not necessarily an ordinary life

domenica 27 dicembre 2009

sì, viaggiare...

Io tra poche ore sarò in aeroporto, destinazione Siria. Amo viaggiare e sono una persona più che curiosa. Parto leggera, tutto ciò di cui ho davvero bisogno è nel mio cuore e nella mia testa (uh, sì, certo, un paio di occhiali sarebbero utili anche loro, giusto per vedere dove sto andando eh eh....). Torno sempre con la voglia di ripartire. Amo mettermi in gioco. Non sempre trovo subito il coraggio di farlo, anzi, ma sapere che posso averlo mi fa sentire viva. Accidenti, costa davvero, costa nervosismo, fatica, qualche lacrima, un pezzetto di cuore, l'ansia di non farcela e quella di non sapere come va a finire, l'angoscia di perdere, e perdere male, e perdere tutto. Ma non voglio più essere quella che ha paura. Io parto.
you can't always get what you want
you can't always get what you want
but if you try sometimes you might find
you'll get what you need
Oh yeah!
(che il nuovo anno vi porti quello di cui avete bisogno e che, nel caso succeda, possiate riconoscerlo al più presto, in modo da essere felici il prima possibile)

lunedì 21 dicembre 2009

scrooge (not an ordinary christmas carol)

Scrooge è un giovane uomo senza sciarpa e guanti nel gelo di piazza Duomo. Curvo per il freddo ma senza occhiali. Chiacchiera e fa battute sarcastiche mentre suona Bacharach, è nervosissimo e non manca di farlo notare a chi gli chiede cosa abbia. Scrooge è la personificazione dello spirito anitinatalizio, per sua stessa ammissione. Ha un freddo cane e finito il concerto si infila in metropolitana. Sorride e mi saluta. Scende le scale e continua a fare battute mentre io mi allontano a piedi. Immagino che sia arrivato a casa infreddolito, che si sia subito infilato sotto le coperte e abbia spento la luce cercando di dimenticare una serata storta. Io attraverso la galleria e brera, guido fino a casa, mi apro una Guinness e me la bevo seduta sul letto. Comincia a nevicare e c'è un silenzio irreale per essere sabato sera. Che i fiocchi ti siano lievi, Scrooge. Un giorno mi insegnerai come si fa a essere un po' più cinici. O magari lo spirito del Natale verrà a visitarti, sotto forma di una piccola pazza coi capelli inconfondibili, poco incline alle melensaggini e molto alla birre e al martini, lo spirito natalizio più allegro, più ingordo, più ingenuo e coglione che puoi.

domenica 20 dicembre 2009

qui si gela...

venerdì 18 dicembre 2009

la filosofia del delitto di Garlasco

Lungi da me l'intenzione di scrivere trattati filosofici sugli episodi di cronaca, ma un paio di osservazioni le faccio comunque:
1) tutti vorrebbero che i reati avessero un colpevole certo che pagasse per la sua condotta. Ma è una meta, non qualcosa che si raggiunge sempre e comunque. Così come la guarigione dalle malattie, semplicemente non si ottiene in tutti i casi. Ciò non significa che non bisogna fare in modo che succeda il minor numero di volte possibile; significa essere consapevoli del fatto che non sempre ci si riesce, per motivi assolutamente casuali.
(dò chiaramente la buona fede a tutti di aver operato nel miglior modo possibile)
2) credere che esista una Verità e che le prove e i fatti non possano fare altro che adeguarcisi è la cosa più pericolosa che si possa pensare. Esiste la verità che puoi dimostrare, con ragionevole certezza (per i curiosi, la ragionevolezza negli esperimenti è di solito fissata al 95% o sopra). Nel 95% o passa dei casi, il mondo va come ci si aspetta. Il resto è deviazione dalla norma: si può prevedere che accadrà, ma non dove e come e quando. Per calare nella realtà il discorso, basta pensare ai test sui farmaci, che conosco bene: sono tutti basati su evidenze statistiche e non potrebbe che essere così. I farmaci assolutamente sicuri per tutti non esistono, altrimenti sarebbero acqua fresca.
Quindi, probabilmente non sapremo mai come sono andate le cose a Garlasco quella mattina, così come prima di dare un farmaco non sappiamo per assurdo se un dato paziente lo tollererà bene. Però i medici continuano a usarli e i malati a guarire nella maggior parte dei casi, così come i giudici continuano a emettere sentenze. Perchè le ragionevoli certezze sono tutto quello che in questo mondo è possibile avere ed è bene convincersene.

giovedì 17 dicembre 2009

?

mercoledì 16 dicembre 2009

you'd better watch out, santa claus is coming to town!

Io non riesco mai a regalare tutto ciò che vorrei, perchè il mio neurone non ci sta dietro. Però sappiate che i doni sono un gesto egoista: il vero piacere è di chi regala, non di chi riceve. Le parole sono un buon dono:
una parola per chi cerca equilibrio e serenità perchè a un tratto tornano e non sai perchè
una parola per chi deve scrivere una meta su un biglietto di sola andata
una parola per chi sta cercando una casa per ricominciare
una parola per chi non le ha trovate e adesso è troppo tardi
una parola per chi adesso è solo in una casa troppo grande e si sente l'eco
una parola per chi è tornato indietro ma solo per spiccare il volo
una parola per chi non è più sicuro, per chi è confuso, per chi vuole una stella cometa
una parola per chi cerca di dire basta ma non trova l'occasione
una parola per chi non ha la forza, per chi non ha coraggio, per chi lascia che la vita decida
una parola per chi ascolta quelle canzoni sdolcinate che poi non puoi fare a meno di cantare
una parola per chi ha perso le battaglie ma rialza la testa
una parola per chi non si vuole fermare
una parola per chi si è fermato e sta bene così
una parola per chi si compra gli anelli di fidanzamento da sola
una parola per chi cerca sempre
una parola per chi piange leggendo una dedica
una parola per chi cammina da sola di notte
una parola per chi non ha la voce
una parola per chi grida e non sa sussurrare
una parola per chi ne ha avute tante e adesso vuole solo ascoltare
una parola per chi crede che il silenzio risolva tutto
una parola, solo una parola, un pensiero piccolo piccolo qualche volta cambia davvero le cose.

mercoledì 9 dicembre 2009

the voice inside me

Non sei fottuto finchè hai una buona storia da raccontare.

Io non so se ho buone storie, ma il punto è raccontarle e condividerle. Senza questo, le storie, anche se ottime, non servono a niente. Grazie a tutti quelli che mi hanno ascoltato e continuano a farlo, ma non da parte mia, da parte di quella bambina che non trovava la voce. Faccio quello che posso per dargliene una.

There is too much I need to remember and there's too much I need to say

martedì 8 dicembre 2009

piccoli principi

"Avrei dovuto giudicare dagli atti, non dalle parole. Non avrei dovuto venirmene via. I fiori sono così contraddittori. Ma ero troppo giovane."

Da piccola mi è capitato di cadere e di volere chiamare qualcuno ma non riuscire a emettere un solo suono. Le parole erano nella mia mente ma non nella mia gola. Mi sono rialzata da sola, che potevo fare? Da allora, l'ho sempre fatto. Vorrei solo che mi tendessi la mano e la tenessi, che solo così sono la persona che voglio essere, ecco, l'ho scritto.

lunedì 7 dicembre 2009

le brave ragazze vanno in paradiso...

Non sono una brava ragazza, non così brava. Ho solo troppa paura. E meritarsi un paradiso non ben altrimenti identificato per vigliaccheria mi fa costantemente sentire una perfetta stupida, altro che brava.

If you knew what I'm left imagining
In my mind, in my mind
Would you go? Would you go?

venerdì 4 dicembre 2009

the man who sold the world

Pioveva ieri sera, ma è irrilevante, forse. Camminavo senza ombrello, ho imparato a farne senza per non perderlo (che è una stupenda metafora per quello che mi accade di solito, viaggio leggera perchè ho paura di perdere le cose). Cantavo Life on Mars, ma il mio neurone non è controllabile e quindi ero in mezzo a un'altra canzone.
L'uomo che non c'è ha a volte la forma di un don chisciotte stanco che tenta di arrivare a Cordova, a volte è un clown triste con gli occhi grandi, a volte il delfino del re che vuole imparare. Qualche volta ha un occhio azzurro e uno blu, ha assistito a mille battaglie, si è salvato ed è tornato per raccontarmele. Altre volte è un potente condottiero inerme di fronte al mare. Più spesso è solo un uomo che guarda, ascolta e racconta. E' un mio amico, o almeno lui così dice sempre, proprio come nella canzone. E io rido sempre, perchè mi pare proprio sempre impossibile che abbia deciso di venire a trovare proprio me.
Oh no, not me, I never lost control.
L'uomo che non c'è l'ho cercato tutte le volte che sono uscita da un pub perchè proprio non sopportavo di stare seduta, tutte le volte che mi sono persa in città sconosciute, tutte le volte che ho guardato da un finestrino di un treno senza vedere il paesaggio, tutte le volte che non sapevo cosa fare la mattina presto, tutte le volte che sono di fronte al mare, tutte le volte che guido di notte e la strada la saprei ma non ho voglia di andare a dormire.
L'uomo che non c'è ha venduto il mondo, ma forse se ancora lo avesse non saprebbe che farsene perchè anche lui viaggia leggero.
L'uomo che non c'è ha venduto il suo mondo e io spero che lo abbia fatto per più di un piatto di lenticchie, o forse se lo è giocato e ha perso in un'unica mano scommettendo sulla carta sbagliata.
L'uomo che non c'è ha venduto un mondo, uno dei tanti possibili, e io non so mai in quale sono.
Who knows, not me. We never lost control.
No, non abbiamo mai perso il controllo del tutto. Magari è questo il motivo per cui mi accompagni camminando. Perchè a me non sembra poi tanto improbabile ridere e piangere da sola di notte, a me che spesso ho fatto l'equilibrista sull'orlo ma nel pozzo non ci sono caduta mai e a chi mi chiedeva come io non ho saputo offrire altro che un racconto e una mano aperta. Le montagne non le so spostare, posso solo ascoltare e camminare, provare e riprovare, raccontare e cantare.
I laughed and shook his hand and made my way back home

ancora sul crescere

Se rimango dentro al letto sai non voglio crescere più
non è questo il mondo adatto a noi non voglio crescere più
parlatori in compagnia non li ascolto più troppe volte voglio andare via
ho pagato il conto e non ci sto non voglio crescere più
se c' è un treno che non prenderò non voglio crescere più
quei progetti che non so che non farò mai io scadenze lunghe non ne ho no no
non è la vita che mi cambierà non voglio crescere più
non è la vostra finta libertà non voglio crescere più
io non voglio grasso ai fianchi coi capelli tutti bianchi
quando il passo lento arranca con le gambe sulla panca
io non cresco più
e mentre mamma grida con papà non voglio crescere più
e questa notte lui non tornerà non voglio crescere più
resto chiuso in casa mia prima di ogni nostalgia
io non voglio prato croce e cosi sia
vedo un mondo piccolo non voglio crescere più
il disegno è spicciolo non voglio crescere più
il denaro è il crimine se il lavoro è un limite
io non voglio collezioni niente conti delle azioni
non coltivo un'ambizione cambio sempre convinzione
dentro ho solo una canzone
io non cresco più.
Nell'originale di Tom Waits c'è questo verso:
When I see that price that you pay I don't wanna grow up
I don't ever want to be that way, I don't wanna grow up
Ti posso fare una domanda?
Come no
Ti senti l'età che hai?
In tutta verità, onestà, sincerità (tanto cosa vuoi, se anche tentassi di fingere mi smaschereresti in due millisecondi)?
No. Dovrei?
No. Ti fa onore.
Io non ne sono sicura.
(Ma non sono sicura mai di niente, per cui mancano tutti i controlli positivi e negativi del caso ;-) )

martedì 1 dicembre 2009

30 anni, e non sentirli

Ho 30 anni, più o meno, e adesso che faccio? So fare bene un lavoro, ma non è quello per cui mi hanno assunto. Già, però mi hanno assunto. E che faccio, butto via tutto adesso che ho firmato il contratto, che magari ho una carriera? Tanto, il mio lavoro non lo faccio più da un po'. Perchè? Perchè volevo una vita e con il lavoro che facevo, qui in Italia non si campa. Dovevo andarmene, dovevo. E i legami, che fine avrebbero fatto i legami? Quello che avevo non sarebbe sopravvissuto e io invece ci credevo. Poi è andata come è andata. E io adesso mi chiedo se non sarebbe il caso di riavvolgere il nastro. Ma ho 30 anni, più o meno, e mi hanno assunto e voglio comprare una casa, che faccio?
Ho 30 anni, più o meno, devo scegliere se continuare a fare il lavoro che ho sempre fatto, per cui mi sono dannata (e non l'avrei fatto per niente altro) ma per farlo sul serio devo o emigrare o accettare l'ennesima borsa di studio oppure rimanere qui e cambiare lavoro, averne uno magari non così eccitante ma comunque non poi così male e soprattutto sicuro. Ho 30 anni e qualcosa, voglio che il mio lavoro sia pagato decorosamente (attenzione, non ho detto bene..), sono un professionista, e che diamine. E' una soddisfazione anche e soprattutto personale: sapere che il tuo lavoro è considerato per quello che vale. Finchè sei studente o dottorando, la passione ti ripaga abbastanza, poi arriva un momento in cui non basta più. Quando l'hai capito, piangi amare lacrime, non ti rassegni, cerchi di andare avanti ma proprio non si può e prima di odiare quello per cui hai passato ore e ore al bancone o al buio di una stanza microscopi o al freddo di un locale a 4 gradi decidi di troncare, per avere solo ricordi belli, per rispetto a quello che è stato, a quello che eri. Per lealtà, perchè così un grande amore non può continuare. Certo, posso emigrare. Ma io davvero sono sicura che saprò iniziare una vita a chilometri da dove ho sempre vissuto? e che fine fanno i miei legami? Bisogna avere una grossa stima di sè per accettare la sfida. E poi, accidenti, mi hanno assunto! Pensa tu, a 30 anni e passa, mi hanno dato la possibilità di iniziare una nuova carriera. Posso permettermi di convivere con meno ansie. Che faccio, la butto? Uhm, no, non è una buona idea, non è saggio.
3 anni dopo...
Ho un lavoro sicuro, divertente lo ammetto, che mi ha fatto conoscere l'Italia, che ha a che fare con quello che ho studiato, che mi permette di avere una macchina, di fare dei viaggi ogni tanto, di uscire la sera, di andare in palestra, di guardare il satellite, di comprare meravigliose scarpe col tacco e non gli zoccoli da laboratorio. Posso permettermi una casa. I legami? E' andata come è andata. E se riavvolgessi il nastro? Io adesso la vita la saprei reiniziare, l'ho già fatto. Ma ho 36 anni, una casa e mi hanno assunto. Ma ci sono i rolling stones e un amico che fa domande...
Yesterday don't matter if it's gone
while the sun is bright or in the darkest night no one knows...
Don't question why she needs to be so free
She'll tell you it's the only way to be
She just can't be chained
To a life where nothing's gained
And nothing's lost at such a cost
Goodbye, Ruby Tuesday
Who could hang a name on you?
When you change with every new day still I'm gonna miss you...
There's no time to lose, I heard her say
Catch your dreams before they slip away
Dying all the time
Lose your dreams and you may lose your mind.
Ain't life unkind?

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Io non sono nero io non sono bianco io non sono attivo io non sono stanco io non provengo da nazione alcuna io, si, io vengo dalla luna io non sono strano io non sono pazzo io non sono vero io non sono falso io non ti porto jella né fortuna io, si, ti porto sulla luna