Pioveva ieri sera, ma è irrilevante, forse. Camminavo senza ombrello, ho imparato a farne senza per non perderlo (che è una stupenda metafora per quello che mi accade di solito, viaggio leggera perchè ho paura di perdere le cose). Cantavo Life on Mars, ma il mio neurone non è controllabile e quindi ero in mezzo a un'altra canzone.
L'uomo che non c'è ha a volte la forma di un don chisciotte stanco che tenta di arrivare a Cordova, a volte è un clown triste con gli occhi grandi, a volte il delfino del re che vuole imparare. Qualche volta ha un occhio azzurro e uno blu, ha assistito a mille battaglie, si è salvato ed è tornato per raccontarmele. Altre volte è un potente condottiero inerme di fronte al mare. Più spesso è solo un uomo che guarda, ascolta e racconta. E' un mio amico, o almeno lui così dice sempre, proprio come nella canzone. E io rido sempre, perchè mi pare proprio sempre impossibile che abbia deciso di venire a trovare proprio me.
Oh no, not me, I never lost control.
L'uomo che non c'è l'ho cercato tutte le volte che sono uscita da un pub perchè proprio non sopportavo di stare seduta, tutte le volte che mi sono persa in città sconosciute, tutte le volte che ho guardato da un finestrino di un treno senza vedere il paesaggio, tutte le volte che non sapevo cosa fare la mattina presto, tutte le volte che sono di fronte al mare, tutte le volte che guido di notte e la strada la saprei ma non ho voglia di andare a dormire.
L'uomo che non c'è ha venduto il mondo, ma forse se ancora lo avesse non saprebbe che farsene perchè anche lui viaggia leggero.
L'uomo che non c'è ha venduto il suo mondo e io spero che lo abbia fatto per più di un piatto di lenticchie, o forse se lo è giocato e ha perso in un'unica mano scommettendo sulla carta sbagliata.
L'uomo che non c'è ha venduto un mondo, uno dei tanti possibili, e io non so mai in quale sono.
Who knows, not me. We never lost control.
No, non abbiamo mai perso il controllo del tutto. Magari è questo il motivo per cui mi accompagni camminando. Perchè a me non sembra poi tanto improbabile ridere e piangere da sola di notte, a me che spesso ho fatto l'equilibrista sull'orlo ma nel pozzo non ci sono caduta mai e a chi mi chiedeva come io non ho saputo offrire altro che un racconto e una mano aperta. Le montagne non le so spostare, posso solo ascoltare e camminare, provare e riprovare, raccontare e cantare.
I laughed and shook his hand and made my way back home
3 commenti:
non e' improbabile ridere e piangere, sola. di notte. c'e' chi fa peggio. o meglio. chi lo sa?
ohh, fra (...)
who knows? Not me, I never lost control.
e chissà se è troppo tardi per perderlo, una volta tanto.
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