tremendissima sindrome, che ti fa vivere nella costante paura che prima o poi scopriranno che non sei così brava, o così bella, o così intelligente o così-qualunque-altra-cosa, che verrà il giorno in cui le persone si renderanno conto delle tue reali capacità, del tuo reale fondoschiena e della tua reale simpatia. quindi ti giudicheranno male non solo perchè non sei abbastanza, ma perchè li hai ingannati e hai permesso che loro ti credessero, abusando della loro buona fede. qualcosa tipo la cacciata dall'eden.
Argh.
not necessarily an ordinary life
mercoledì 24 agosto 2016
lunedì 22 agosto 2016
di vette (e di code)
sono una donna di mare e di pianura, perchè sono nata in un posto dove le vette si vedono solo se il cielo è limpidissimo e non succede quasi mai, perchè a me il mare consola lo spirito e perchè considero ogni spigolo un ostacolo. mi piace non avere limiti nell'immaginare come popolare l'orizzonte e troppe cime lo saturano ai miei occhi.
non avevo mai considerato le vette non come ostacoli alla vista ma come stimoli per andare al di là, per vedere cosa c'è dietro, cosa si vede dall'alto. forse bastava chiedere a chi sulle vette ci cammina davvero.
io che abito da una vita nelle code, non mi sento mai davvero a casa da nessuna parte se non sul mio pezzo di tappeto e nemmeno sempre e ho considerato subito casa ogni singola stanza d'albergo in cui sono stata, tranne una a firenze, sono sempre in cammino ma l'ho sempre considerato in piano. magari da lassù la vista è migliore, magari da lassù si riesce a considerare non solo la strada da fare ma anche quella già fatta e riposarsi e dire che sì, una volta tanto, va bene così com'è.
non avevo mai considerato le vette non come ostacoli alla vista ma come stimoli per andare al di là, per vedere cosa c'è dietro, cosa si vede dall'alto. forse bastava chiedere a chi sulle vette ci cammina davvero.
io che abito da una vita nelle code, non mi sento mai davvero a casa da nessuna parte se non sul mio pezzo di tappeto e nemmeno sempre e ho considerato subito casa ogni singola stanza d'albergo in cui sono stata, tranne una a firenze, sono sempre in cammino ma l'ho sempre considerato in piano. magari da lassù la vista è migliore, magari da lassù si riesce a considerare non solo la strada da fare ma anche quella già fatta e riposarsi e dire che sì, una volta tanto, va bene così com'è.
mercoledì 10 agosto 2016
look me in the eyes
When you feel my heat
Look into my eyes
It's where my demons hide
If you knew
What I'm left imagining
In my mind
In my mind
Would you go
Would you go
Look into my eyes
It's where my demons hide
If you knew
What I'm left imagining
In my mind
In my mind
Would you go
Would you go
guardami, mi dici, come se ti piacessero davvero i miei occhi, come se volessi leggerci dentro, come se fossi sicuro di non sottrarti a quello che suggerisce il mio sguardo.
guardami, mi dici, perchè io d'istinto chiudo gli occhi e così mi illudo di trattenere i miei demoni. guardami, mi dici, e così mi spogli del tutto.
guardami, mi dici, e mi rendo conto che in realtà non c'è nulla che tu non possa vedere.
guardami, mi dici, perchè io d'istinto chiudo gli occhi e così mi illudo di trattenere i miei demoni. guardami, mi dici, e così mi spogli del tutto.
guardami, mi dici, e mi rendo conto che in realtà non c'è nulla che tu non possa vedere.
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- Io non sono nero io non sono bianco io non sono attivo io non sono stanco io non provengo da nazione alcuna io, si, io vengo dalla luna io non sono strano io non sono pazzo io non sono vero io non sono falso io non ti porto jella né fortuna io, si, ti porto sulla luna