volta, si china a raccogliere da terra un gattino e si fa scattare una foto. Sembrano il ritratto della serenità: il monaco è una macchiolina arancione in mezzo a tanto bianco e tante teste sorridenti. La stessa scena ripetuta varie volte mi fa pensare che forse forse hanno ragione loro e che affidarsi a qualcuno di Illuminato non è poi una cattiva idea, ma io sono troppo poco mistica, troppo ancorata a questa vecchia terra, troppo piena di dubbi e domande, troppo san tommaso per godermi più di un attimo di pace semidivina. Offro dei fiori di loto anche io e mi chiedo se sono davvero i fiori dell'oblio. Il fatto è che il loro profumo è difficile da dimenticare perchè è molto penetrante: ecco, non riuscirò mai a staccarmi dai sensi e dai desideri. Ma posso benissimo non pensare a niente di fronte all'oceano. Mi basta sedermi sulla spiaggia sotto il sole e chiudere gli occhi. L'acqua non la vedo ma so che c'è e tanto basta a riempirmi la mente di quell'immagine che torna sempre negli attimi in cui mi dimentico tutto il resto: cielo azzurro e un letto bianco con le lenzuole agitate dal vento (questa era la storia che non ho mai raccontato a nessuno e adesso è venuta fuori da sola senza nemmeno che la evocassi). Di notte invece la spiaggia non ha nessuna luce e sembra che la via lattea ti stia per avvolgere e le stelle cadenti ti arrivino direttamente in mano. Fanno quasi paura tanto sono vicine le stelle. Tu lo dovresti conoscere meglio di me quello che diceva Kant: il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me, o qualcosa del genere. Vedi, se riuscissi per un attimo solo usando le parole a farti capire e magari provare quello che ho provato io quella sera sotto il cielo sarei una persona felice.
Questo è stato il mio viaggio e mi rendo conto di non averlo saputo descrivere al meglio. Forse le parole non hanno tutto quel potere che io attribuisco loro. Forse sono solo io una cattiva scrittrice. Forse la storia non era abbastanza interessante. Non so nemmeno se sei rimasto ad ascoltarmi. Non so niente, eppure non me ne vado.

lunedì 20 agosto 2012

credo-forse.

Di sicuro prima o poi mi chiederai in cosa credo io ed è meglio che arrivi preparata alla domanda. Non so, ho la sensazione che prima ancora di sapere che tipo di cucina mi piace o se vado spesso al cinema sarai curioso di cose un po' meno banali. Tanto i fondamentali li conosci già: ascolto tutta la musica che posso, bevo medie rosse o guinness, cammino volentieri di notte, adoro discutere e confido dettagli personali alle persone appena conosciute che mi ispirano fiducia.
Credo che esistano molte più cose in cielo e in terra di quante ne possa immaginare la filosofia e per questo sono diventata una ricercatrice. Credo che si debbano cercare spiegazioni qui, nel mondo concreto. Credo che sia importante rispondere alle domande ma ancora di più farsele. Trovo che un mondo così interessante e vario non abbia bisogno di nessun'altra cosa soprannaturale per risultare degno di amore e ammirazione. Credo che i miei simili abbiano forze e debolezze proprio come me e che valga la pena credere in loro e aiuatrci a vicenda.
Credo che saremmo potuti anche non esistere ma che visto che ci siamo tanto vale vivere ed essere curiosi del mondo. Penso che se riuscissi a non fare del male e a non avere paura avrei già fatto molto se non tutto.
Credo adesso che mi riterrai una sciocca ed ingenua ottimista, del tutto priva di spessore, un Candide di cui ridere e poi abbandonare per qualcuno di più serio. Ma cerco solo di essere il più onesta e sincera possibile, perchè altrimenti non riuscirei più a guardarti negli occhi e non avrei più niente da raccontarti e non me lo perdonerei.

martedì 31 luglio 2012

l'educazione sentimentale della signorina F./2

La signorina F., come le capitava spesso, lasciava i pensieri liberi di vagare mentre guidava. Come al solito, forse aveva detto troppo di sè. Ma continuava ostinatamente a credere che non si può pretendere di ricevere qualcosa dalle persone se prima non si regala niente. Raccontare dettagli personali, sconosciuti per altri, era il suo modo di concedere fiducia a un'altra persona, di renderle omaggio, in un certo senso. Era sempre stata convinta che non si riceve fiducia se prima non la si dà.
E poi la signorina F. pensava che raccontare storie ad altre persone fosse simile a mettere granellini di polvere nelle ostriche per far crescere le perle. Nessuno può dire in anticipo se si svilupperà qualcosa. Ma se non lo fai, puoi essere sicuro che non nascerà niente.
Ormai era quasi l'alba. La signorina F. non ne era sicura, ma salendo le scale avrebbe potuto giurare di aver sentito alzare un boccale e brindare ai ventitreenni in spirito.

mercoledì 18 luglio 2012

duel (e sono solo tre volte...)

the first cut won't hurt at all...
perchè non ne prevedi le conseguenze e nemmeno te ne accorgi

the second only makes you wonder
la seconda volta ti lascia immaginare, pensare, divertirti con l'idea

the third will have you on your knees
e invece la terza volta, ahimè, ti scava qualcosa dentro e più ti diverti e più è profondo e più scappi e più rimani a terra e più cerchi scampo più non sai che fare.




mercoledì 4 luglio 2012

stop! fermo immagine

aspetta. frena. vai piano. pensa. rifletti. guardati intorno. non partire, non crearti aspettative, non investire, non riporre speranze. rimani ferma.
no amica, questo non è salvarsi l'anima. questo è non vivere.
niente stop. ciak, motore, azione!

venerdì 29 giugno 2012

It's friday, I'm in love!

E' banale e scontato, ma non si può essere sempre originali. E' venerdì mattina, lavoro da una mansarda romana vicino al Quirinale, c'è il sole. Domani vado al mare, la mia amica stamattina mi ha preparato il caffè e la colazione, il telefono tace. L'Italia è stata meravigliosa e io l'ho vista sul lungotevere. Io tornerò a casa e sarà più divertente che mai. E quella mia ombra che ieri piagnucolava sul divano di una sala d'attesa se n'è andata in fretta: oramai fa visite sempre più brevi. Si chiama adrenalina ed è meravigliosa, si chiama luce e sta entrando dalla finestra, si chiamano colori e tra poco saranno quelli che amo di più, quelli intensi, quelli del mezzogiorno, quelli senza sbavature. Eh no, il grigio non mi si addice e in fondo il neurone lo sa. Non so come, ma senza ragionarci mai troppo, o almeno senza farmelo sapere, lui ha un fiuto inesauribile per scovare anche il minimo raggio di luce e sappiamo entrambi che io lo seguo a breve. Lui detta la strategia dai box, io cerco di guidare il meglio possibile, là fuori. Io gli faccio vedere le carte, lui cerca di vincere con quelle, io le metto sul tavolo. Lui vede le giocate, io le realizzo. Specialmente nelle mattine assolate romane :)

well that day, that day



what a mess, what a marvel


i walked into that cloud again and i lost myself


and i'm sad, sad, sad, small, alone, scared


craving purity a fragile mind


and a gentle spirit


that day, that day


what a marvellous mess


this is all i can do, i'm done, to be me


sad, scared, small, alone, beautiful


it's supposed to be like this


i accept everything


it's supposed to be like this


that day, that day


i lay down beside myself


in this feeling of pain,


sadness, scared, small


climbing, crawling towards the light


and it's all that i see


and i'm tired and i'm right


and i'm wrong and it's beautiful


that day, that day


what a mess, what a marvel


we're all the same and no one thinks so


and it's ok


and i'm small and i'm divine and it's beautiful


and it's coming and already here


and it's absolutely perfect


well that day, that day


when everything was a mess


and everything was in place


and there's too much hurt, sad, small


scared, alone and everyone's a cynic


and it's hard and it's sweet


but it's supposed to be like this


that day, that day


when i sat in the sun


and i thought and i cried 'cos i'm sad


scared, small, alone, strong


and i'm nothing and i'm true


only a brave man can break through


and it's all ok, yeah it's ok


that day, that day


i lay down beside myself


in this feeling of pain,


sadness, scared, small


climbing, crawling towards the light


and it's all that i see


and i'm tired and i'm right


and i'm wrong and it's beautiful


that day, that day


what a mess, what a marvel


we're all the same and no one thinks so


and it's ok


and i'm small and i'm divine and it's beautiful


and it's coming and already here


and it's absolutely perfect


that day, that day



giovedì 28 giugno 2012

Il telefono, la tua voce (forse)

Quando mi sento ansiosa, ti chiamo sempre. Mi chiedi cosa succede e io ho la stessa risposta da anni: non so se ce la faccio. Tu non vuoi nemmeno sapere cosa succede e mi ripeti di stare tranquilla: non sono ancora riuscita a capire se è perché mi stimi troppo o perché vuoi tagliar corto. Poi mi rassicuri e mi chiedi cosa c'è che non va e io rispondo sempre con la stessa parola: niente. Hai l'accortezza di non domandarmi perché ti ho chiamato allora e rimani in attesa. E io ribadisco che va tutto bene perché in effetti è la verità ed è un ottimo periodo e che però sono dubbiosa, insicura, mai contenta. Se mi avessero raccontato 8 mesi fa tutto questo, il neurone ci avrebbe fatto una bella risata e poi avrebbe chiesto: ok, dove si firma, come si ottiene? E allora a maggior ragione mi chiedi quindi perché ho la sensazione di essere il classico elefante nella cristalleria, che appena si muove sbaglia. Prevengo la tua obiezione: sbaglio anche stando ferma. Vedi che non se ne esce? Mi ripeti che mi merito tutto quello che desidero. Io rispondo che bisogna fare attenzione a quello che si desidera, perché potrebbe realizzarsi. sciocchezze da filosofi, mi dici. Ma io e te sulla filosofia abbiamo sempre avuto punti di vista diversi e prima che la conversazione si esaurisca ci salutiamo. Io ho avuto un consiglio, tu forse qualche minuto in meno sulla tabella della giornata. In fondo a questo servono gli amici, no?

giovedì 21 giugno 2012

On the road again

Una volta mi hai chiesto cosa ci trovi io nel viaggiare sola. È vero, a volte ho un disperato bisogno di condividere quello che vedo, quello che provo, quello che assaggio, quello che ascolto. A volte ho un altrettanto disperato bisogno della libertà mentale di vagare in giro. Non sembri irrispettoso, per me è una specie di meditazione, è fare il vuoto nella mia testa, o almeno provarci. Per questo ogni tanto parto, ogni tanto ceno da sola e passeggio senza una meta definita, possibilmente in città che non conosco bene. Poi torno, torno sempre, nonostante tutta la libertà che mi concedo. Torno perché so che ho la possibilità di ripartire. Chiamala sindrome di Ulisse se vuoi: in fondo, è sempre stato il mio eroe preferito.
Ora ho salutato tutti, posso infilarmi un paio di scarpe comode e andarmene in giro a cercare un baretto con una buona vista e una buona birra e magari un po' di musica. Poi quando tornerò in camera la sera penserò che non vedo l'ora di arrivare a casa. Tanto poi tra due giorni mi infilo di nuovo in macchina a macinare km, ascoltare musica e cantare a squarciagola.

martedì 12 giugno 2012

no, non posso

Posso? posso essere insofferente una volta tanto? posso essere impaziente? posso lamentarmi del temporale alle 5 del mattino sulla strada per l'aeroporto e del sole cocente due ore dopo 1000 km più a sud? posso aver voglia di chiamare qualcuno senza infastidire nessuno? posso smetterla di pensare, aspettare, valutare, considerare, ponderare? posso desiderare di trovarmi in altro posto anzichè nel corridoio di un ospedale senza aria condizionata? posso volere che arrivi la notte così il cervello si svuota?
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lunedì 11 giugno 2012

if, then

If you want to call me baby



Just go ahead, now


If you'd like to tell me maybe


Just go ahead, now


If you want to buy me flowers


just, go ahead, now


and if you'd like to talk for hours


just go ahead, now






martedì 15 maggio 2012

no, il dibattito no!!



E' inutile che cerchi una fine. Non c'è, è stata inghiottita come il tuo paese, portata via come quell'uomo trascinato sulla macchina. Non ci può essere, perchè le cose che terminano hanno anche un inizio e chi può dire dove e quando sia iniziato tutto? Quando gli amici hanno cominciato a sparire? Quando l'aereo per l'esilio è decollato? O piuttosto quando hai cominciato a pensare che saresti potuto tornare indietro? Perchè prima o poi si torna: tutti lo dicono, tutti lo sperano e tutti sono convinti che ne valga la pena. Sarebbe meglio che vivere sospesi, in proiezione verso un futuro che è solo un ritorno al passato. E' che tornare, per gli esuli, significa solo essere condannati a ripartire, perchè il paese che hai lasciato non c'è più e quello dove andrai non c'è ancora. Essere incompiuti, non avere un destino: una rappresentazione senza un finale.

lunedì 30 aprile 2012

aprile è il mese più crudele...

perchè promette e non mantiene, perchè ti sembrava di essere arrivato a un passo e invece manca ancora una vita, perchè il tempo cambia in un soffio e non eri preparato, perchè piove sempre, perchè si porta via tante occasioni di festa, perchè ti lascia addosso sudore e stanchezza, perchè mi regala un anno di più e mai che arrivi a mani vuote.

lunedì 23 aprile 2012

grazie

Non ci si prende mai abbastanza tempo per ringraziare con la dovuta riconoscenza chi ci ha regalato qualcosa. Oltretutto i ringraziamenti mi imbarazzano sempre: li ho già fatti di persona ma non so se sono riuscita a trasmettervi la gratitudine che ho provato. Quindi spero che non me vogliate se li metterò per iscritto qui. Se saranno banali, pazienza: non sempre ho cose particolarmente originali da esprimere...
Grazie davvero a chi mi incoraggia, mi sopporta, mi aiuta, mi diverte e mi rende la vita più leggera: le mie giornate sarebbero niente senza le vostre belle personcine. grazie, amici vicini e lontani: quelli che non vedo da troppo tempo, quelli che abitano a tanti fusi orari di differenza, quelli che si dividono le guinness con me, quelli che hanno sempre una spalla disponibile per me, quelli che ho trascurato e chiedo scusa, quelli che non mi trovano mai, quelli che mi suggeriscono all'orecchio il testo delle canzoni che non conosco, quelli che mi abbracciano ogni volta come se fossi in procinto di partire. Grazie pure a tutti quelli che hanno speso un pochino del loro tempo per ricordarsi di me e mandarmi gli auguri: io so bene che  il tempo è scarso e prezioso e averne dedicato qualche minuto a me è una cosa che mi rende orgogliosa.
Grazie anche a tutti quelli che mi fanno volteggiare ballando: non riesco a rendere a parole quanto sia importante per me.
Spero solo di poter ricambiare tutto l'affetto che mi dimostrate. Io provo sempre ad essere una persona migliore perchè mi ricordo di voi.

sabato 14 aprile 2012

it happens every time, uh I wanna die...

martedì 3 aprile 2012

sapere di non essere

Meglio che tenga gli occhi fissi sullo schermo. Voglio lavorare a più non posso perchè mi aiuta a non pensare. Conosco persone meravigliose e non sono contenta. Sto imparando a ballare e non sono contenta. Vado a teatro e non sono contenta. Ho una vita piena e ancora non sono contenta. C'è sempre quel maledettissimo pensiero che se non ci fossi, non cambierebbe niente. Sarebbe anche giusto se così fosse: tutto andrebbe avanti lo stesso come prima, per fortuna. Ma che pensiero insopportabile sapere che non sei condizione nè necessaria nè sufficiente, per niente.

venerdì 23 marzo 2012

no panic

Esterno, notte. Come sei arrivata fin lì? E' tardi e il vento è fresco. Il vestito è leggero e lascia la schiena scoperta: torna dentro! Nel locale suonano buona musica e tante persone stanno ballando: torna dentro! Ma io il  rock non lo so ballare davvero e poi non sono Marilyn anche se porto questo vestito bianco a ruota. Torna dentro: dite bene voi. Dentro mi manca il respiro e non è perchè fa troppo caldo. Dentro mi si chiude lo stomaco e non è per quello che ho mangiato. Dentro c'è un sacco di gente simpatica e vorrei tanto che  vedessero la persona solare che sono, non quell'ombra che mi avvolge adesso. Uno, due, respira! Uno, due, respira! La senti la musica? E'ora di scacciare il buio dentro, di calpestarlo e di riaprire la porta. Torna dentro!


Interno, sera. E' una dolce notte di maggio inoltrato, con i gelsomini fioriti sul balcone e un caldo quasi estivo. Tu ti sei preparata accuratamente, hai fatto un lungo bagno per distenderti, hai infilato i vestiti lentamente, un po' perchè l'afa non consente movimenti veloci e un po' perchè così assapori ogni singolo momento. La stanza è vuota ma piano piano iniziano ad arrivare gli amici, tanti, allegri, simpatici. Tu sei un'ospite ma la casa la conosci bene: passi il tempo conversando amabilmente. Proprio una bella serata, ma a mano mano che la notte arriva tutti sembrano più lontani. Tu hai intrapreso un viaggio e non lo hai prenotato, non ti sei comprata il biglietto e non sai dove stai andando. Sai solo che a poco a poco le parole perdono senso: tutti ti dicono qualcosa ma il tuo orecchio percepisce sequenze di suoni senza significato. Allora all'improvviso hai bisogno di bere qualsiasi cosa, purchè sia fresco, perchè quella dolce notte di maggio è sempre più afosa. I pensieri si appiccicano al cervello, non scorrono fluidi. Sei diventata trasparente, fatta di aria calda, scura, compatta. Una coperta impalpabile ma pesantissima ti avvolge e ti domandi perchè ormai non ci sia più nessuno, perchè nessuno se ne accorga. Sei un grumo di fumo nero che nessuno nota in mezzo alla notte, finchè non ti viene un'idea. Respirare, prova a respirare. Ma come si fa: la gola è stretta, l'aria è piombo e non può nè scendere nè salire attraverso i polmoni. E' mercurio grigio, liquido che toglie il fiato. Non ti arrendere, prova di nuovo. No, adesso il respiro è affannoso, frenetico. Ti devi appoggiare per poterlo sostenere, perchè ti fa perdere l'equilibrio. Con la schiena sulla parete provi a rimanere in piedi. Scivoli giù, ti abbassi piano piano e alla fine sei seduta per terra. Qualcuno si avvicina e ti abbraccia. Ti solleva, ti chiede cosa è successo, perchè sei accucciata sul pavimento del bagno. La guardi: è una persona di cui ti fidi. Ti sorride. La gola si allarga e lo stomaco non fa più male. Non è successo niente: era solo paura di non essere all'altezza di una dolce notte di maggio.

mercoledì 14 marzo 2012

In a good cause

Ai sovversivi e agli idealisti, ai comandanti e ai guerrieri, quando va bene innalzano statue. Ai diplomatici, ai pragmatici, a quelli che cambiano le regole dall'interno, quando va bene rimane una riga sui libri di storia e un ricordo sbiadito avvelenato dai compromessi e dalla politica. Ma per una buona causa servono tutti.
(il racconto di Asimov lo spiega molto meglio, ovviamente)

domenica 11 marzo 2012

romanticismo é solo una parola

Non sono romantica. Le mie sceneggiature non finiscono mai con la sposa in bianco all'altare. Non sono romantica, l'ho già spiegato: sopra i vestiti metto la giacca di pelle. Non sono romantica, dovreste averlo intuito: sono un'anarchica che d'istinto balla da sola e si sforza sinceramente di seguire i vostri passi. Non sono romantica, ecco: bevo birra e vino e canto a squarciagola rock tornando a casa la sera. Io non sono romantica però ho tentato disperatamente di non dimenticarmi il tuo profumo e soprattutto il modo con cui si accordava alla mia pelle. No che non lo sono, ma il colore dei tuoi occhi l'ho ritrovato soltanto quando ho visto l'alba nel deserto. Non sono una romantica, accidenti, nemmeno quando ho aspettato sotto la finestra che finissi di suonare, perché sapevo che se mi avessi visto avresti smesso. Non sono romantica ma quella strada che percorre tutta la pianura quella sera non finiva proprio mai. E poi basta, che non vorrei mi giudicaste quella che non sono. Romantica, dicevo.
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giovedì 8 marzo 2012

a woman's word

You gotta be fortunate

You gotta be lucky now

I was just sitting here

Thinking good and bad

But I'm the kinda woman

That was built to last

They tried erasing me

But they couldn't wipe out my past

To save my child

I'd rather go hungry

I got all of Ethiopia

Inside of me

And my blood flows

Through every man

In this godless land

That delivered me

I've cried so many tears even the blind can see

This is a woman's world.

This is my world.

This is a woman's world

For this man's girl.

There ain't a woman in this world,

Not a woman or a little girl,

That can't deliver love

In a man's world.

I've born and I've bread.

I've cleaned and I've fed.

And for my healing wits

I've been called a witch.

I've crackled in the fire

And been called a liar.

I've died so many times

I'm only just coming to life.

mercoledì 7 marzo 2012

Il senso dell'appartenenza

Vuoi sapere qual è la verità sul tuo conto? Sei una fifona, non hai un briciolo di coraggio, neanche quello semplice e istintivo di riconoscere che a questo mondo ci si innamora, che si deve appartenere a qualcuno, perché questa è la sola maniera di poter essere felici. Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in una gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire, perché non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa.


All you have to see is that I don't belong to you and you don't belong to me

domenica 4 marzo 2012

tango ilegal

Non è un pentagramma.  Le righe chiare sono le righe di una spalliera, a cui tento di aggrapparmi ogni volta che ballo. Le righe scure sono strisce di petrolio scivoloso, su cui gli altri volteggiano ma che impedisce a me di aprire le ali. Il riflesso dei lampioni è la luce per tutte le notti che ritorno a casa camminando al buio. Le ombre non sono note. Sono le mancate  risposte, gli inviti rivolti ad un'altra persona, l'aria che soffoca la gola ogni volta che infilo le scarpe. Le gambe dei ballerini sono la speranza che sempre alla fine rimane che tutto vada avanti nel migliore dei modi possibili. Io sono calma. E' che non ho il controllo sugli scherzi che il neurone combina.

I woke up in my clothes again this morning
I don't know exactly where I am
I should heed my doctor's warning
He does the best with me he can
He claims I suffer from delusion
but I'm so confident I'm sane
it can't be an optical illusion
how can you explain
shadows in the rain

venerdì 24 febbraio 2012

I'm only human, of flesh and blood I'm made

Forse Colombo sapeva cosa avrebbe trovato oltre le colonne d’Ercole, prima di varcarle? No, certo. Ebbe paura? Probabilmente sì, come abbiamo tutti paura di fronte all’ignoto. Allora perchè sfidare i limiti del mondo conosciuto mettendo a repentaglio la proprio vita? Perchè, alla fine, la sete di conoscenza e il desiderio di sfidare i nostri limiti è la ragione che ci muove ogni giorno, che ci spinge a fare le cose oggi meglio di ieri, per un domani migliore. È quello che ci rende vivi. Quello che ci rende umani.


http://www.ilpost.it/filippozuliani/2012/02/24/sulla-decrescita/

se solo ci ricordassimo di essere umani, solo umani e nient'altro che umani....

venerdì 10 febbraio 2012

Don't cry for me argentina

L'Argentina é lontanissima da qui, ma a sentirtene parlare sembra dietro l'angolo. Non sono mai stata così distante, non sono nemmeno abbastanza brava a ballare e arrivo sempre un attimo dopo o uno prima. Insomma, fuori sincrono. Sarà una mia impressione, ma a me sembra di sentire una vecchia storia. Una di quelle che si ripete sempre, una di quelle che pensavi fosse finita, archiviata, sepolta e invece torna sempre. Non so mai cosa dire, cosa fare, dove guardare, persino dove tenere le mani diventa un problema. Non lo direste mai. E invece.
They say the revolution's near
But to me it seems quite clear
That it's all just a little bit of
History repeating

lunedì 23 gennaio 2012

Il tempo che devo aspettare

Il tempo che devo aspettare e' la tua gamba che blocca la mia, il tuo braccio che mi conduce. Il tempo che devo ritmare sono i tuoi passi che seguono i miei. Il tempo che dovrò imparare a fermare e' l'attesa del tuo sguardo. Il tempo che seguira', io lo conosco e vorrei tanto non essere la cassandra di me stessa

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Io non sono nero io non sono bianco io non sono attivo io non sono stanco io non provengo da nazione alcuna io, si, io vengo dalla luna io non sono strano io non sono pazzo io non sono vero io non sono falso io non ti porto jella né fortuna io, si, ti porto sulla luna