Eccoci qua
siamo venuti per poco
perché per poco si va
e il sipario è calato già
su questa vita che tanto pulita non è
e ricorda il colore di certe lenzuola di certi hotel
che il nostro nome ce l'hanno già
e ormai nemmeno ti chiedono più
il documento d'identità
e allora eccoci, siamo qua
siamo venuti per niente
perché per niente si va
e c'inchiniamo ripetutamente
e ringraziamo infinitamente…
Sì, se non avessi studiato biologia avrei scelto il conservatorio e avrei fatto la vita non dell'attore ma dell'orchestrale. Ma il modo di andare in tournée l'ho trovato lo stesso: nemmeno a me in certi alberghi chiedono più la carta d'identità e il tassista in certe città mi tiene la valigia nel bagagliaio e recupera gli oggetti che dissemino in giro e certe hostess e certi autisti mi tengono compagnia e suggeriscono ristoranti e posti da visitare. E vado per qualsiasi scusa, solo perchè prendere un bagaglio è diventato un gesto naturale e ringrazio infinitamente chi mi dedica del tempo anche se è solo per lavoro. E quando il sipario cala e la riunione è finita e la relazione è pronta, recupero la valigia che ho lasciato un momento di là e riparto, solo per vedere lo strano effetto che fa il mio viso riflesso nei finestrini e negli occhiali degli altri passeggeri e la mia voce che chiede un altro biglietto, un'altra camera. E per niente vado, se non per tornare, perchè stare qui non ha senso se non posso partire. E amo il buio che si fa e il silenzio che c'è quando tutto si spegne al decollo e quando aspetto l'ultimo treno e quei pochi passi nell'atrio dell'uscita dalla stazione o dall'aeroporto sono il mio camerino in cui mi raccolgo e mi concentro. Poi la luce della città mi accoglie, il sorriso si illumina, il passo si affretta e allora eccomi, sono qua!
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