not necessarily an ordinary life

domenica 28 febbraio 2010

arieti si nasce!

Un caffè preso al volo con un amico ti rischiara la giornata. Ascoltarlo mentre descrive di che colore dipingerà i muri della sua nuova casa, seguirlo mentre mi fa vedere il suo nuovo terrazzo, chiacchierare di rugby in strada, io vestita "da colloquio", lui sporco di vernice, condividere l'entusiasmo di entrare in una casa nuova mi fa venire in mente quando passavamo interminabili giornate a fare esperimenti e a correggere tesi e articoli. Perchè puoi costruirti una scorza da cinico, puoi calarti per un po' nei panni di scrooge, puoi sostenere di essere stanco finchè vuoi, ma quando parli di qualcosa che ti entusiasma, amico, non riesci proprio a nascondere di essere un ariete testardo, entusiasta e trascinante!

venerdì 26 febbraio 2010

la notte ha il sapore di un cocktail improvvisato

Ci sono polaroid appese a una parete bianca, un sacco di gente con buffi occhiali compressa in una stanza, un mio amico che scatta foto a caso su una scala e sarà capace di trovarci un senso, la stessa linea di tram che passa per tre volte di fila e pioggia sulle rotaie e sui ricci delle ragazze. Alla porta accanto si offrono vodka, campari e succo di frutta. Questa volta ho un po' sonno. Questa volta ho bevuto troppi cocktail, accompagnandoli con un panino troppo unto, il mascara nero probabilmente sbavato perchè non ho l'ombrello e un rossetto forse troppo rosso ma miracolosamente ancora sulle labbra. La strada la conosco bene, mi oriento senza bisogno di far caso al nome delle vie e come ciliegina sulla torta mi ricordo anche dove ho parcheggiato. Voglio ascoltare e cantare a squarciagola Sheryl Crow, ma so già che non mi ricordo il testo, non ho il cd e sperare nell'aiuto della radio è vano. So solo questi versi:
Well, o.k. I made this up
I promised you I'd never give up
If it makes you happy
It can't be that bad
If it makes you happy
Then why the hell are you so sad
Well, o.k. I still get stoned
I'm not the kind of girl you'd take home
If it makes you happy
It can't be that bad
If it makes you happy
Then why the hell are you so sad

Il sonno mi è passato del tutto, non sono nemmeno ubriaca, ho visto bellissime fotografie, incontrato vecchi amici, però la notte ha quello stesso sapore dolce di succo di mirtilli e secco di vodka che mi ritrovo in bocca. E la vodka prevale, la dolcezza è come le note di testa di un profumo e svanisce subito, mentre l'aroma secco dell'alcool permane e invade lo stomaco. O almeno questo succede a me. Ecco perchè non amo i cocktail. Tranne quelli improvvisati e gratis.

martedì 23 febbraio 2010

le notti bianche

Che ci fa una biologa con un soprano giapponese, un'ingegnere greca, un turco, un'albanese, un soprano avellinese, un contrabbassista, uno scenografo avellinese, un avvocato milanese e un altro biologo in un barcone sui navigli? Guarda fuori dai finestroni la pioggerellina quasi primaverile, si preoccupa per le scarpe, improvvisa un karaoke incurante del suo amico terrorizzato che la radio metta elton john e poi si sente contenta.

E' la pioggia di marzo, è quello che è
la speranza di vita che porti con te

Ci sono attimi che vorresti fermare. La carrellata sui volti delle persone che bevevano, mangiavano e ridevano contro le finestre bagnate di pioggia da sola valeva la serata. Vorresti che quel momento durasse un po' di più, perchè ti sorprendi a pensare: ecco, io qui e ora sto proprio bene. Non appena in cui lo afferri, è già andato. Non appena ti rendi conto che ti stai estraniando per godertelo, c'è qualcuno che ti agita la manina davanti e ti riporta qui e ora. Ed è proprio quello che serve, perchè quel tipo di spettacolo non va solo guardato, bisogna fare in modo di entrarci.
E poi ci sono notti in cui torni a casa e pensi che sarebbe proprio bello che fosse già primavera, o che almeno non piovesse, e che fosse possibile camminare fino ad esaurire le duracell con qualcuno di fianco, senza cercare di trovare parole sensate.

giovedì 18 febbraio 2010

eppur si muove...

Ieri sera inizio del corso di fotografia, stasera concerto di jazz, teatro domani, terme sabato, colloquio per un master tra 10 giorni, olimpiadi in tv 24 ore, playoff di hockey e 6 nazioni. Per avere la sensazione che nulla si muova, di cose ne succedono...

mercoledì 10 febbraio 2010

are you still having fun?

Usi la sedia della scrivania come un trespolo e stai attaccata al computer per una decina di ore al giorno. Consumi un sacco di corrente e qualche giorno non sai nemmeno cosa c'è nella cassetta della posta. Oh certo, poi magari ti lamenti perchè davvero non ti muovi mai e pensare che hai sempre camminato per quasi un'ora al giorno, per non parlare di quando andavi al lavoro in bici. Però vai in palestra 1 volta o due la settimana e vorresti avere una wii per fare ginnastica tutte le mattine. Ti trattieni dal comprarla perchè non è necessaria. Ti è sempre rimasto in testa quello che ti diceva la tua prof di musica: se lo vuoi veramente, non esistono scuse. E puoi rigirarla finchè vuoi, ma non puoi ingannare la tua mente: non hai scuse plausibili. Non ci sono mai scuse plausibili per non dare il meglio che puoi, almeno nella tua testa. Quante tabelle, quante relazioni mancano nel tuo database? Sempre tante, sempre troppe. Ti svegli al mattino e ci pensi e cosa fai in concreto per completare tutto? Straordinari? No, esattamente quello che fai per muoverti: nulla.
Are you happy today, are you happy today?
Dal tuo trespolo, riesci a contare quante mail dovresti mandare, quante chiacchierate in sospeso dovresti continuare, quante persone ti mancano e dovresti sentire. Te ne vengono in mente abbastanza per non iniziare nemmeno. La voce in testa dice che dipende da te, dipende solo da te. Non hai scuse plausibili.
No, decisamente non è divertente.
Well, you know when you've been defeated
You don't care and you thank no one
Feeling low you will always need it
Well are you having fun?
Well are you still having fun?

martedì 9 febbraio 2010

prima che mi dimentichi...

Ho sostenuto il mio primo colloquio di valutazione in un'azienda. Ho comprato la macchina per tirare la pasta. Devo imparare a cuocere le meringhe. Perdo tempo a leggere annunci di lavori che non farò mai. Mi chiedo sempre perchè con certe persone non ho mantenuto un rapporto costante, ma poi mi consolo pensando che ci sono amicizie che non richiedono una frequentazione assidua. Ho riascoltato la mia risata sabato sera e non mi ricordo perchè. Sono due giorni che non compro i giornali. Le cose che fanno gli altri mi sembrano sempre più divertenti. Mi sento stupidamente in colpa perchè perchè....perchè non ho mai voglia di uscire per andare in tintoria...che cosa infinitamente cretina. Voglio ascoltare, perchè non raccontate la vostra vita al tavolo di un ristorante? Perchè non mi dite che vini bevete, che musica ascoltate, se mangiate la nutella, cosa fate se perdete un treno, se volete cambiare qualcosa, fosse solo il colore delle vostre stanze o il timbro di voce del capufficio, com'è che avete scelto quello che avete studiato.
Ho visto una vetrina di una gioielleria che avrei volentieri svaligiato, insieme a quella di un negozio con un cappottino fucsia. Mia mamma mi ha comprato un carrellino per i piatti. Voglio andare a vedere Avatar.
Abbiamo discusso di vacanze. Non voglio fermarmi per una settimana in un albergo con tutte le comodità, fosse pure un'isola meravigliosa, io non cerco quel tipo di vacanza. Il lusso vero non è un 4 stelle in Madagascar e nemmeno lo Sheraton ad Aleppo. Vorrei che lo capissi, amica, che io nelle pensioncine siriane dormo senza intabarrarmi nel sacco a pelo e mangio quello che mi portano. Le malattie si prendono in altro modo....
Ho comprato i biglietti per Boston, affitterò una macchina e girerò la costa aspettando la mia amica. Ovviamente non prenoterò.
Sabato sera mi hanno presentato l'ennesima mia omonima. Non ce n'è mai abbastanza di francesca, grazie a chi lo ha sempre sostenuto. Va da sè che io non sono d'accordo.

domenica 7 febbraio 2010

il sabato perfetto

mattina: spesa con calma al mercato e in giro per negozi anzichè all'esselunga
pranzo: zuppa di zucca e piselli che piace solo a me ma pazienza...tanto la tavola è apparecchiata per me sola
pomeriggio: partita di rugby al pub irlandese, stretti come sardine a tifare e bere guinness + passeggiata in giro per il centro a vedere lavatrici + tappa finale in feltrinelli
aperitivo: birretta al birrificio di lambrate che male non fa mai
cena: ristorante africano slurp!
dopocena: ritorno in metro e chiacchiere finali
tutto questo non ha prezzo, amico, davvero non ha prezzo...

mercoledì 3 febbraio 2010

eureka!

In un'intervista mi hanno chiesto di definire che cos'è un momento eureka. Sono le classiche domande da profiling...insieme a "come ti vedi tra 10 anni?" (e a me sale l'ansia: ma io non ho nemmeno prenotato il posto a sedere per stasera, cosa vuoi che ne sappia io cosa succede??). Beh, ecco, per chi ha fatto ricerca il momento eureka è quello per cui lavori (e vivi anche). E' adrenalina, è il momento in cui tutti i pezzi vanno a posto e non te ne frega niente del resto. E' quando sei solo e realizzi di essere per un breve attimo l'unico a sapere la risposta. Il quesito è marginale, magari, ma non importa, sei l'unico e basta. E' il momento in cui l'artista completa la sua opera, proprio come la aveva in mente. E' l'attimo in cui ti dici: ce l'ho fatta! E' fuggevole e breve, ma proprio per questo è speciale. Non esiste nessun Mefistofele che possa farlo tornare indietro così com'era. E' sorpresa, bellezza, eccitazione, consapevolezza, compimento, improvvisa leggerezza, tutto condensato in un momento. Puoi riviverlo, ma nessuno sarà uguale ad un altro. E' il corridore che taglia il traguardo, il nuotatore che tocca la riva, il pittore che dà la pennellata definitiva, il giocatore che dà scacco matto. E' la frenesia di Dioniso e la simmetria di Apollo che ti pervadono, insieme. E' una droga potente ma non la puoi comprare, puoi solo sperare che lavorando arrivi. E' un'esperienza solitaria, ho detto. L'attimo dopo, chiami a raccolta tutti e spieghi quello che hai provato, sperando che non ci sia una pecca (ma se è un vero momento eureka, nessuno la troverà). Devi convincerli che hai ragione tu. Se sei in una vera squadra, loro renderanno più forte i tuoi argomenti e tu condividerai con loro la frenesia che segue a un'intuizione.
Questo è un momento eureka. In una parola, abusata finchè si vuole ma vera: è bello, punto. Come un'opera d'arte.

martedì 2 febbraio 2010

un tranquillo sabato de paura

ore 8.19: driiiin. Il telefono, oddio il telefono, c'è solo una persona in grado di chiamare a quest'ora di sabato...ciao mamma! Sì lo so che è il compleanno di papà, passamelo che gli faccio gli auguri. Il regalo? ma io gliel'ho già fatto, l'ho abbonato a Micromega, te lo ricordi che me lo avevi chiesto? Come lui lo ha detto a mille altre persone e adesso ha due abbonamenti? Ok, lo disdico...accidenti a voi...ah sì, la spesa, la spesa, adesso arrivo a prenderti.
ore 10.00: Ma io sono sotto casa tua, mamma, come sarebbe a dire che non sei pronta? Mi hai svegliato un'ora e mezza fa...
ore 12.00: La spesa l'abbiamo fatta, ti passo a prendere tra mezz'ora per andare al ristorante.
ore 12.40: Sì. Lo so. Sono in ritardo di 10 minuti. Ma al ristorante ci arriviamo tra un quarto d'ora, a che ora hai dato appuntamento agli altri? All'una e un quarto? E perchè arriviamo venti minuti prima di tutti?
ore 16.00: sono a casa. Devo andare a una festa di compleanno. Dress code: scarpe femminili, uomini eleganti. Panico: cosa mi metto??
ore 16.05: apro l'armadio. Stivali di vernice? Decolleté col tacco rosso ma non a spillo? Decolleté col tacco a spillo di vernice ma un po' rovinato? (no, mai, attenzione puntata sulle scarpe e mi presento col tacco non a posto, non si fa!). E poi che vestito ci metto sopra? Uno che possibilmente non abbiano già visto in mille modi...
ore 16.30: apro l'armadio estivo. Ce le ho! Le scarpe ideali ce le ho! Aperte davanti, tacco a spillo perfetto! Bianche e beige eh? E' una sfida all'inverno, che vestito metto con un paio di scarpe chiare????
ore 16.40: Trovato! vestito bianco di lana. Non posso non usare le calze, c'è tramontana, uffa! Calze bianche, aspetta che le cerco..trovate, messe, oooops rotte! Rotte??? Vabbè, calze avorio, sembro la sposa però...
ore 16.45: Altra soluzione: leggings neri, vestito bianco, golfino nero allacciato davanti. Mi guardo allo specchio. Nonostante le scarpe tacco 12, mi sento di una goffaggine senza limiti, con una panza tanta e due prosciutti che la sostengono. Mi riprometto di perdere quegli stramaledettissimi due o tre chili accumulati da quando lavoro da casa. Momento di sconforto...
ore 17.10: Cambio vestito. Il momento di sconforto si allunga, non scivola più sui fianchi come una volta.
ore 17.30: E se mettessi i pantaloni? Niente leggings, niente calze, niente vestiti! Ne ho giusto preso un paio chiari in saldo...
ore 17.35: Sono larghi di vita, avrei dovuti portarli dalla sarta, provo con una cintura...
ore 17.40: Pantaloni chiari, cintura leopardo, camicia leopardo, golfino nero aperto davanti, scarpe chiare. Mi sembra tutto in ordine. Cosa c'è che non va? Il profilo, ecco cosa non va!! Ho il segno in vita della camicia, più in basso quello della cintura e più in basso ancora quello del golf. L'ho già detto che vedo sconforto dappertutto?
ore 18.00: Metto a posto tutto. Devo farmi un bagno, lavare i capelli e sistemare piedi e mani. Metto un paio di scarpe aperte e non faccio la pedicure? No, non si fa.
ore 18.15: Ritirando le scarpe, vedo una vecchia scatola. Mi viene l'illuminazione. Scarpe con paillettes d'oro, tacco alto ma non a spillo ma chissenefrega, le scarpe sono già particolari così, me lo perdoneranno....
ore 18.20: e il vestito? Mi ricambio da capo. Un classico vestito nero, le scarpe e una bella collana lo risolleveranno.
ore 18.30: Trovato! Vestito nero con schiena aperta. Calze nere. Golf leggero nero. Mi guardo allo specchio. Ho sempre i prosciutti, la panza e anche un culo che jennifer lopez così grande se lo scorda, ma tanto posso sempre togliere il golf, mica sono ingrassata nella schiena! Schiena e scarpe d'oro mi salveranno.
ore 19.30: Pronta! Bagno, capelli, trucco, ceretta, mani e piedi. Mi vesto.
ore 19.45: Ora sono anche vestita! Esco.
ore 20.15: Vado a prendere il mio amico. Fa un freddo cane e non credo che il golf lo toglierò mai...però con tutto questo vento c'è una stellata magnifica.
ore 20.20: ciao fra! un tocco di anni ottanta, vedo...(a me pareva più lady gaga, però..)
ore 20.30: in macchina: no scusa, nelle tue scarpe ci vedo più ziggy stardust...(lui non mi può vedere, perchè sta guidando, ma io sorrido. ziggy non si discute. ziggy played guitar...)
ore 4.30: sono a casa e mi tolgo le scarpe da ziggy. Come gli invidio quel suo god's given ass...Ci penso domani, però...

lunedì 1 febbraio 2010

mio padre/2

Papà è in coda al supermercato e davanti c'è una signora che si lamenta per la coda alle casse.
Papà: -Mi scusi ma lei è in pensione?
Signora: -Sì
Papà: -Beh anch'io, abbiamo tutto il tempo che vogliamo, perchè tanta fretta?
Signora: -Ma si faccia gli affari suoi...
Folla al supermercato: ha ragione il signore, anzi no, la signora, ma insomma assumete più cassiere!
Papà: -Ma io ho solo fatto una domanda...

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Io non sono nero io non sono bianco io non sono attivo io non sono stanco io non provengo da nazione alcuna io, si, io vengo dalla luna io non sono strano io non sono pazzo io non sono vero io non sono falso io non ti porto jella né fortuna io, si, ti porto sulla luna