not necessarily an ordinary life

venerdì 22 gennaio 2010

sex and the city (and friends)

Venerdì sera, cena fra amici:
-Amico 1: e dai, è quasi scontato che l'uomo ti offra la cena o da bere...ci rimarrebbe male se non lo facesse
-Amica 2: no, io mi imbarazzo se pagano per me, a meno che non siamo amici
(tra sè e sè, ok, questo me lo sono giocato...)
-Amico 3: ma non cambi proprio mai...

Mercoledì sera, in un ristorante di Milano, tre amici di lunga data si reincontrano e tirano l'ora di chiusura.
Amico 1:-Sono con i mezzi...-
Amico 2:-Sono in scooter ma non ho un altro casco...-
Amica 3:-Sono in macchina, ok, dai non ho posteggiato lontano...da qui sai prendere la tangenziale nel senso opposto?-

Giovedì sera, alla suddetta amica dopo essere stata a cena è passato il sonno, quindi decide di raggiungere altre persone ad un concerto jazz. Con sua sorpresa, dato che pensava di trovare una tavolata intera, si ritrova con il suo miglior amico e con una ragazza conosciuta una settimana prima. Si chiacchiera, poi i musicisti ripongono gli strumenti, è ora di andare a casa. L'auto dell'amico, che ha offerto un passaggio alla ragazza, è posteggiata davanti al locale, l'altra oltre una rotonda, sulla via parallela. Ci si saluta. I due aprono la portiera, io giro l'angolo e mi avvio verso la mia macchina. Quando ci arrivo, penso che a nessuno proprio è venuto in mente di accompagnarmi. Il quartiere è frequentato anche se è tardi, è pieno di locali e quindi non è questo il punto. Se non è un problema, dove sta il problema, come direbbe giustamente il mio miglior amico se mi vedesse con la faccia perplessa? Non c'è nessun problema, nessun punto. Va tutto bene così com'è, io riaccompagno a casa la gente, vado da sola in macchina, pago la mia birra. Siamo pari, no? Non vorrei che fosse diverso, non mi sento a disagio. Se solo qualcuno mi sentisse mentro canto Somebody to Love a squarciagola mentro torno a casa.
Modalità Carrie Bradshow on (cioè scrivo pensieri profondi coi punti interrogativi alla fine, vestita di due stracci che però addosso a me sembrano divini con un paio di Manolo Blanhik ai piedi):
A chi si fanno i gesti di galanteria? Nelle città odierne sono scomparsi per eccessiva fretta, per malinteso senso della parità, per sciatteria? Lascereste andare un vostro amico solo alla macchina o andreste a una cena confidando in un suo passaggio senza chiederglielo prima? Si può chiamare galanteria o solo gentilezza? O forse con gli amici non si pone nemmeno il problema, sono amici proprio perchè non ci rifiuteranno un favore e non pretenderanno attenzioni speciali? Magari dipende dalle persone. Forse io non ci bado nemmeno, forse un'altra si sarebbe già offesa. E quando è che il genere di una persona si mette di mezzo? Voglio dire, un gesto gentile rivolto a un uomo è solo una manifestazione della nostra indole generosa e rivolto a una donna è una galanteria? E potrò mai offrire un passaggio o una birra a un uomo che non sia un mio amico e che quindi sono sicura che lo prenderà per quello che è, la concreta manifestazione del desiderio di passare una bella serata con lui e non ci rimane male? o tutto dipende non solo dalle persone, ma anche dalle circostanze?
In questa città, può esserci gentilezza senza che sia associata alla galanteria?
Modalità Carrie Bradshow off (cioè ho tolto le Manolo e guardando fuori dalla finestra non vedo Manhattan...)
Problemoni, eh? beh, a parte i grattacieli e i taxi, a me giovedì sera dopo aver ascoltato un bravo trio jazz passeggiando davanti al Blue Note il quartiere isola sembrava un pochino il Greenwich Village. Un pochino, però, e non perchè nessun Mr. Big mi ha aperto la portiera di una limousine, ma solo perchè non porto le Manolo, Laboutin a me è sempre piaciuto di più ;-)

2 commenti:

giardigno65 ha detto...

la galanteria è arrapantissima, certo anch ecerti sandali ...

ALegalAlien ha detto...

fanno la loro parte eh??

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