Quest'uomo ha saputo raccontare benissimo quello che ho pensato io. E toglierei i crocefissi così come ogni altro simbolo, per il motivo semplice che se una parete è bianca una persona ci può vedere quello che vuole ed è costretta a fare uno sforzo per immaginare come e se la vuole riempire. Se se la trova già occupata da qualcosa, sarà più difficile pensare che potrebbe essere diversa.
Io non mi ricordo proprio se quando andavo a scuola il crocifisso c'era oppure no. Alle elementari ho una vaghissima immagine di una croce rotta nel cassetto della cattedra. E mi ricordo anche un prete intelligente che non ci riempiva la testa di chiacchiere e nemmeno di "volemose bene" a suon di chitarre ma ci leggeva il nuovo testamento, apocalisse compresa, senza star lì troppo a spiegare. Credeva nel potere della parola, così come è scritto: in principio era il Verbo. Il vangelo è stato uno dei primi libri che ho letto, grazie a quel prete, a cui non importava niente del crocefisso sulla parete perchè quello che aveva da dire, o meglio da leggere, era tremendamente più importante, era niente di meno che la Parola di quel Dio a cui si era consacrato. Non era un fanatico e non ha mai tentato di convincere nessuno, tantomeno dei bambini. Si limitava a leggere a voce alta oppure a correggere quando leggevamo noi.
Io sono giunta a conclusioni diverse da quel prete. La sua lezione però non l'ho più scordata: leggere, guardare, ascoltare, prima di parlare o spiegare o riempire pareti bianche.
Per la cronaca, la parete più lunga in casa mia è chiara e sopra c'è solo la luce riflessa dal soffitto di due lampade a stelo. Mi piace guardarla e immaginarci sopra quello che voglio, o anche nulla.
1 commenti:
bellissimo !
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