not necessarily an ordinary life

lunedì 8 aprile 2013

Cronache da troppi km

Svegliati, è tardi e non hai sentito la sveglia. Anzi no, sono le cinque del mattino. Alzati. Anzi no, puoi dormire perchè il tuo ufficio è una stanza d'albergo per oggi. Quanta voglia di lavorare hai? Fuori piove. Rispondimi, voglio credere di aver lasciato un buon ricordo. Fai tardi, ti aspetto nella hall. Guido. Il tramonto è splendido visto dal finestrino ma lavori persino in macchina. Il ponte sarebbe bianco ma sembra rosa e piombo: guarda la luce, cavoli! te lo vorrei urlare prendendoti per un braccio ma stai parlando con un collega, non posso. Lavori troppo, te l'ho già detto? Cena, prima birra. Citofona, per salire al concerto. Fa molto off, off broadway. Statuine di alieni alle pareti e musica e amici. Seconda birra. Dansons, tu dis et moi, je suis. Mojito. Io ballo, l'avevo detto. Ogni tanto non ti vedo più, poi ricompari un po' brillo. Parli inglese, chissà perché. Ti porto a casa, ti addormenti. Io pure, una ventina di km dopo, ma 20 + infinito fa sempre infinito.

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Io non sono nero io non sono bianco io non sono attivo io non sono stanco io non provengo da nazione alcuna io, si, io vengo dalla luna io non sono strano io non sono pazzo io non sono vero io non sono falso io non ti porto jella né fortuna io, si, ti porto sulla luna