not necessarily an ordinary life

giovedì 27 agosto 2015

Gli estremi

Guardali, se ne stanno seduti a gambe incrociate sopra tappeti colorati e sotto un'enorme tenda, le donne in fondo con i bambini e gli uomini davanti. Ci hanno visto nella strada e ci hanno fatto cenno di entrare. Ci lasciano guardare, fotografare e alla fine ci offrono il pranzo. Loro continuano a battersi il petto e piangere per i loro martiri e ogni tanto qualcuno si interrompe, ci saluta e sorride. 
Non posso fare a meno di pensare al contrasto fra la prevalenza del colore scuro in fondo dove sono sedute le donne e la macchia più chiara davanti dove stanno gli uomini.
Una bambina fuori in piazza sopra una macchinina rossa guida, parcheggia, va in retro e impenna proprio davanti ai suoi amichetti, che la guardano metà con invidia e metà con la speranza che lei conceda un giro. Ma nel quarto d'ora in cui la osservo non succede mai: la bimba continua a impennare e guidare guardandoli ben in faccia finché non la chiamano per pranzo e scompare in un cortile. Naturalmente lei scende come se fosse stata su una Ferrari e qualcuno le prende subito la macchinina e la mette a posto senza che lei debba fare nient'altro che pensare al prossimo modo di divertirsi. 
Non posso fare a meno di pensare a un nuovo contrasto: la bimba spavalda e gli amichetti con lo sguardo adorante e invidioso. 

Io, mi chiedi? Io sto in mezzo: sto seduta ma non in fondo e guido ma non impenno, convinta che gli estremi siano a volte parecchio istruttivi ed essendo terribilmente curiosa di provarli ma avendo paura di non sapere più come tornare indietro.

lunedì 10 agosto 2015

Bionda

La ragazza bionda di fianco a me in aereo non mi degna di uno sguardo quindi ho tutto il tempo di osservarla. Ha occhi profondi grigi truccati con una linea dello stesso colore sfumata alla perfezione che la fa sembrare una Cleopatra nordica. Porta i capelli lunghi legati in cima alla testa e una canottiera beige molto morbida e scollata che lascia vedere un reggiseno abbinato. Quasi subito si isola con un iPhone nelle orecchie.
Poi l'altoparlante annuncia l'arrivo a Teheran. Lei sbuffa, Lascia passare tutti i minuti possibili poi all'ultimo momento tira fuori dallo zaino una camicia larga e lunga e se la infila sopra i jeans attillati. Poi prende il bagaglio a mano e si accomoda sopra la coda di cavallo un foulard. Se lo lega sotto il collo, prende il passaporto iraniano e si incammina senza dire una parola. Ciao, ragazza bionda taciturna ed espressiva.

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Io non sono nero io non sono bianco io non sono attivo io non sono stanco io non provengo da nazione alcuna io, si, io vengo dalla luna io non sono strano io non sono pazzo io non sono vero io non sono falso io non ti porto jella né fortuna io, si, ti porto sulla luna