Esterno, notte. Come sei arrivata fin lì? E' tardi e il vento è fresco. Il vestito è leggero e lascia la schiena scoperta: torna dentro! Nel locale suonano buona musica e tante persone stanno ballando: torna dentro! Ma io il rock non lo so ballare davvero e poi non sono Marilyn anche se porto questo vestito bianco a ruota. Torna dentro: dite bene voi. Dentro mi manca il respiro e non è perchè fa troppo caldo. Dentro mi si chiude lo stomaco e non è per quello che ho mangiato. Dentro c'è un sacco di gente simpatica e vorrei tanto che vedessero la persona solare che sono, non quell'ombra che mi avvolge adesso. Uno, due, respira! Uno, due, respira! La senti la musica? E'ora di scacciare il buio dentro, di calpestarlo e di riaprire la porta. Torna dentro!
Interno, sera. E' una dolce notte di maggio inoltrato, con i gelsomini fioriti sul balcone e un caldo quasi estivo. Tu ti sei preparata accuratamente, hai fatto un lungo bagno per distenderti, hai infilato i vestiti lentamente, un po' perchè l'afa non consente movimenti veloci e un po' perchè così assapori ogni singolo momento. La stanza è vuota ma piano piano iniziano ad arrivare gli amici, tanti, allegri, simpatici. Tu sei un'ospite ma la casa la conosci bene: passi il tempo conversando amabilmente. Proprio una bella serata, ma a mano mano che la notte arriva tutti sembrano più lontani. Tu hai intrapreso un viaggio e non lo hai prenotato, non ti sei comprata il biglietto e non sai dove stai andando. Sai solo che a poco a poco le parole perdono senso: tutti ti dicono qualcosa ma il tuo orecchio percepisce sequenze di suoni senza significato. Allora all'improvviso hai bisogno di bere qualsiasi cosa, purchè sia fresco, perchè quella dolce notte di maggio è sempre più afosa. I pensieri si appiccicano al cervello, non scorrono fluidi. Sei diventata trasparente, fatta di aria calda, scura, compatta. Una coperta impalpabile ma pesantissima ti avvolge e ti domandi perchè ormai non ci sia più nessuno, perchè nessuno se ne accorga. Sei un grumo di fumo nero che nessuno nota in mezzo alla notte, finchè non ti viene un'idea. Respirare, prova a respirare. Ma come si fa: la gola è stretta, l'aria è piombo e non può nè scendere nè salire attraverso i polmoni. E' mercurio grigio, liquido che toglie il fiato. Non ti arrendere, prova di nuovo. No, adesso il respiro è affannoso, frenetico. Ti devi appoggiare per poterlo sostenere, perchè ti fa perdere l'equilibrio. Con la schiena sulla parete provi a rimanere in piedi. Scivoli giù, ti abbassi piano piano e alla fine sei seduta per terra. Qualcuno si avvicina e ti abbraccia. Ti solleva, ti chiede cosa è successo, perchè sei accucciata sul pavimento del bagno. La guardi: è una persona di cui ti fidi. Ti sorride. La gola si allarga e lo stomaco non fa più male. Non è successo niente: era solo paura di non essere all'altezza di una dolce notte di maggio.
0 commenti:
Posta un commento