not necessarily an ordinary life

domenica 27 dicembre 2009

sì, viaggiare...

Io tra poche ore sarò in aeroporto, destinazione Siria. Amo viaggiare e sono una persona più che curiosa. Parto leggera, tutto ciò di cui ho davvero bisogno è nel mio cuore e nella mia testa (uh, sì, certo, un paio di occhiali sarebbero utili anche loro, giusto per vedere dove sto andando eh eh....). Torno sempre con la voglia di ripartire. Amo mettermi in gioco. Non sempre trovo subito il coraggio di farlo, anzi, ma sapere che posso averlo mi fa sentire viva. Accidenti, costa davvero, costa nervosismo, fatica, qualche lacrima, un pezzetto di cuore, l'ansia di non farcela e quella di non sapere come va a finire, l'angoscia di perdere, e perdere male, e perdere tutto. Ma non voglio più essere quella che ha paura. Io parto.
you can't always get what you want
you can't always get what you want
but if you try sometimes you might find
you'll get what you need
Oh yeah!
(che il nuovo anno vi porti quello di cui avete bisogno e che, nel caso succeda, possiate riconoscerlo al più presto, in modo da essere felici il prima possibile)

lunedì 21 dicembre 2009

scrooge (not an ordinary christmas carol)

Scrooge è un giovane uomo senza sciarpa e guanti nel gelo di piazza Duomo. Curvo per il freddo ma senza occhiali. Chiacchiera e fa battute sarcastiche mentre suona Bacharach, è nervosissimo e non manca di farlo notare a chi gli chiede cosa abbia. Scrooge è la personificazione dello spirito anitinatalizio, per sua stessa ammissione. Ha un freddo cane e finito il concerto si infila in metropolitana. Sorride e mi saluta. Scende le scale e continua a fare battute mentre io mi allontano a piedi. Immagino che sia arrivato a casa infreddolito, che si sia subito infilato sotto le coperte e abbia spento la luce cercando di dimenticare una serata storta. Io attraverso la galleria e brera, guido fino a casa, mi apro una Guinness e me la bevo seduta sul letto. Comincia a nevicare e c'è un silenzio irreale per essere sabato sera. Che i fiocchi ti siano lievi, Scrooge. Un giorno mi insegnerai come si fa a essere un po' più cinici. O magari lo spirito del Natale verrà a visitarti, sotto forma di una piccola pazza coi capelli inconfondibili, poco incline alle melensaggini e molto alla birre e al martini, lo spirito natalizio più allegro, più ingordo, più ingenuo e coglione che puoi.

domenica 20 dicembre 2009

qui si gela...

venerdì 18 dicembre 2009

la filosofia del delitto di Garlasco

Lungi da me l'intenzione di scrivere trattati filosofici sugli episodi di cronaca, ma un paio di osservazioni le faccio comunque:
1) tutti vorrebbero che i reati avessero un colpevole certo che pagasse per la sua condotta. Ma è una meta, non qualcosa che si raggiunge sempre e comunque. Così come la guarigione dalle malattie, semplicemente non si ottiene in tutti i casi. Ciò non significa che non bisogna fare in modo che succeda il minor numero di volte possibile; significa essere consapevoli del fatto che non sempre ci si riesce, per motivi assolutamente casuali.
(dò chiaramente la buona fede a tutti di aver operato nel miglior modo possibile)
2) credere che esista una Verità e che le prove e i fatti non possano fare altro che adeguarcisi è la cosa più pericolosa che si possa pensare. Esiste la verità che puoi dimostrare, con ragionevole certezza (per i curiosi, la ragionevolezza negli esperimenti è di solito fissata al 95% o sopra). Nel 95% o passa dei casi, il mondo va come ci si aspetta. Il resto è deviazione dalla norma: si può prevedere che accadrà, ma non dove e come e quando. Per calare nella realtà il discorso, basta pensare ai test sui farmaci, che conosco bene: sono tutti basati su evidenze statistiche e non potrebbe che essere così. I farmaci assolutamente sicuri per tutti non esistono, altrimenti sarebbero acqua fresca.
Quindi, probabilmente non sapremo mai come sono andate le cose a Garlasco quella mattina, così come prima di dare un farmaco non sappiamo per assurdo se un dato paziente lo tollererà bene. Però i medici continuano a usarli e i malati a guarire nella maggior parte dei casi, così come i giudici continuano a emettere sentenze. Perchè le ragionevoli certezze sono tutto quello che in questo mondo è possibile avere ed è bene convincersene.

giovedì 17 dicembre 2009

?

mercoledì 16 dicembre 2009

you'd better watch out, santa claus is coming to town!

Io non riesco mai a regalare tutto ciò che vorrei, perchè il mio neurone non ci sta dietro. Però sappiate che i doni sono un gesto egoista: il vero piacere è di chi regala, non di chi riceve. Le parole sono un buon dono:
una parola per chi cerca equilibrio e serenità perchè a un tratto tornano e non sai perchè
una parola per chi deve scrivere una meta su un biglietto di sola andata
una parola per chi sta cercando una casa per ricominciare
una parola per chi non le ha trovate e adesso è troppo tardi
una parola per chi adesso è solo in una casa troppo grande e si sente l'eco
una parola per chi è tornato indietro ma solo per spiccare il volo
una parola per chi non è più sicuro, per chi è confuso, per chi vuole una stella cometa
una parola per chi cerca di dire basta ma non trova l'occasione
una parola per chi non ha la forza, per chi non ha coraggio, per chi lascia che la vita decida
una parola per chi ascolta quelle canzoni sdolcinate che poi non puoi fare a meno di cantare
una parola per chi ha perso le battaglie ma rialza la testa
una parola per chi non si vuole fermare
una parola per chi si è fermato e sta bene così
una parola per chi si compra gli anelli di fidanzamento da sola
una parola per chi cerca sempre
una parola per chi piange leggendo una dedica
una parola per chi cammina da sola di notte
una parola per chi non ha la voce
una parola per chi grida e non sa sussurrare
una parola per chi ne ha avute tante e adesso vuole solo ascoltare
una parola per chi crede che il silenzio risolva tutto
una parola, solo una parola, un pensiero piccolo piccolo qualche volta cambia davvero le cose.

mercoledì 9 dicembre 2009

the voice inside me

Non sei fottuto finchè hai una buona storia da raccontare.

Io non so se ho buone storie, ma il punto è raccontarle e condividerle. Senza questo, le storie, anche se ottime, non servono a niente. Grazie a tutti quelli che mi hanno ascoltato e continuano a farlo, ma non da parte mia, da parte di quella bambina che non trovava la voce. Faccio quello che posso per dargliene una.

There is too much I need to remember and there's too much I need to say

martedì 8 dicembre 2009

piccoli principi

"Avrei dovuto giudicare dagli atti, non dalle parole. Non avrei dovuto venirmene via. I fiori sono così contraddittori. Ma ero troppo giovane."

Da piccola mi è capitato di cadere e di volere chiamare qualcuno ma non riuscire a emettere un solo suono. Le parole erano nella mia mente ma non nella mia gola. Mi sono rialzata da sola, che potevo fare? Da allora, l'ho sempre fatto. Vorrei solo che mi tendessi la mano e la tenessi, che solo così sono la persona che voglio essere, ecco, l'ho scritto.

lunedì 7 dicembre 2009

le brave ragazze vanno in paradiso...

Non sono una brava ragazza, non così brava. Ho solo troppa paura. E meritarsi un paradiso non ben altrimenti identificato per vigliaccheria mi fa costantemente sentire una perfetta stupida, altro che brava.

If you knew what I'm left imagining
In my mind, in my mind
Would you go? Would you go?

venerdì 4 dicembre 2009

the man who sold the world

Pioveva ieri sera, ma è irrilevante, forse. Camminavo senza ombrello, ho imparato a farne senza per non perderlo (che è una stupenda metafora per quello che mi accade di solito, viaggio leggera perchè ho paura di perdere le cose). Cantavo Life on Mars, ma il mio neurone non è controllabile e quindi ero in mezzo a un'altra canzone.
L'uomo che non c'è ha a volte la forma di un don chisciotte stanco che tenta di arrivare a Cordova, a volte è un clown triste con gli occhi grandi, a volte il delfino del re che vuole imparare. Qualche volta ha un occhio azzurro e uno blu, ha assistito a mille battaglie, si è salvato ed è tornato per raccontarmele. Altre volte è un potente condottiero inerme di fronte al mare. Più spesso è solo un uomo che guarda, ascolta e racconta. E' un mio amico, o almeno lui così dice sempre, proprio come nella canzone. E io rido sempre, perchè mi pare proprio sempre impossibile che abbia deciso di venire a trovare proprio me.
Oh no, not me, I never lost control.
L'uomo che non c'è l'ho cercato tutte le volte che sono uscita da un pub perchè proprio non sopportavo di stare seduta, tutte le volte che mi sono persa in città sconosciute, tutte le volte che ho guardato da un finestrino di un treno senza vedere il paesaggio, tutte le volte che non sapevo cosa fare la mattina presto, tutte le volte che sono di fronte al mare, tutte le volte che guido di notte e la strada la saprei ma non ho voglia di andare a dormire.
L'uomo che non c'è ha venduto il mondo, ma forse se ancora lo avesse non saprebbe che farsene perchè anche lui viaggia leggero.
L'uomo che non c'è ha venduto il suo mondo e io spero che lo abbia fatto per più di un piatto di lenticchie, o forse se lo è giocato e ha perso in un'unica mano scommettendo sulla carta sbagliata.
L'uomo che non c'è ha venduto un mondo, uno dei tanti possibili, e io non so mai in quale sono.
Who knows, not me. We never lost control.
No, non abbiamo mai perso il controllo del tutto. Magari è questo il motivo per cui mi accompagni camminando. Perchè a me non sembra poi tanto improbabile ridere e piangere da sola di notte, a me che spesso ho fatto l'equilibrista sull'orlo ma nel pozzo non ci sono caduta mai e a chi mi chiedeva come io non ho saputo offrire altro che un racconto e una mano aperta. Le montagne non le so spostare, posso solo ascoltare e camminare, provare e riprovare, raccontare e cantare.
I laughed and shook his hand and made my way back home

ancora sul crescere

Se rimango dentro al letto sai non voglio crescere più
non è questo il mondo adatto a noi non voglio crescere più
parlatori in compagnia non li ascolto più troppe volte voglio andare via
ho pagato il conto e non ci sto non voglio crescere più
se c' è un treno che non prenderò non voglio crescere più
quei progetti che non so che non farò mai io scadenze lunghe non ne ho no no
non è la vita che mi cambierà non voglio crescere più
non è la vostra finta libertà non voglio crescere più
io non voglio grasso ai fianchi coi capelli tutti bianchi
quando il passo lento arranca con le gambe sulla panca
io non cresco più
e mentre mamma grida con papà non voglio crescere più
e questa notte lui non tornerà non voglio crescere più
resto chiuso in casa mia prima di ogni nostalgia
io non voglio prato croce e cosi sia
vedo un mondo piccolo non voglio crescere più
il disegno è spicciolo non voglio crescere più
il denaro è il crimine se il lavoro è un limite
io non voglio collezioni niente conti delle azioni
non coltivo un'ambizione cambio sempre convinzione
dentro ho solo una canzone
io non cresco più.
Nell'originale di Tom Waits c'è questo verso:
When I see that price that you pay I don't wanna grow up
I don't ever want to be that way, I don't wanna grow up
Ti posso fare una domanda?
Come no
Ti senti l'età che hai?
In tutta verità, onestà, sincerità (tanto cosa vuoi, se anche tentassi di fingere mi smaschereresti in due millisecondi)?
No. Dovrei?
No. Ti fa onore.
Io non ne sono sicura.
(Ma non sono sicura mai di niente, per cui mancano tutti i controlli positivi e negativi del caso ;-) )

martedì 1 dicembre 2009

30 anni, e non sentirli

Ho 30 anni, più o meno, e adesso che faccio? So fare bene un lavoro, ma non è quello per cui mi hanno assunto. Già, però mi hanno assunto. E che faccio, butto via tutto adesso che ho firmato il contratto, che magari ho una carriera? Tanto, il mio lavoro non lo faccio più da un po'. Perchè? Perchè volevo una vita e con il lavoro che facevo, qui in Italia non si campa. Dovevo andarmene, dovevo. E i legami, che fine avrebbero fatto i legami? Quello che avevo non sarebbe sopravvissuto e io invece ci credevo. Poi è andata come è andata. E io adesso mi chiedo se non sarebbe il caso di riavvolgere il nastro. Ma ho 30 anni, più o meno, e mi hanno assunto e voglio comprare una casa, che faccio?
Ho 30 anni, più o meno, devo scegliere se continuare a fare il lavoro che ho sempre fatto, per cui mi sono dannata (e non l'avrei fatto per niente altro) ma per farlo sul serio devo o emigrare o accettare l'ennesima borsa di studio oppure rimanere qui e cambiare lavoro, averne uno magari non così eccitante ma comunque non poi così male e soprattutto sicuro. Ho 30 anni e qualcosa, voglio che il mio lavoro sia pagato decorosamente (attenzione, non ho detto bene..), sono un professionista, e che diamine. E' una soddisfazione anche e soprattutto personale: sapere che il tuo lavoro è considerato per quello che vale. Finchè sei studente o dottorando, la passione ti ripaga abbastanza, poi arriva un momento in cui non basta più. Quando l'hai capito, piangi amare lacrime, non ti rassegni, cerchi di andare avanti ma proprio non si può e prima di odiare quello per cui hai passato ore e ore al bancone o al buio di una stanza microscopi o al freddo di un locale a 4 gradi decidi di troncare, per avere solo ricordi belli, per rispetto a quello che è stato, a quello che eri. Per lealtà, perchè così un grande amore non può continuare. Certo, posso emigrare. Ma io davvero sono sicura che saprò iniziare una vita a chilometri da dove ho sempre vissuto? e che fine fanno i miei legami? Bisogna avere una grossa stima di sè per accettare la sfida. E poi, accidenti, mi hanno assunto! Pensa tu, a 30 anni e passa, mi hanno dato la possibilità di iniziare una nuova carriera. Posso permettermi di convivere con meno ansie. Che faccio, la butto? Uhm, no, non è una buona idea, non è saggio.
3 anni dopo...
Ho un lavoro sicuro, divertente lo ammetto, che mi ha fatto conoscere l'Italia, che ha a che fare con quello che ho studiato, che mi permette di avere una macchina, di fare dei viaggi ogni tanto, di uscire la sera, di andare in palestra, di guardare il satellite, di comprare meravigliose scarpe col tacco e non gli zoccoli da laboratorio. Posso permettermi una casa. I legami? E' andata come è andata. E se riavvolgessi il nastro? Io adesso la vita la saprei reiniziare, l'ho già fatto. Ma ho 36 anni, una casa e mi hanno assunto. Ma ci sono i rolling stones e un amico che fa domande...
Yesterday don't matter if it's gone
while the sun is bright or in the darkest night no one knows...
Don't question why she needs to be so free
She'll tell you it's the only way to be
She just can't be chained
To a life where nothing's gained
And nothing's lost at such a cost
Goodbye, Ruby Tuesday
Who could hang a name on you?
When you change with every new day still I'm gonna miss you...
There's no time to lose, I heard her say
Catch your dreams before they slip away
Dying all the time
Lose your dreams and you may lose your mind.
Ain't life unkind?

lunedì 23 novembre 2009

giornata contro la violenza sulle donne

-al mondo esistono due generi, maschile e femminile...
no, guarda, tante lingue hanno il neutro, vorrà pur dire qualcosa
-al mondo esistono due sessi, maschile e femminile...
no, guarda che non è mica così semplice, che mi dici degli ermafroditi?
-al mondo esistono due psicologie, maschile e femminile...
no, guarda, perchè non anche 12 segni zodiacali, ognuno con la sua personalità...
-al mondo esistono due assetti cromosomici, maschile e femminile...
no, guarda, che fai, discrimini tutti quelli con sindromi varie??
-al mondo esistono...
no guarda, al mondo esiste un genere, Homo, e una specie, Homo sapiens, ed esistono tanti individui di questa specie, ognuno diverso. Alzeresti la mano contro uno che ha un gruppo sanguigno diverso dal tuo? Non ha senso, vero? Ti sentiresti un emerito pirla, no? Eppure è una differenza tanto quanto. Pensaci, sentiti pure un pirla e abbassa piano la mano.

gli addii non fanno male

Tu mi sembri un po' stupito perché rimango qui indifferente
come se tu non avessi parlato quasi come se tu non avessi detto niente.
Ti sei innamorato, cosa c'è, cosa c'è, che non va?
Io dovrei perciò soffrire da adesso per ragioni ovvie d'orgoglio e di sesso
e invece niente no! - Nessun dolore
Non sento niente no! - Nessun dolore
Nessun dolore
non c'è tensione - Nessun dolore
non c'è emozione - Nessun dolore

Ho un déjà vu. Somiglia tanto a certi colloqui di lavoro: signorina, lei non rientra nel profilo. Grazie per l'opportunità che mi avete offerto e per i complimenti ricevuti. Prendo atto che avete scelto un'altra persona. Cercherò altre strade che mi valorizzino maggiormente.
E' solo che ultimamente capita un po' troppo spesso di avere questi déjà vu. Sono così difficile da incasellare in un profilo? O forse scelgo strade che non mi valorizzano?

Io non mi annoio, io continuo a ballare...

Ma accidenti, io continuo a ringraziare voi. Per i momenti vissuti, per quello che mi avete insegnato, i libri e la musica che mi avete lasciato. Io lo so che non è poco. Ma una volta, una volta soltanto, non è che il copione potrebbe cambiare? Così,

per vedere di nascosto l'effetto che fa...

Non è che una volta tanto, che ne so, potrebbe succedere che qualcuno scelga me e non qualcun altro? Dai, non sarebbe una così cattiva idea, imparare un copione diverso. Eppure, io tutto quello che sono sempre riuscita a dire é: beh ecco, bravi, sono contenta per voi perchè vi voglio bene, buona fortuna.

Perchè ti aiuto io ad andare, non lo sai
e questo a chi si lascia non succede mai
ma non ti ho mai considerato roba mia
io ho le mie favole e tu una storia tua

Vivere pensandoti, aspettandoti oramai
è soltanto un ricordo sbiadito per me
ricordo di strette al cuore che facevano male
adesso non ne voglio più sapere
Subissata di paure ora io voglio nuove avventure
se le cerco di sicuro poi le trovo

Ma sì, non esiste una ragione al mondo perchè io debba soffrire. Lo sapevo, in fondo. Se le cose sarebbero potute andare in modo diverso, chi lo può dire? Per quanto possa avere le mie favole,

vivo e perdo qui, tra corpi solidi

Ecco perchè lascio sempre andare, senza rancore. Ti voglio bene, in ogni caso, tu che hai incrociato la mia vita per tanto tempo o per un attimo. Ti auguro che la persona che ti sta accanto ti renda felice e che ti possa aiutare a realizzare i tuoi sogni.
Ah, e grazie, per quello che è stato e quello che non sarà mai. Anche i futuri non realizzati fanno parte di me.

Good night and good luck.

Io però adesso, amico di una vita, voglio la mia birra rossa, la tua pazienza, le tue risate.

It makes me think...perhaps I need a drink...
IQ is no problem here...oh, I need that beer!

venerdì 20 novembre 2009

non ci sono più, i cavalieri di una volta...

Io dico un mare di cazzate, non cito il piccolo principe, non ho letto il don chisciotte, non so giudicare le persone. Io mi fido di quello che dici e ci credo sempre, accidenti a me. Io non so fare la tara alle tue frasi. Ma tu hai detto che non hai più pazienza e io adesso da chi imparo? Come faccio a tirarti su il morale? Vorrei avere il potere di cancellare i messaggi pessimisti, i mancati sorrisi e la maschera del clown triste. Io vorrei vedere il cavaliere, ma non so dov'è la bacchetta magica per farlo apparire. Non mi dire che l'ho solo sognato e che non esiste più. Non sono nessuno per pretenderlo e per sostenere che saresti più felice se ogni tanto tornasse. E' solo la mia personalissima opinione, ma io non so giudicare le persone, dico un mare di cazzate e sono troppo buona.

martedì 10 novembre 2009

la via di mezzo

"La scienza ha a che fare con un misto apparentemente contraddittorio di atteggiamenti: da un lato richiede un'apertura quasi totale verso tutte le idee, non importa quanto strane e bizzarre possano sembrare, una propensione per la meraviglia. Quando cammino, il mio tempo rallenta; mi restringo nella direzione del moto, e divento più massiccio. È una follia! Nel mondo microscopico, una molecola può trovarsi in questa posizione, in quella posizione, ma non può stare in una qualunque posizione intermedia. Anche questa è bella! Ma la prima è una conseguenza della teoria della relatività, la seconda della meccanica quantistica. Ci piaccia o no, il mondo è fatto in questo modo. Se insistete che è ridicolo, sarete per sempre tagliati fuori dalle grandi scoperte della scienza. Ma allo stesso tempo, la scienza richiede lo scetticismo più vigoroso e privo di compromessi, perché le idee sono, per la maggior parte, semplicemente sbagliate, e il solo modo per selezionare quelle giuste è tramite esperimenti e analisi. Troppa apertura, e vi troverete a accettare ogni nozione, idea e ipotesi—che è come non conoscere niente. Troppo scetticismo—specialmente il rifiuto di nuove idee prima che esse siano adeguatamente messe alla prova—e non solo sarete sgradevolmente scorbutici, ma anche chiusi di fronte al progresso scientifico. Quello di cui abbiamo bisogno è una giudiziosa via di mezzo."-Carl Sagan, trovata qui.
Sono da sempre in bilico, tra i "perchè no?" e i "perchè sì!" Ma provare, riprovare e provare ancora è l'unica strada, mi sa.

giovedì 5 novembre 2009

le pareti bianche

Quest'uomo ha saputo raccontare benissimo quello che ho pensato io. E toglierei i crocefissi così come ogni altro simbolo, per il motivo semplice che se una parete è bianca una persona ci può vedere quello che vuole ed è costretta a fare uno sforzo per immaginare come e se la vuole riempire. Se se la trova già occupata da qualcosa, sarà più difficile pensare che potrebbe essere diversa.
Io non mi ricordo proprio se quando andavo a scuola il crocifisso c'era oppure no. Alle elementari ho una vaghissima immagine di una croce rotta nel cassetto della cattedra. E mi ricordo anche un prete intelligente che non ci riempiva la testa di chiacchiere e nemmeno di "volemose bene" a suon di chitarre ma ci leggeva il nuovo testamento, apocalisse compresa, senza star lì troppo a spiegare. Credeva nel potere della parola, così come è scritto: in principio era il Verbo. Il vangelo è stato uno dei primi libri che ho letto, grazie a quel prete, a cui non importava niente del crocefisso sulla parete perchè quello che aveva da dire, o meglio da leggere, era tremendamente più importante, era niente di meno che la Parola di quel Dio a cui si era consacrato. Non era un fanatico e non ha mai tentato di convincere nessuno, tantomeno dei bambini. Si limitava a leggere a voce alta oppure a correggere quando leggevamo noi.
Io sono giunta a conclusioni diverse da quel prete. La sua lezione però non l'ho più scordata: leggere, guardare, ascoltare, prima di parlare o spiegare o riempire pareti bianche.
Per la cronaca, la parete più lunga in casa mia è chiara e sopra c'è solo la luce riflessa dal soffitto di due lampade a stelo. Mi piace guardarla e immaginarci sopra quello che voglio, o anche nulla.

martedì 3 novembre 2009

la vita imita l'arte/2

Politici che pagano i trans, anzi no la cocaina, anzi no i carabinieri che li ricattavano. Pensano che i ricattatori si accontentino di assegni bloccati e poi spariscano. I ricattatori hanno girato un video, anzi no, non si fanno più vivi. Il video l'hanno visto più o meno tutti, anzi no, nessuno l'ha voluto. Il presidente del consiglio avvisa il politico e gli consiglia di comprare il video, anzi no di andare dai magistrati. Ma non sembra di essere in quel film dei fratelli Coen, Burn after reading? Solo che la sceneggiatura è meno brillante e mancano sia Brad Pitt che George Clooney. Però tutti ci fanno la figura dei pirla, come si dice qui.

mercoledì 28 ottobre 2009

la vita imita la letteratura

"Qualcuno doveva aver calunniato silviob., (o marazzo, o mastella, o chi volete voi) perché senza che avesse fatto niente di male, una mattina fu arrestato (o si dimise, o accusò la stampa, a seconda del soggetto)".

E se invece una volta tanto prendessimo questo incipit da imitare:

"(personaggio a scelta), svegliatosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo".

N.B. e ci va già bene che si imiti la buona letteratura: a volte, nemmeno quella.

ci sono già passata..

Angels with silver wings shouldn't know suffering

I wish I could take the pain for you

coraggio amico, lo so perchè ci sono già passata: tra un po' ci ridiamo sopra davanti a una media rossa. Ora è un po' presto. Prima c'è l'incredulità, poi la rabbia, la delusione, gli scatti d'orgoglio. Poi la cicatrice si forma e la pelle è nuova. Fidati, questa incrollabile ottimista mai abbastanza cinica non ha mai nascosto la sofferenza ma non ti ha mai nemmeno raccontato una sola bugia.

martedì 27 ottobre 2009

le mille luci di NY

Da un paio di giorni il buio scende presto. Pur amando il sole, a me non dispiace, perchè significa che le strade della città si riempiono di luci prima. Non vedo l'ora che si accendano le luminarie di Natale. Uscirei tutti i giorni verso sera solo per godermi le luci delle macchine, le insegne dei negozi, la gente che si affretta. Ieri pomeriggio sul tardi ero in giro in bici in centro all'inizio di una discesina e vedevo tutto questo da sopra e nella mia testa risuonava la rapsodia in blu. Po-po-po-poo, una pedalata ed ero a Manhattan.

giovedì 22 ottobre 2009

ombre e nebbie

Questa mattina presto c'era buio e una nebbiolina umida che ricopriva la cima degli alberi e dei condomini. Io sono nata in mezzo alla nebbia, che ormai mi è indifferente. Oggi però guardando fuori dalla finestra il neurone è precipitato in un altro paesaggio, in un altro tempo: quando da bambina vedevo dal balcone una ciminiera confusa nella nebbia e da liceale camminavo sugli argini del fiume, lui color piombo, il cielo più chiaro ma sempre grigio. Non so cosa accade a voi, per me i ricordi sono immagini con una sceneggiatura che attraversano la mente, un po' come i sogni. Durano poco, poi svaniscono. Non posso impormi di ricordare, così come non posso impormi di sognare. Non so nemmeno a volte se le immagini o le parole che le accompagnano siano mie o le abbia viste o lette da qualche parte o se me le sia inventate. Così a volte ho la sensazione di essere un gigantesco collage, di avere nella testa un magazzino non inventariato di colori, odori, immagini, suoni, frasi, parole, di cui non ho il catalogo. Chissà se la nebbia che mi ricordo io è proprio quella che vedevo da bambina oppure era quella che mi descriveva mia nonna oppure quella che mi immaginavo leggendo Marcovaldo (e nemmeno so se Calvino descrive la nebbia lì) oppure quella che affrontavo all'università dalle parti di Linate o di Crema. Io proprio non saprei dire. Per me sono tutte egualmente presenti, tutte tornano contemporaneamente in mente quando vedo il cielo grigio, sovrapponendosi con un certo ordine come se fossero pezzi di una sceneggiatura in cui però il regista non è intervenuto.
Non è vero che abbia poca memoria. E' solo che non la controllo volontariamente. Il neurone forse ne sa qualcosa, ma non oso chiedere. Ha già abbastanza da fare!

mercoledì 21 ottobre 2009

ho visto cose che voi umani...

Scavalcati a sinistra da Tremonti? Tremonti??? E silviob. gli dà pure ragione? Dai, su, quando è che compare la scritta "sorridi sei su scherzi a parte"?

martedì 20 ottobre 2009

il neurone dà i numeri...

4: le volte che ti ho visto in tutto, di cui
1 alla luce del giorno. In totale, hai incrociato la mia vita per
2 volte. Subito dopo la volta n°
1, ti confessai di aver paura che mi scegliessero ad un colloquio. Infatti non successe. Però capii di aver voglia di cambiare e che potevo farcela. Infatti l'occasione è capitata. Dopodichè abbiamo ripreso i contatti e dopo
14 mesi, ti ho rivisto, di sfuggita. E dopo la volta n°
2, di nuovo ho voglia di cambiar aria, di imparare cose nuove, che per me equivale a sentirmi viva. Non ho paura di provarci. Sarà una coincidenza?
Forse non riusciremo a incrociare le nostre vite materiali per la volta n°
3. Ma è bello sapere che esisti e che, coincidenza o no, su di me hai l'effetto di
1 pillola di energia vitale. Forse non è il miglior complimento che tu abbia ricevuto. Ne avrai avuti
1000 altri, anche più gratificanti. Ma io non son normale e in più quel lato coraggioso, istintivo, fiducioso, in
1 parola quel lato "ariete" che riesci per vie oscure a far prevalere in me mi piace davvero.
NdR: Ho
1 neurone, spesso in disaccordo con se stesso. A volte dà i numeri...

venerdì 16 ottobre 2009

oh yes darling...life's beautiful sometimes!

In rigoroso ordine sparso:
-fa freddo ma c'è un bellissimo sole limpido
-ho preparato la valigia per Roma
-passo le notti a sognare
-amo il mio lavoro ma non lo farò per troppi anni di fila
-sono stata abbastanza coraggiosa per guardare, come mi hanno suggerito di dire, cosa chiede il mercato (punto collegato al precedente)
-ho comperato una magnifica stoffa blu elettrico e ieri ho provato il mio vestito nuovo
-mi farò un viaggio in treno leggendo
-a roma vado a vedere una mostra su due dei miei pittori preferiti
-martedì ho fatto le ore piccole ascoltando blues dal vivo
ecco, non sono grandi cose, ma la loro somma mi dà la carica. Statemi dietro, che si inizia a ballare!

lunedì 12 ottobre 2009

ehi voi, non mi avrete!

Ehi, sì, dico a te, a te che fuori dal bar mi hai dato della radical-chic, con una faccia un po' schifata. Non ho replicato, perchè sono una persona educata (ed essere educati non vuol dire essere intellettuali fighetti snob, caro mio, vuol dire che per me gli altri, chiunque siano, sono persone e vanno rispettate). E dico anche a te, che hai detto per prima cosa di fronte a un quadro a una mostra "quanto costa".
Voi avete sicuramente capito qualcosa più di me sulla vita, visto che la gente in piazza vi omaggia e riverisce e vi potete permettere cose che io nemmeno in una vita di regolare stipendio potrei avere. Siete convinti che per essere eleganti e farsi notare sia sufficiente andare in giro strafirmati da capo a piedi, possibilmente un po' rifatti e con l'aria strafottente da "il mondo è mio perchè lo posso comprare". Per voi io sono un'intellettuale snob perchè mi ostino a leggere il giornale, perchè ho studiato, perchè non vivo come voi, perchè apprezzo le belle cose ma non ne sono schiava, perchè prima di parlare ho l'umiltà e l'onestà di ascoltare. Io sono la peggior specie di individuo perchè non vi capacitate del fatto che io non sia come voi e non voglia esserlo e che non abbia bisogno di tirar fuori il libretto degli assegni per godermi un quadro.
Per voi io sono un mistero, perchè giro vestita come una persona normale, lavoro addirittura in una multinazionale, dò del lei e azzecco i congiuntivi, ho una bella casa, una collezione di scarpe col tacco e le unghie laccate, ma non voglio essere accomunata a voi. Voi giudicate, quando mi vedete camminare bella precisa con il mio trench e la gonna al ginocchio o i pantaloni diritti e la camicia bianca e pensate di aver capito tutto. Fate uno sforzo e guardate la mia narice sinistra. Lì c'è una pallina d'argento che ho messo a vent'anni e non ho più tolto. Lì c'è la mia passione per il martini, l'hockey, il jazz, il blues, il rock, per Henry Miller, per il mare, le sorprese, le notti in bianco, la birra, il vino, il buon cibo e il colore rosso. Da lì, se aspettate un po', ad un certo punto parte Basket Case e allora preparatevi, che si balla sul serio. Poi rimetto il rossetto e il trench. Rigorosamente rossi, perchè possiate comprendere.

venerdì 9 ottobre 2009

a song from the inside

Ah sì, quando ritorni qui, nell'atmosfera, con i capelli coperti di gocce di Giove, il tuo sguardo è limpido come un mattino di giugno, hai la spensieratezza delle giornate di sole e il tuo passo è leggero come la pioggia di marzo. Mi ricordi sempre che è il momento di cambiare. Sei di ritorno dalla Luna, mi porti la primavera e le tue parole sono chiare come una sera d'estate. Allora racconta, hai attraversato il Sole senza perdere le ali come Icaro? Sei arrivato alla Via Lattea, soltanto per vedere che tutte le luci sono svanite e che il paradiso non è niente di che? (ma da' retta, il viaggio vale da solo la pena) Ehi racconta, sei caduto per colpa di una stella cadente, una senza cicatrici? (non ti fidare di chi non è caduto e non porta cicatrici) Beh, senti, non è che ti sono mancata, mentre stavi cercando te stesso, là fuori? Ecco, da quando sei tornato, mi hai ricordato che c'è sempre spazio per crescere. E poi, quella storia di quell'uomo che aveva così paura di volare da non essere mai atterrato, credo mi si addica, sai? Dai racconta, hai perso l'equilibrio per il vento? E sei riuscito a ballare su un raggio di luce? E hai mai perso la testa? Davvero, hai trovato tutto quello che volevi sapere? E mentre lo cercavi, avresti mai voluto che io fossi lì?

les yeux ouverts

Non mi ricordo di aver mai aperto gli occhi al mattino senza vedere contorni annebbiati, confini sfumati, distanze vaghe. Ho bisogno di mettervi a fuoco. Forse per quello vi fisso: non sempre in viso, anche se ho imparato a farlo più spesso. Ma più prima che poi vi guarderò sempre negli occhi, perchè per me sono la prima cosa a fuoco, la prima che distinguo. Vi prego, lasciate che il mio sguardo incontri il vostro. Prometto di lasciarmi indagare, di non abbassarlo nemmeno io.
(alla luce del sole, hai gli occhi quasi turchesi, di un verdeazzurro irreale che ho visto solo all'alba nei cieli del deserto americano o in certe spiagge col mare limpido e le rocce bianche)

giovedì 8 ottobre 2009

situazione tragica ma non seria

Non vorrei entrare nel merito delle varie sentenze della Corte costituzionale dal 2004 a ieri (ne ho trovato qui http://blog.tooby.name/ un riassuntino comprensibilissimo anche per me). A me fa molta più paura l'arroganza accoppiata alla stupidità e alla sciatteria. E' un andazzo che riscontro dovunque.
Qualunque sia il tuo scopo, persino malvagio o delirante, se per te diventa questione di vita o di morte ti prepari al meglio per vincere, no? E invece mi sbaglio io. Avvocati che non leggono le sentenze, che non conoscono le procedure, deputati che cadono dal pero quando si vota la legge per cui hanno protestato, etc etc etc in mille campi. Così si va avanti alla carlona, un tant al toc, come si dice da me. Ma non si arriva da nessuna parte, nemmeno all'inferno. Si può anche lottare contro un sistema che non si condivide. Ma neanche gli Dei possono nulla contro la stupidità umana.

martedì 6 ottobre 2009

When I see the price that you pay, I don't wanna grow up, I don't ever want to be that way

Orsu' che dovrei fare?
Cercarmi un protettore, eleggermi un signore,
e dell'ellera a guisa che dell'olmo tutore
accarezza il gran tronco e ne lecca la scorza,
arrampicarmi invece di salir per forza?
No, grazie!
dedicar com'usa ogni ghiottone,
dei versi ai finanzieri? Far l'arte del buffone
pur di veder alfine le labbra di un potente
atteggiarsi a un sorriso benigno e promettente?
No, grazie!
Saziarsi di rospi? Digerire
lo stomaco per forza dell'andare e venire?
consumar le ginocchia? misurar le altrui scale?
far continui prodigi di agilita' dorsale?
No, grazie!
Accarezzare con mano abile e scaltra
la capra e intanto il cavolo innaffiare con l'altra?
E aver sempre il turibolo sotto de l'altrui mento
per la divina gioia del mutuo incensamento?
No, grazie!
Progredire per girone in girone,
diventare un grand'uomo tra cinquanta persone,
e navigar con remi di madrigali, e avere
per buon vento i sospiri di vecchie fattucchiere?
No, grazie!
Pubblicare presso un buon editore,
pagando,i propri versi?
No, grazie dell'onore!
Brigar per farsi eleggere papa nei concistori
che per entro le bettole tengono i ciurmatori?
Sudar per farsi un nome su di un piccol sonetto
anzi che scriverne altri? Scoprire ingegno eletto
agl'incapaci, ai grulli; alle talpe dare ali
lasciarsi sbigottire dal rumor dei giornali?
E sempre sospirare, pregare a mani tese:
Purche' il mio nome appaia nel"Mercurio Francese?"
No, grazie!
Calcolare, tremar tutta la vita
far piu' tosto una visita che una strofa tornita,
scrivere suppliche,qua e la farsi presentare? ...
Grazie no, grazie no, grazie no!
Ma...cantare,
sognar sereno e gaio, libero, indipendente,
aver l'occhio sicuro e la voce possente,
mettersi quando piaccia il feltro di traverso,
per un si, per un no, battersi o fare un verso!
Lavorar, senza cura di gloria o di fortuna,
a qual sia piu' gradito viaggio, nella luna!
Nulla che sia farina d'altri scrivere,e poi
modestamente dirsi: ragazzo mio,tu puoi
tenerti pago al frutto, pago al fiore,a lla foglia
purche' nel tuo giardino, nel tuo, tu li raccoglia!
Poi se venga il trionfo, per fortuna o per arte,
non dover darne a Cesare la piu' piccola parte,
aver tutta la palma della meta compita,
e, disdegnando d'essere l'ellera parassita,
pur non la quercia essendo, o il gran tiglio fronzoluto
salir anche non in alto, ma salir senza aiuto!

Cyrano de Bergerac-Atto II, scena VIII

sabato 3 ottobre 2009

Nemmeno Tafazzi...

Camera, passa lo scudo fiscale. Decisive assenze dell'opposizione. (repubblica.it)

Continuiamo così, facciamoci del male.

venerdì 2 ottobre 2009

no IgNobel, no party!

Onore a loro! Perchè non crediate che nei laboratori siano tutti compassati professori oppure occhialuti e sfigati studenti alle prese con provette e computer (sì, ci sono, sia gli uni che gli altri, ma io in 10 anni li avrò contati sulle dita di una mano). Nel mio piccolo, posso ricordare, tra i mille episodi:
-una cattedratica somigliante a Glenn Close aggirarsi nell'atrio del Grand Hotel di Rimini a un congresso internazionale con una birra in mano gridando "Dov'è Mr. Jones, lo voglio qui subito!" con la voce dell'esorcista. E tutti gli altri che facevano finta di non conoscerla
-un luminare della biologia molecolare cedermi il biglietto per la cena di gala di un convegno perchè "tanto è noiosa e io ho di meglio da fare con mia moglie"
-uno studente giocare a baseball in laboratorio con un tubo porta provette (per inciso, poi diventato il mio miglior amico, lo studente, dico, non il tubo...)
-un altro luminare piuttosto alticcio la sera prima arrivare in ritardo a una conferenza al mattino e addormentarsi nelle ultime file, di fianco a me e alla mia amica
-studenti e professori in spiaggia a tirarsi spruzzi anzichè sulle sedie di un aula
-un intero laboratorio che appena sentiva Creep alla radio cantava a squarciagola (Vasco, accidenti a te!)
Quando quello spirito di lavorare, tanto e duramente, ma divertendosi un mondo viene meno, lo segue anche la buona ricerca.

Ma dai, veramente pensavate che in aule e laboratori ci sia silenzio e rispettoso culto della sacralità della scienza? Su, siate seri. La scienza è quella cosa che si fa con le idee, la discussione, la messa in pratica di quello che si sostiene, la passione di imparare e di insegnare agli altri, ogni singolo giorno, ogni singola ora. Ci si deve sporcare le mani, insomma, parlare, chiedere, condividere, provare e riprovare. Un laboratorio zitto è un laboratorio morto.

giovedì 1 ottobre 2009

Freud, come la mettiamo?

Questa notte ho sognato, in rapida successione:
-un tizio con il fisico del classico maresciallo prossimo alla pensione in tuta blu tipo fantastici 4 seduto a una panca per addominali che si liquefa letteralmente lasciando la tuta sul pavimento della palestra
-due omini dall'aria furtiva a metà tra il signor Rossi di Bruno Bozzetto e i pinguini di Madagascar che si aggirano nel parcheggio della palestra intorno alla mia macchina
-io che esco con due amici e vedo un tizio che sta provando il nuovo modello della Panda: rosa shocking, disegnata dalla Pixar e in grado di salire sui muri
-io che non trovo più la mia macchina e cerco disperatamente di ricordarmi dove l'ho messa, ritenendo evidentemente più probabile che sia io a non ricordare piuttosto che esistano tizi in tuta blu liquefatti e Panda rosa che camminano sui muri
-io che non trovando la macchina vado al lavoro di notte in tram e reincontro i miei due amici che mi criticano per il mio abbigliamento: cappotto verde smeraldo e pantaloni blu elettrico. Loro sono vestiti in giallo taxi e arancione.

Lo giuro: la sera ho mangiato cornetti, insalata, mozzarella e mirtilli. Ho visto un po' di Champions league e CSI, poi ho letto un libro sulle origini del cristianesimo. Non ho bevuto. Non ho assunto strane sostanze, che io sappia, anche perchè nessuno mi ha offerto nè una caramella nè un drink nè niente di niente. Quindi deve essere un parto del mio neurone. Ora posso:
-dare lo scossone definitivo alla psicanalisi chiedendo l'interpretazione freudiana del sogno
-contattare l'ex sceneggiatore di x-files perchè la mia trama mi sembra più verosimile di quella degli ultimi episodi e dell'ultimo film (veramente orrido, tra l'altro)
-farmi inserire un elettrodo in testa e diventare celebre come caso clinico
-cercare di contattare gli omini del sogno e farmi spiegare dove hanno messo la mia macchina
-trovare Fox Mulder, spacciarmi per Scully, tanto sono bassa uguale, e indagare su che fine ha fatto l'uomo in tuta blu
-uscire e comprare un paio di pantaloni blu elettrico e un cappotto verde smeraldo e anche pantaloni gialli e arancioni da regalare ai miei amici
-fra tutte queste nuove cose che ho da fare, non diemnticarmi di controllare che la macchina sia in garage, perchè mi sono svegliata e non ne ero mica sicura...

martedì 29 settembre 2009

sarà mica peccato?

Beh ecco, vedi, c'è questa chiesa scoperchiata dove entri e si vede il cielo. Cioè, se ci entri di sera, alzi gli occhi e conti le stelle, capisci? C'è una chiesa, nel pieno centro di un'antica città, che ne ha viste di tutti i colori ma adesso puoi camminarci e sentire il profumo del mare. Beh, ti puoi anche sedere, sulle pietre o nell'erba. Vedi, io mi ci sono anche sdraiata, col naso per aria. Poi sono arrivati dei musicisti che dovevano provare. Nella chiesa, sicuro! Jaaaaazz, come dice Paolo Conte. Quindi, ecco, mica me ne potevo andare, no? Un po' cercavo di riconoscere le stelle, un po' i profumi e un po' le musiche. Poi caspita hanno smesso di suonare, quindi sono uscita direttamente in un vicolo e ho camminato un po'. Allora, dicevo, c'è questa chiesa dove entri e non sai più dove sei, però ci stai bene. Ecco, pensavo, qui mica celebrano messa, però se potessi decidere, io le chiese le costruirei tutte così.

lunedì 28 settembre 2009

Monet, ninfee (Milano, palazzo reale)


Luminose, cangianti, colorate, pacifiche, tranquille. Essenziali, naturali, rassicuranti.
Ma non viene voglia di immergere la mano, per vedere se l'acqua è calma come sembra? Se c'è qualcosa sotto, oppure niente?
Monet, per un attimo mi hai stregato. Per un attimo ho visto solo colori e luce. Sto imparando, Monet, sto imparando. Impressioni, emozioni, colori, forme, luce. Piano piano vedrai che mi accorgerò di quello che si agita sotto e sarò capace di lasciarlo perdere almeno per un po '.

domenica 27 settembre 2009

è successo di nuovo!

Esterno notte, a un tavolo di un pub:
Cameriera:
-Desiderate?
Io:
-Una doppio malto
Miglior amico, D.:
-Una chiara
La cameriera scrive diligentemente, poi torna dopo qualche minuto. Ci porta i sottobicchieri, le patatine, i tovaglioli e poi ci mette davanti le nostre birre.
La guardo allontanarsi.
L'amico D. guarda la sua birra, poi quella davanti a me:
-Ahahahahahahahahah!!!!
Io:
-E dammi la MIA doppio malto, va'...

Certe cose non cambiano mai. E io tutte le volte per qualche secondo mi incazzo proprio. Poi guardo il mio amico che ha già il bicchiere a mezz'aria e scoppio a ridere. Brindo e per un attimo esistono solo il sapore della birra e il suono delle risate. Chiudo gli occhi, poso il bicchiere e mi sento più leggera. No, amico mio, certe cose non cambieranno proprio mai!

giovedì ore 13, loggia dei mercanti, Milano

Be still my beating heart

Or I'll be taken for a fool

It's not healthy to run at this pace

The blood runs so red to my face

I've been to every single book I know

To soothe the thoughts that plague me so

I sink like a stone that's been thrown in the ocean

My logic has drowned in a sea of emotion

Stop before you start

Be still my beating heart

mercoledì 23 settembre 2009

my hometown

Ieri sera camminavo in via Vittor Pisani verso piazza della Repubblica, all'ora del tramonto più o meno. Non posso dire niente: Milano non è quel che si dice una bellezza. Mentre passeggi a Broadway ti sembra di essere nel centro del mondo, cosa che non si può di sicuro dire se stai in corso Como, checchè ne dicano quei tipi coi SUV bianchi che posteggiano sui marciapiedi. I locali e i negozietti di Londra e di Berlino hanno un'aria internazionale, che non si respira in Brera. I navigli non sono la Senna. A Catania e Palermo c'è gente per la strada a qualunque ora: provate voi in piazza del Duomo all'ora di chiusura del metrò. Barcellona ti accoglie con un profumo e un calore che stordiscono: a Milano l'aria è quel che è e il calore pure. Beh, Roma, Roma, lì c'è la Storia che ti guarda e cammina con te e mi spiace per celti, padani e giù di lì ma proprio non c'è confronto. Il tram di Lisbona è infinitamente più caratteristico e quello di San Francisco sì scompare nella nebbia come qui ma c'è la baia sotto e il ponte come sfondo.
Considerando i singoli aspetti, non ne trovo uno che avvantaggi Milano. Ma è l'unico posto in cui mi commuovo per le strade, così, senza un perchè.
Hey, take a good look around
That's my hometown..(a proposito, buon compleanno, boss!)

being Sting...

Questa sera, ore 22.10, National Geographic channel, documentario imperdibile: Nella testa di Sting. Io già me lo vedo, l'intrepido reporter col cappello alla Indiana Jones, la camicia di cotone con la maniche rimboccate e i pantaloni color kaki che si avventura nel labirinto di neuroni del cervello di Sting. E' lo stesso che viaggia da un capo all'altro del mondo "alla ricerca della verità", pagato e spesato, spero per lui, che con sommo sprezzo del pericolo da una nave per rilevamenti scientifici nel mezzo del Mediterraneo ci spiega che no, per ora nessuno sa dov'è Atlantide, ma noi continuiamo a cercare! E io guardo le facce dell'equipaggio della nave, a metà tra "che me tocca fa' pe' campa'" e "Indiana, adesso lavora sul serio, comincia a pulir pesce che altro non abbiamo trovato...". Ma sto divagando. Sono curiosa anche io di entrare nella testa di Sting.
Toc toc, chi buss?? Ehm, scusi tanto, signor neurone, è lì da solo?
-Certo, si accomodi.-
-E i suoi compagni?-
-Scesi al piano di sotto, a convincere chi di dovere che 5 ore di sesso tantrico sono una bufala...
-In missione umanitaria, vedo. Lei invece ci descriva cosa sta facendo-
-Nulla-
-Nulla? E le nuove avventure musicali, il nuovo album, il nuovo tour, la firma di tutti quegli appelli, il riarrangiamento di tutte le canzoni, ai 6 figli, alla moglie, il casale in toscana, i vecchi compagni, etc etc etc??
-no, nulla di tutto ciò è farina del mio sacco.
-?
-mi limito a pensare, è il mio lavoro, sa.
Ecco, se mai scoprissi la strada per entrare nella testa di Sting anche per un quarto d'ora, come nel film "essere John Malkovich", mi limiterei a pensare anche io e mi metterei in ascolto. Perchè se chiudo gli occhi e ascolto la sua voce, non me ne frega niente di come fa o di cosa pensa. C'è qualcuno che sta cantando per me le parole che avrei sempre voluto scrivere. Una voce che accarezzandomi mi potrebbe convincere di qualsiasi cosa. Quella che mi accompagna sempre se cammino o guido di notte da sola. Quella con cui puoi dialogare anche, e che gli altri che mi guardano pensino pure a una pazza che canta da sola! Io ho nelle orecchie qualcuno che sta cantando per me. Ehi, baby, I'll always be a slave to your charm..

domenica 20 settembre 2009

pink is my new obsession!


Pink it was love at first sight, and
Pink when I turn out the light, and
Pink gets me high as a kite
And I think everything is going to be all right
No matter what we do tonight

venerdì 18 settembre 2009

sogno o son desta?

Di solito mi sveglio di notte con la luce accesa, il libro aperto, gli occhiali sul naso e le tapparelle alzate. Apro un occhio, capisco che qualcosa non va perchè ci vedo troppo bene, faccio un'orecchia alla pagina, tolgo gli occhiali, spengo la lampada e mi riaddormento. Questa mattina invece mi ha svegliato un sogno. E' strano, sogno sempre, mi dico nel dormiveglia che al mattino lo devo raccontare a qualcuno e poi non mi ricordo cosa ho sognato e non ho niente da raccontare. Questa volta invece mi ricordo tutto. Forse perchè ho sognato proprio te. O meglio, noi due addormentati nella mia vecchia cameretta. Poi ti svegliavi e uscivi dalla camera per prepararmi la colazione. Io dormivo con un paio di calzoncini corti, che nella vita reale non uso mai perchè ho un paio di gambe da urlo solo nella mia vita onirica. Basta così, nient'altro, poco più che qualche immagine. Mi è rimasta una sensazione dolcissima, appagante. Era presto, mi sono riaddormentata con un senso di pace nel cuore.
Ti devo ringraziare anche per questo. Ti sono in debito e non lo sai nemmeno. O forse sì, così come conosci i libri e la musica che mi piacciono o mi potrebbero piacere. Non hai mai sbagliato.
Mah, forse ci vogliono i sogni per far luce sulla realtà. Arrivederci alla prossima puntata della mia vita onirica.
There's no time to lose, I heard her say
Catch your dreams before they slip away
Dying all the time
Lose your dreams
And you will lose your mind.
Ain't life unkind?
Goodbye, ruby tuesday
Who could hang a name on you?
When you change with every new day
Still Im gonna miss you...

giovedì 17 settembre 2009

giunge il momento di guardarsi allo specchio...

...quando la commessa della profumeria ti regala le creme al collagene anzichè quelle per le impurità della pelle...

martedì 15 settembre 2009

la scoperta dell'america

Dicono che ho sbagliato i conti. Che la Terra è più grande, che non ho letto gli antichi filosofi e che le mie carte sono poco accurate. Lo so. Come avrei convinto la regina, forse prospettandole un viaggio lungo, incerto, pericoloso e quasi impossibile? Ho solo nominato l'oro e un percorso breve per arrivarci. Piacere, Cristoforo Colombo, profondo conoscitore dell'animo umano non meno che delle antiche carte.
Dicono che ho sbagliato i conti. Che la Terra è più grande, che non ho letto gli antichi filosofi e che le mie carte sono poco accurate. Lo dicono preti e filosofi, che leggono la verità assoluta nelle parole di chi è venuto prima di loro! No, la verità non si trova facendo calcoli su scritti consumati dal tempo. Convincerò la regina e mi prenderò la gloria che essi mi negano. Piacere, Cristoforo Colombo, ardimentoso comandante, esperto geografo e scopritore di nuove rotte.
Io non so come davvero sia andata.
So che più storie sommate,
più vi avvicinate.
Se vi accontentate di una sola versione,
avrete narrato solo finzione.

piove...

What's new?
How's the weather?
Is it stormy where you are?
You sound so close but it feels like you're so far
Oh would it mean anything
If you knew
What I'm left imagining
In my mind, in my mind
Would you go? Would you go?
Kiss the rain
Whenever you need me
Kiss the rain
Whenever I'm gone too long
If your lips feel hungry and tempted
Kiss the rain
And wait for the dawn
Keep in mind
We're under the same sky
And the night's as empty for me as for you
If you feel you can't wait till morning
Kiss the rain
And wait for the dawn

Sì, qui piove a dirotto. Sì, mi sono chiesta se diluvia anche da te. Sì, me lo sono domandata mille volte: se tu sapessi quello che davvero ho in testa, te ne andresti del tutto? Sì, lo so che siamo sotto lo stesso cielo, ma non sono esattamente sicura che tutte le tue notti siano vuote e solitarie. E chissà se riesci ad aspettare l'alba.

mercoledì 9 settembre 2009

potrei quasi essere io...


Mi sento solo in mezzo alla gente

osservo tutto ma non tocco niente

mi sento strano e poco importante

quasi fossi trasparente

e poi resto fermo e non muovo niente

la sabbia scende molto lentamente

l'acqua è chiara e si vede il fondo

limpido finalmente

Ma no, non voglio essere solo,

non voglio essere solo,

non voglio essere solo mai.

martedì 8 settembre 2009

per non smentirsi..



Per ribadire il concetto, questo è la new entry del mio guardaroba. Un classicissimo trench, sì, ma rosso! Perchè un po' di frivolezza e leggerezza ci vuole, e che diamine! E poi perchè così non mi dicono più che vado in giro con i soprabiti del tenente Colombo. Hai voglia a ribattere: sì, ma io li cambio e li tolgo anche, ogni tanto. Già mi ci vedo con il mio trench rosso, jeans blu scuri e sciarpa rossoblu della Saima. E scarpe col tacco blu, che a questo punto devo assolutamente ordinare dalle sante manine dell'artigianino del paese accanto al mio. Perchè blu? Perchè rosse le ho già, che domande! Ma se le indosso, dopo cappotto, scarpe e capelli in tinta, mancherebbe solo la codina da diavolessa che spunta e quella no, mai! Io sono juventina...

lunedì 7 settembre 2009

temo di non essere la persona adatta...

Egregia società,
è con sincero rammarico che Le comunico che davvero avrei voluto essere inserita a pieno titolo nel Vostro organico, ma non mi è possibile accettare. Ad un primo sguardo corrispondo quasi esattamente alle figure che state cercando, ma sfortunatamente ho alcuni vizi che temo mi impediscano la cooptazione:
1) mi irrito se qualcuno mi dice cosa devo pensare
2) a corollario di ciò, quando qualcuno mi suggerisce il copione da seguire, inevitabilmente ho una gran voglia di cambiare le battute senza dirlo al regista
3) guardo vetrine e riviste ma poi mi vesto a mia capocchia
4) non amo le tinte pastello, le trovo tristi, e nemmeno il nero, che ti risolve tante occasioni ma sembri sempre uscita da un funerale. vuoi mettere un bell'abito rosso, blu elettrico, bianco candido?
5) porto i capelli ricci e rossi e non ho intenzione di disciplinarli, lisciarli o schiarirli
6) quando rido, mi si sente almeno a 100 metri
7) non sono il tipo che al ristorante ordina un solo piatto con acqua naturale
8) come dice mia mamma, fisso la gente. Io dico che la guardo negli occhi
9) non porto le ballerine come Carlà. Non ho nemmeno le sue gambe, a dir la verità...
10) le uniche cose che veramente mi risolvono qualsiasi occasione sono una giacca di pelle, una camicia bianca e un rossetto deciso
Temo che, nonostante quello che possa sembrare, non possiedo i requisiti per essere ammessa nella Vostra società. Forse nemmeno Voi avete quelli giusti per interessare a me. Continuerò comunque a seguirVi con affetto, perchè in fondo gli spettacoli dei burattini divertono sempre.
Cordialità
fra

venerdì 4 settembre 2009

i conti in tasca

Concerto di musica elettronica al circolo ARCI Magnolia: 15 euro
Posteggio al suddetto circolo per tutta la serata: 3 euro
Benzina e autostrada per arrivarci e andare a prendere il mio migliore amico: sulla decina di euro
Doppio giro di birrette (grazie ARCI per la Murphy alla spina..): 8 euro
Ascoltare Meg e Peaches: un paio di tacchi da rimettere a posto, ma divertente
Incontrare la mia amica che non vedo da un mese: voce in cantina perchè dovevo urlare per farmi sentire
Rimanere a chiacchierare in macchina con il suddetto amico fino a ore piccole: un paio di borse sotto gli occhi che nemmeno Vuitton...
Un paio di gaffes con l'amico: mortificazione interiore, ma sempre con lui le faccio?
"Lo sai che ti voglio bene comunque": non ha prezzo...

Grazie alla mia amica E. perchè Peaches sul palco è un incrocio fra Courtney Love e Ziggy Stardust ed è uno spettacolo (e se ha davvero 50 anni, Madonna ritirati!)
Grazie al mio miglior amico D., perchè:
non mi ricordavo la strada per casa tua e non me lo hai fatto pesare
se ti prendo sottobraccio e appoggio la testa sulla tua spalla me la sostieni
posso confessarti qualunque cosa e al massimo mi guardi e ridi e non giudichi
mi chiedi se ho sonno e se sono stanca ma ti lasci venire a prendere e lasci che guidi io
mi porti a vedere la partita degli all blacks a san siro!

martedì 1 settembre 2009

please, open your mind...

Ho la bruttissima sensazione di vivere in un'epoca che sta trasformando gli orizzonti in confini e che sta facendo di tutto per far sì che io sia convinta di poter vivere bene solo se faccio le stesse cose, penso le stesse idee, dico le stesse frasi della maggioranza delle persone. Noto con orrore che per molta gente è normale che se il capo la pensa in un determinato modo, allora i dipendenti devono adeguarsi e non esprimersi. Cuius regio, eius religio, ma eravamo nel Cinquecento. Poi sono arrivate un po' di rivoluzioni. Liberté, égalité, fraternité, do you remember?
Altro che gabbie salariali: ci hanno ingabbiato i pensieri. Non ce ne rendiamo nemmeno conto, oppure sì ma ci fa comodo adeguarci.
Che tristezza.

mercoledì 26 agosto 2009

pillole di saggezza

Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto. E in un modo che non puoi immaginare adesso. Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi! Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro. Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non t'erano mai passate per la mente. Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa, ogni giorno che sei spaventato.
Canta.
Non esser crudele col cuore degli altri. Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perder tempo con l'invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro. La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente dimmi come si fa.
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore, butta i vecchi estratti conto.
Rilassati.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no. Forse divorzierai a quarant'anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio. Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche.Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi. Senza paura e senza temere quel che pensa la gente. È il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla. Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori. Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli. Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono. Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca. Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant'anni sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga. Ma accetta il consiglio... per questa volta.
"The big kahuna"

lunedì 24 agosto 2009

back again


Pensavo di non essere in grado di staccare la spina. E invece ci sono riuscita talmente bene che non mi ricordo più a che punto ho smesso e dove ricominciare. Reintroduco a piccole dosi la realtà quotidiana, per portarmi dentro il più a lungo possibile la sensazione concreta che esistono altri mondi da conoscere, altri orizzonti, altri spazi. Esiste sempre un'altra acqua chiara, a volte tranquilla, a volte mossa, in cui specchiarsi.
Grazie ancora una volta al mare, che mi abbraccia sempre.

mercoledì 5 agosto 2009

a cosa pensi?

Un penny per i tuoi pensieri-mi diresti. Un penny, e comincerei a raccontare quasi come un jukebox. Non avresti bisogno nemmeno di una seconda monetina. Un penny, ma varrebbe un fiume in piena. E solo un penny per una risposta garantita è un buon prezzo in fondo. Ma è solo una scusa, parlerei delle cose più assurde che mi saltano in mente e sarei sincera. Non avresti bisogno di nessuna moneta, perchè sono io in debito con te. Chissà se riuscirò mai a dirtelo. Se mi chiederai ancora a cosa sto pensando, non mi lascerò scappare l'occasione-questa volta.

mercoledì 29 luglio 2009

mamma mia!


detto, fatto! nulla di più semplice, no?

lunedì 27 luglio 2009

evvai!

evvai Fede!! perchè le vittorie su se stessi sono mille volti più dolci...

sabato 25 luglio 2009

dear mum and dad

Non mi chiedete di reggere il vostro mondo sulle mie spalle. Io non ce la faccio, io sono grande, adulta e vaccinata, ma sono solo capace di stare zitta e mi sento male al pensiero. Io sto bene, è davvero una giornata stupenda e questo vi dovrà bastare. Ora esco, o forse scappo. Ci sono sole e vento, ci sono un bolide che mi aspetta, una strada che ho in mente, un libro da leggere e amici da incontrare stasera. Non è tutto quello che voglio, ma mi basterà. Non voglio sentire quella stretta allo stomaco che mi avvisa che vorrei essere da un'altra parte e non qui e ora. Mi dispiace, voi tutto questo non lo sapete, non lo dirò mai. Quindi permettete che per l'ennesima volta non sarò considerata una "bella consolazione". Non ne vado fiera, vorrei sul serio avere le parole giuste per ognuno di voi. Non mi vengono, non so che dire, forse per istinto di sopravvivenza, più che per egoismo. Non sono sicura che l'abbiate mai compreso. Passerà.

giovedì 23 luglio 2009

il logorio della vita moderna

drrriiiin, sveglia. (ma che ore sono, ma perchè mi sveglio prima di lei e poi mi riaddormento...). Tolgo le lenzuola, preparo la lavatrice. Sgombero la lavastoviglie (troppo calcare, i piatti non sono più così puliti, devo ricordarmi di coprare il disincrostante). Faccio colazione (ma non è il caso di accendere pc e adsl? così sono già pronti). Devo telefonare a un paio di medici (no aspetta, prima guardo nel server se c'è qualche novità, così li chiamo una volta sola. Eh no, come server unavailable???). vabbè facciamo con i dati di ieri sera...noooo, la cornetta in faccia no! ma che maleducati..ok chiamo il responsabile. In viva voce con il mondo? e vabbè...(acc il telefono è quasi scarico, aspetta che prendo il caricatore) Richiamo il primario? sì ok manderò una di quelle mail suadenti ma aggressive. E richiamo il medico, come no. (ma chissà se gli altri medici avranno risposto alle mail, aspetta che controllo...) Uh, la mia amica su skype, devo ricordarmi di chiederle se ha trovato la mia carta d'identità. nooooo il telefono no, cosa c'è? non funziona il sito? prendo nota e comunico a chi di dovere. (acc ma è il compleanno di quell'altra mia amica. le mando gli auguri subito sennò mi dimentico). Abbiamo i dati per la teleconference aggiornati? sì direi di sì, ma ho spiegato che il server non funziona. Sono aggiornati a ieri sera. Non basta, ok, chiedo a qualcuno in sede di mandarmi la copia aggiornata a questa mattina. Così si nota che c'è stato un avanzamento. La mail al primario? Sì l'ho mandata, in copia a tutto il mondo, sìsì. (oggi cosa mangio?). Il training non l'ho ancora fatto, mi hanno mandato le password ieri sera..(ma io volevo ascoltare gli ac/dc dove cavolo è finito il file?) Ma sì, mandami una mail con tutto quello che manca. (mi grattano da morire le spalle..devo spalmare il localyn...). Ho mangiato un'insalata e 4 fichi. Ho fame! A quante mail devo ancora rispondere? (le note spese, le note spese...le devo fare di sicuro!) La teleconference è tra un'ora, mi devo preparare. I dati nuovi? Ah, solo tre queries pending? Ma dai? Allora ho lavorato...Ah non riesci a chiamare il corriere? Si mandamele a casa, come no..(uff ma anche gli iron sono spariti dal pc, ma che è successo???) Non ci sono i dati del paziente? Eh ma non sono lì, come faccio a controllare che facciano tutto? (non devo dimenticarmi di buttare la plastica stasera perchè c'è il polistirolo della confezione del pesce e puzza...) Non hanno ancora pazienti? sì li chiamo, come no? (ma il mio amico che mi ha chiamato perchè sta litigando con la morosa chissà come sta, nel we è da solo, magari venerdì ha il tempo di una birra) Ehm, ma il training quando scade? Già scaduto? Ho detto che mi hanno mandato le password ieri...(le note spese, le note spese...e anche la bolletta del gas!!) noooo il telefono no! siiii il medico lo chiamo.....come non risultano risolte le queries???(no, la spalla mi gratta troppo, adesso mi alzo e faccio una doccia) si si dopo vado a farmi un bel giro in bici. (eh certo, e il vicino che ti ha promesso di farti partire la macchina e gonfiare le gomme?) Ferie, il medico è in ferie? Come dici? No, io no, perchè, ne ho bisogno?

martedì 21 luglio 2009

on the road again

A Berlino ho passato quasi una giornata intera aspettando le mie amiche. Ogni tanto mi piace camminare da sola per città sconosciute con una cartina in mano e rendere conto solo a me stessa di dove sto andando. In queste occasioni cammino per km senza quasi fermarmi, perchè vorrei avere un'idea dello spirito della città senza che il giudizio degli altri mi influenzi. Oltretutto ho un passo abbastanza veloce: cammino e mi guardo in giro sperando di cogliere l'atmosfera dei quartieri che attraverso. Per infilarsi in un museo c'è sempre tempo...
A Berlino poi non ci sono strade strette e tortuose, o almeno io non le ho viste: si cammina su viali abbastanza dritti e larghi. Non ci si perde facilmente, non c'è bisogno di guardare la cartina a ogni incrocio e quindi si ha il tempo di lasciar vagare i pensieri e di osservare quello che succede. Io cammino e non vedo la fine, come se poi mi importasse qualcosa dell'orizzonte, di quella linea sottile che non so definire. Cammino e mi distraggo e non sono mai a casa. A volte mi piace questo andare e tornare, a volte ci annego, perchè non so se fermarmi o continuare, un passo dopo l'altro, un piede davanti all'altro. E poi se un senso c'è, per me è poco importante. A me basta sapere che posso andare avanti a camminare, che posso cambiare la rotta se serve, fermarmi e poi ricominciare. E se una volta o l'altra raggiungerò un orizzonte, mi basterà stendere la mano. Se non sarò in un Truman show con uno sfondo di cartapesta, non ci sarà motivo di ritrarla.

lunedì 20 luglio 2009

lettera ad un'amica

carissima,
scrivo perchè a parole non riesco a dipanare i pensieri che mi sono saltati in mente mentre guidavo e i passeggeri dormivano ieri sera. Scrivo di getto, quasi senza rileggere, per cui se non sarò chiara o se ci saranno errori, scusa. Non ce l'ho con te e non ti manderò a cagher. Non lo farei mai, e poi perchè e cosa risolvo mandando a cagher la gente? Vale anche per il mio ex, ovviamente. Ho sempre pensato che le persone hanno tutto il diritto di cogliere le opportunità che vengono loro offerte o che si creano da sole (vale per la mia amica storica quando avevamo 16 anni e ci piaceva lo stesso tipo, vale per te con m. e vale anche per la donna che adesso ha una bambina con il mio ex, parlando solo di maschi). Se altri vedono una possibilità e se la prendono dove io non l'ho vista o non sono capace, beh la colpa non è loro di sicuro, è mia che non ho visto o non ho avuto il coraggio o le capacità necessarie. Tutto qui. Quindi me la prendo con me stessa piuttosto che con gli altri. E' già molto che abbia imparato a non odiarmi del tutto e piuttosto a chiamare qualcuno di cui mi fido e piangere. Il perchè poi io mi tiri sempre la zappa sui piedi è materia di studio per il prossimo convegno internazionale di psicanalisi dei neuroni isolati-sono uno dei rarissimi esemplari in possesso di neurone single che ha rifiutato la protezione del wwf. Un secondo motivo per cui non ti ho mandato a cagher e non lo farò è che io apprezzo tantissimo le persone oneste e sincere. Anche perchè se le cose non me le dicono, io cado sempre dal pero...ma questa è un'altra storia...Oltretutto, il modo migliore perchè io risponda sì ok va bene è chiedermelo direttamente. Non rifiuterò mai qualsiasi cosa ad una persona a cui voglio bene che me la chieda. In fondo, io so il sacrificio che comporta per me la richiesta, ma non so qual è il sacrificio che comporta per l'altro un mio no. Nel dubbio, scelgo il mio sacrificio, anche perchè non mi sentirei mai a mio agio sapendo di aver tolto qualcosa-qualsiasi cosa-ad una persona a cui voglio bene. Nonostante i miei buchi neri, le cose che non so fare e i miei momenti di disperazione, rimango una persona solare e ottimista. Vedrai che prima o poi imparerò ad avere un po' più di coraggio (anche se qualcuno ha detto che il coraggio uno non se lo può dare, ma io non ci credo...) e a fidarmi un po' di più di quella stupida e ingenua testolina riccia. In fondo, le voglio bene e glielo dovrei proprio. Non mi scuserò per averti rubato del tempo per leggere e per stare dietro ai miei pianti, nè ti ringrazierò per il conforto e l'affetto, anche se ti devo moltissimo. Almeno questo l'ho imparato. Dato che non so bene il motivo per cui ti ho scritto, forse solo per sfogarmi, non mi offenderò nemmeno se la mail finirà nella spam insieme alle farneticazioni idiote di qualche venditore di cialis. alla prossima, amica!
La lettera l'ho spedita sul serio. Qui l'ho pubblicata togliendo solo i nomi. Ho pensato di farlo perchè racconta parecchie cose di me: è vero che la corrispondenza è privata ma finchè non pubblico quella altrui....L'unica cosa che non le ho scritto è che davvero, sabato sera in una discoteca chiamata kursaal di fronte a lei che mi confessava che la nostra amicizia era più importante di quasiasi uomo, tanto più se per lei doveva essere solo divertimento, io ho avuto la sensazione di essere salita sulla macchina del tempo e di essere tornata indietro di 20 anni. Identica scena, identico anche il nome della discoteca. Identica conclusione. Mi sono mantenuta giovane, in fondo, no? altro che botox ;-)

lunedì 13 luglio 2009

si va a berlino!!!

E' difficile trovare un posto dove la storia dell'ultimo secolo sia così visibile come a Berlino. Nello stesso tempo, è una città votata al futuro, a quello che sarà piuttosto che a quello che è stato. In certi punti, anche in pieno centro, è ancora un cantiere. Berlino è bellissima e ha un fascino tutto particolare, dato dalla perfetta commistione tra antico e nuovo. Ma di antico è rimasto ben poco. Devo dire la verità, io subisco di più la suggestione delle stradine piccole e tortuose, dei palazzi mediovali, delle chiese e monumenti lì da centinaia e centinaia di anni. Quelli mi danno davvero la sensazione della Storia. A Berlino la Storia sembra un ingombro, e capisco.
Detto questo, il monumento alle vittime dell'olocausto è davvero angosciante, perchè non c'è nessun riferimento concreto e ognuno ci può ritrovare la sua personale angoscia. Però nel frattempo in mezzo ai cubi di cemento in fila i bambini giocano e corrono. Questa è la rivincita più bella nei confronti di chi concepiva il mondo solo come una marea di gente uguale che marciava con lo stesso passo guardando nella stessa direzione.
Il checkpoint Charlie adesso è una piccola isola nel mezzo di una delle strade principali. Anche lì, le macchine passano, i turisti scattano foto con le comparse vestite da soldati e i berlinesi camminano e fanno shopping. E' dimenticare? No, è continuare a vivere.
Paradossalmente, l'immagine più toccante che ho visto a Berlino non era al checkpoint Charlie, nè al monumento per le vittime all'Olocausto, nè nei musei e nemmeno per le strade della vecchia Berlino est. Era allo zoo. Non avevo mai visto uno zoo, ma quello di Berlino è il più grande d'Europa, così una mattina ho lasciato le mie amiche e l'ho visitato. Sono entrata nella stanza delle scimmie e dal vetro mi guardava uno scimpanzè. Se non l'avete mai fatta, è un'esperienza che vi consiglio. E' lo sguardo più umano che abbia mai visto.
A chi non è convinto che gli umani siano una specie animale e a chi pensa che siano superiori perchè hanno in loro una scintilla di divino, non bisognerebbe replicare nulla. Solo portarli faccia a faccia con uno scimpanzè. Poi chiedere loro di essere sinceri con se stessi. E non aspettare la risposta.

lunedì 6 luglio 2009

l'educazione sentimentale della signorina F.

La signorina F. guardava il paesaggio fuori dal finestrino distrattamente. Il treno la stava riportando a casa dopo qualche giorno trascorso ospite dalla signorina M., che dal paese dove entrambe vivevano si era trasferita in una città sul mare, piuttosto grande e con molte spiagge dove sdraiarsi, rilassarsi e chiacchierare di tutte quelle piccole cose importanti e trascurabili che cementano un'amicizia. La signorina F. stranamente non aveva chiuso gli occhi, come sempre le accadeva su un qualunque mezzo in moto per più di qualche minuto. Guardava le righe sulle pagine, ma non stava leggendo: i suoi pensieri vagavano indisturbati senza avere nessuna voglia di trovare una meta. Per un po' li lasciò andare, poi si concentrarono da soli su un paio di brevi conversazioni dei giorni precedenti, prima della partenza. Sul momento la signorina F. non vi aveva prestato attenzione, ma qualcosa evidentemente doveva averla colpita, se riemergevano dalla memoria dopo un po' di tempo. Una cara amica l'aveva avvertita: proteggiti, difenditi. Non hai bisogno di farti del male per capire che cosa davvero pensino le persone. Era davvero così? Forse per qualcuno, non per la signorina F., che sotto molti punti di vista si poteva definire un'impavida ingenua. Come riuscire a comunicare con un'altra persona senza essere completamente trasparente le risultava sempre un mistero. Come indovinare le intenzioni di qualcun altro prima di chiedere lumi esplicitamente era un enigma senza soluzione. Per usare un linguaggio preso a prestito dalle carte, doveva sempre "andare a vedere". Questo rispecchiava la sua natura di persona curiosa ed estroversa, ma a lungo andare era impossibile da sostenere. Curiosamente infatti, la personalità solare si accompagnava nella signorina F. a un certo grado di timidezza che le impediva di chiedere nei tempi e nei modi che avrebbe voluto. Nonostante le apparenze, non era infatti una di quelle persone spavalde, sempre sicure che gli altri ascoltino quello che hanno da dire, anche se insignificante. La signorina F. non avrebbe mai chiesto nulla per prima, ma se qualcuno si fosse preso la briga di farlo al suo posto, sarebbe stato sicuro di trovare in lei un'anima sincera e curiosa, disposta a concedere fiducia senza nessun appiglio concreto. A questo punto i pensieri tornarono all'altra conversazione riemersa dalla memoria della signorina F. Un amico comune stava consigliando la signorina M. su certi affari di cuore e stava descrivendo i comportamenti di altre ragazze con cui si era accompagnato negli ultimi mesi. Sedurre-diceva-fare in modo che nasca il desiderio di stare con te, di scoprire quello che sei. Alla signorina F. sembrava sul momento che quell'amico avesse colto nel segno: pareva una descrizione presa dal manuale del perfetto casanova. Ma i pensieri vaganti di quel pomeriggio sul treno colsero un altro aspetto: se è così, allora quel modo di essere trasparente, di non essere capace di non svelare subito tutto, di raccontarsi senza nessun tipo di malizia era quanto di più lontano ci potesse essere dalla quella perfetta descrizione di seduzione ascoltata per caso e rivolta ad un'altra persona. Non avrebbe potuto far nascere in qualcuno il desiderio di saperne di più se lei stessa era disposta da subito a squadernare di fronte all'altro i suoi pensieri, le sue emozioni, le sue idee, senza essere nemmeno sicura dell'uso che ne sarebbe stato fatto. Poche persone sarebbero andate al di là di quello che lei avrebbe raccontato. E d'altra parte la signorina F. non vedeva il motivo di smettere di essere così com'era: a torto o a ragione, vedeva come un dono la capacità di fidarsi delle persone quasi a prima vista e di affidare un pezzetto della sua anima a coloro che per qualche inspiegabile motivo le inspiravano un gesto così intimo. Non sarebbe stato facile, e lo sapeva, incontrare qualcuno in grado di non spaventarsi di una cosa per lei così naturale ma così rara nel mondo e di andare oltre quello che lei aveva spontaneamente offerto. Ma ritrarre la mano, nascondersi e difendersi a priori le sembrava un'idea orribile, un rimedio peggiore del male. Immersa in questi ragionamenti, la signorina F. si accorse che il treno sbuffando e sferragliando era ormai arrivato e si stava fermando. Non pensò a trarre una conclusione ragionevole da tutte quelle parole che avevano soggiornato nella sua mente, prese la sua borsa e si mise in fila per scendere. Quando uscì dal vagone e fu all'inizio del binario, ebbe chiaro che nessuno la stava aspettando e nessuno aveva contato i minuti prima di poterla rivedere. Cercando di scrollarsi di dosso la sensazione di solitudine che l'aveva presa alla bocca dello stomaco, si avviò verso l'imbocco della grande piazza di fronte alla stazione e camminò verso la sua coincidenza. Per fortuna non era lontana e il bagaglio era minimo. Questa volta, sul secondo treno si addormentò profondamente.

mercoledì 1 luglio 2009

nel caso qualcuno me lo chiedesse ancora...

modalità anima proletaria on
sono di sinistra perchè mi piace pensare che domani sarà migliore di oggi
sono di sinistra perchè sono felice solo se lo sono anche gli altri intorno a me
sono di sinistra perchè vorrei la libertà di essere e avere e non solo di consumare
sono di sinistra perchè voglio tutto e subito, ma lo chiedo per favore
modalità anima proletaria off

grazie signor g.

lunedì 29 giugno 2009

the man who wasn't there

Mentre salivo le scale,
ho incontrato un uomo che non era lì.
Anche oggi non c'era.
Vorrei, vorrei tanto che se ne stesse lontano. (Hughes Mearns)

Mi capita quando torno a casa di notte da sola e salgo le scale. Non sono mai sbronza, reggo bene e se ho fatto tardi sono sveglissima, più lucida che di giorno, tanto più se ho dovuto guidare, cioè quasi sempre. Penso che se in uno di quei momenti incontrassi un uomo che non è lì, probabilmente non ci troverei nulla di strano, ci berremo una birra sui gradini e vedremmo l'alba parlando del più e del meno. Certi incontri non capitano due volte...bisogna approfittarne. Certi incontri capitano solo se sai vedere quello che non è lì.

martedì 23 giugno 2009

on twitter now! (il potere delle parole)

Ci pensavo mentre mi registravo al sito di twitter. Ma perchè mai ho l'esigenza di far sapere al mondo cosa faccio? Mah, sinceramente non lo so proprio. Potrei sostenere un po' di motivazioni:
1) che mi piace scrivere
2) che sono curiosa degli altri e quindi trovo giusto in un certo senso ricambiare
3) che sostituisce il cazzeggio della pausa caffè
4) che più che quello che faccio posso scrivere quello che penso che mi sembra più interessante
5) che poi posso rileggere e mi aiuta a ricordare
6) che in fondo mi fa piacere l'idea che attraverso tanti messaggini venga fuori io.
Che poi sia la me stessa che decido di raccontare e che quindi per certi versi assomigli a un personaggio letterario, è una questione di non poco conto. E' anche vero che anche senza volerlo in quello che scrivi c'è molto di più di quanto vuoi raccontare. Anche in quello che scegli di dire o di tacere. Senza contare che non rileggo quasi mai e che salvo correggere gli errori di battitura i miei post o i miei messaggi sono così come nascono dalla tastiera, quindi raccontano molto di me.
In totale, credo che la motivazione fondamentale sia che mi piace raccontare, raccontarmela, raccontarvela e chiacchierare. E-Baricco dixit-finchè uno ha una buona storia da raccontare non è mai completamente fottuto. Ma-aggiungo io-se hai un cuore, un cervello, un'anima e un respiro, a corto di storie da raccontare non rimani mai.
"Raccontami una storia" ti dico
"Che storia vuoi?"
"Raccontami una storia che non hai mai raccontato a nessuno"
Isabel Allende-Eva Luna racconta

mercoledì 17 giugno 2009

Earthrise

Me lo avevano detto che avrei visto l'alba. Un'alba spettacolare, la più bella che si possa desiderare. Me lo aveva sussurrato il mio avvocato, dopo il processo.
-Sei fortunato. Qui la giustizia è sbrigativa. Ma tu vedrai il prossimo giorno nascere.-
E come si può negare che sarebbe stata un'alba bellissima? Se anche fosse stata velata dalle nuvole, solo il fatto di esserci, di poter vivere una nuova giornata l'avrebbe resa indimenticabile.
Questa notte l'avevo sognata. Mi sembrava di poter quasi toccare il cielo, tanto era limpido. Non c'era nulla e nessuno intorno, solo una luce che a poco a poco diventava più intensa. Un chiarore fioco all'inizio, ma a me sembrava una promessa meravigliosa.
La mia stanza era buia. Forse per questo la luce del sogno era tanto vivida. Vivevo da molto tempo non avendo più punti di riferimento, non capendo più quando era giorno, il trascorrere delle ore aveva perso significato. La frase dell'avvocato me lo aveva fatto riacquistare, un'alba è un inizio, dopotutto, è un punto da cui contare i giorni. Una fortuna. Io avrei visto un'alba.
Io l'ho vista, quell'alba. Un puntino blu che poi si è trasformato in un pianeta maestoso, blu e bianco nel nero dello spazio. Non era quella che mi avevano descritto, non era quella che avevo sognato. Nessuna luce, nessun inizio.
For here
Am I sitting in a tin can
Far above the world
Planet Earth is blue
And there's nothing I can do

ronde nere a Milano


io li odio, i nazisti dell'illinois...

lunedì 15 giugno 2009

l'importanza di essere valentino

L'ultimo giro, l'ultima curva, l'ultimo stacco, l'ultima occasione.
Beato chi ci prova e non si accontenta, beato chi trova un colpo d'ala, un'invenzione geniale, la soluzione che nessuno si immagina. Beati quelli che poi si emozionano.
Beati quelli che scartano di lato e non hanno le strade segnate.

mercoledì 10 giugno 2009

io non sono normale...

Massimo Gramellini, dalla Stampa:

1. Ma vi sembra normale che solo agli italiani non faccia effetto essere governati da chi condiziona il loro immaginario attraverso le televisioni?
2. Ma vi sembra normale che in tutte le interviste pre-elettorali la domanda più dura che gli hanno rivolto sia stata «ci dica»?
3. Ma vi sembra normale che i dirigenti del Pd siano tutti ex del Pci e della Democrazia cristiana?
4. Ma vi sembra normale che Clinton, Jospin, Schroeder, Blair e persino Gorbaciov facciano un altro lavoro da anni e loro invece insistano?
5. Ma vi sembra normale che Pdl e Pd abbiano perso milioni di voti e parlino solo di quelli persi dagli avversari?
6. Ma vi sembra normale che i verdi trionfino ovunque, mentre qui, appena ne vedi uno in faccia, viene voglia di tifare per l’effetto-serra?
7. Ma vi sembra normale che chi detesta Berlusconi voti Di Pietro, che è come dire: detesto il Bagaglino quindi vado a vedere Bombolo?
8. Ma vi sembra normale che l’Italia cristiana sia rappresentata in Europa da Magdi Cristiano Allam e Borghezio?
9. Ma vi sembra normale che tutti sputino addosso alla Casta e poi Mastella prenda ancora 112 mila voti di preferenza?
10. Ma vi sembro normale?
Ad almeno nove domande su dieci (compresa la numero 10) la mia risposta è no.

A tutte e 10, la mia risposta è no. Ma appunto, io non sono normale. Per fortuna.

lunedì 8 giugno 2009

fra-resto del mondo 0-0-commenti nell'intervallo

Buongiorno amici, benvenuti all'evento in diretta!
Partita in fase di stallo, fase di attacco da parte della squadra di casa conclusa, l'avversario ha tentato di replicare ma le due squadre si sono avvitate in una fase di non gioco onestamente non divertente. Questo facilita gli ospiti, che hanno molto meno da perdere in questo incontro. Ci chiediamo tutti quale sia la strategia dei padroni da casa, se aspettare e concludere su uno 0-0 non propriamente entusiasmante oppure se sferrare un attacco decisivo, se provare a giocare. Certo la seconda ipotesi è molto rischiosa, dato che è facilissimo esporsi al contropiede avversario-e sappiamo che la difesa dei padroni di casa, arcigna in certe occasioni, si è però dimostrata estremamente debole quando attaccata improvvisamente e senza aiuto dal centrocampo impegnato in attacco. E siamo sinceri, pubblico, non fischiereste una squadra che si facesse infilare in contropiede? Sappiamo tutti che capita, ma è una trappola antica come il mondo! E se la partita rimanesse così, senza nessuno che inizi a giocare sul serio? Che noia! E' questo il bel gioco che ci hanno promesso? Sicuramente no!
Ma non commettiamo l'errore di molti allenatori, giocare senza tener conto degli avversari. Chiediamoci: in queste condizioni di campo, cosa conviene agli ospiti? Lo stallo, dato che non hanno nulla da perdere da un noioso pareggio.
E allora, amici che ci seguite da casa, la questione si fa filosofica: meglio perdere in contropiede ma avendo provato ad attaccare oppure portare a casa il classico pareggio che non soddisfa ma non scontenta nessuno? E se attacco dev'essere, meglio contare sulle improvvisate giocate individuali, stile robibaggio o che tutta la squadra si porti in avanti difesa compresa così scatta il fuorigioco, stile baresi? O giocare duro, colpire qualunque cosa e se è la palla pazienza, stile gattuso? Sfruttare assist e inserimenti dalle fasce? Palla lunga e pedalare? Lancio lungo e ci pensa chi sta davanti? Saltare l'avversario? Entrare in area palla al piede e poi cadere e gridare arbitro rigore? Nessuno ha capito cosa intendono fare le due squadre una volta in campo, ma forse è solo pretattica. O davvero magari la tattica vincente non c'è.
E' un mix di gioco di squadra, talento individuale, capacità di leggere la partita e trovarsi nel momento giusto e nel posto giusto, e perchè no, anche il fattore C non guasta mai...
Comunque, una cosa è certa e ci sentiamo di ribadirla, amici: come diceva Platini, una partita è una partita e va giocata sapendo di poterla perdere. Ma che senso ha non giocarla?
Amici, restate con noi! Non vi perdete il secondo tempo di questa affascinante sfida!
to be continued...

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Io non sono nero io non sono bianco io non sono attivo io non sono stanco io non provengo da nazione alcuna io, si, io vengo dalla luna io non sono strano io non sono pazzo io non sono vero io non sono falso io non ti porto jella né fortuna io, si, ti porto sulla luna