La scorsa settimana ho contato le trasferte fatte da settembre 2006 a dicembre 2008, per avere una certificazione che mi serve sul lavoro. In 26 mesi, comprendendo le ferie e non contando i trasferimenti da un luogo all'altro, ho fatto 260 trasferte, 10 al mese. Molte cose sono successe in quei 2 anni e spiccioli,oltre ovviamente ai viaggi di lavoro. Ho cambiato praticamente tutta la mia vita, ho imparato un nuovo mestiere, ho convissuto e ho poi imparato a vivere da sola. Mi sono fatta nuovi amici e altri ne ho recuperati. Ho tenuto le fila, sapevo sarebbe stata dura ma volevo che il mio medioevo durasse il meno possibile (ah, se la psicostoria fosse applicabile...). A gennaio ho cambiato azienda. Ho reimparato il mio lavoro, in pratica. Ho gli stessi amici, nuovi interessi, nuove cose da fare. Ma viaggio meno e torno sempre a casa la sera. Mi dicevo che era sacrosanto godersi la quiete dopo la tempesta. Eh no, eh no eh no, non funziona così. La quiete mi inquieta, per dirlo con un gioco di parole. Ho un bel lavoro, mille interessi, persino la stessa taglia dall'università ad adesso, amici, qualche ottimo amico che nel tempo è diventato come se fosse mio fratello/sorella. I miei genitori stanno bene e non sono nemmeno troppo invasivi. Non ho problemi di salute, sto bene persino con me stessa.
Sono stanca morta. Ho finito l'adrenalina. Appena mi sono rilassata, è successo quello che temevo. Milady, io non ho più voglia. Io mi odio quando sono così, è un lato del mio carattere che non amo. Ma io lo so che poi mi basta una giornata di sole o una bella canzone o un abbraccio di un amico e la luce torna e non mi ricordo più come si era spenta. Quando torna, lo so di essere un caterpillar, mai doma, mai stanca. Come dice un mio amico, sono una combattente nata, testarda, sempre in piedi, testa alta, un bel sorriso e un paio di tacchi, che non guastano mai e si corre meglio. E' difficile starmi dietro. A volte non ce la faccio nemmeno io! (anche nei post riflessivi, a prendermi sul serio non ce la faccio ;-))
eh no, eh no, eh no, eh no
io ne avrei terre da sognare ne avrei di voci da seguire io non è vero che aspetto
eh no, eh no, eh no, eh no
io ne avrei lettere da spedire ne avrei parole da imparare per non cantarle da sola
eh no, io no, io no, io no
io ne avrei dette di parole io non l' ho amato il mio dolore io non è vero che aspetto
eh no, eh no, eh no, eh no ne ho gridate di parole e non l' ho amato il mio dolore
e adesso canto sola
come se fosse facile convincersi a non ridere troppo di sè
1 commenti:
mamma mia... quanti post da leggermi ho accumolato....
che bello per me... vederti scrivere...
era innata in te questa espressione...
ora scappo a ninna che è tardi ^^
ma tornerò presto ...
un abbraccio fra!!
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