not necessarily an ordinary life

lunedì 12 gennaio 2009

da Blade Runner a De Gregori e ritorno in una manciata di frasi...

Ieri sera ho visto uno dei miei film preferiti, Blade runner. Tutti hanno presente il famoso monologo del replicante sul tetto (ho visto cose che voi umani etc etc), ma pochi citano la frase immediatamente prima, che invece è una gemma:
"Vivere nel terrore...in questo consiste essere uno schiavo"
Devo tenerla ben presente, quando mi dicono che devo avere paura, che non si è più sicuri nemmeno in casa propria, che non si sa mai cosa può succedere, che bisogna difendersi da (in ordine sparso) i comunisti, i terroristi, gli immigrati, i clandestini, gli islamici, la crisi, l'effetto serra, gli ubriachi al volante, gli scippatori, il fisco predone, le sentenze dei magistrati, insomma da tutto e da tutti. No! Se continuo ad avere paura di qualcosa, non sarò mai un uomo libero. Ed è proprio questa la cosa che fa più paura a qualcuno: tante teste che pensano ed agiscono liberamente.
Per libera associazione di idee, mi viene in mente:
E poi ti dicono "Tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera". Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera.
Perchè quando ti convincono che dagli altri bisogna solo difendersi, che da fuori dal portone di casa tua non giungerà niente di bello nè di utile, che sono tutti ladri, che non vale la pena uscire, guardare, curiosare, imparare, beh, allora hanno costruito una società di replicanti e di cloni. Senza fare la fatica di passare per l'ingegneria genetica o per la Tyrrell Corporation (quella che costruiva quel magnifico esemplare di Rutger Hauer, per intenderci).

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Io non sono nero io non sono bianco io non sono attivo io non sono stanco io non provengo da nazione alcuna io, si, io vengo dalla luna io non sono strano io non sono pazzo io non sono vero io non sono falso io non ti porto jella né fortuna io, si, ti porto sulla luna