Ci sono polaroid appese a una parete bianca, un sacco di gente con buffi occhiali compressa in una stanza, un mio amico che scatta foto a caso su una scala e sarà capace di trovarci un senso, la stessa linea di tram che passa per tre volte di fila e pioggia sulle rotaie e sui ricci delle ragazze. Alla porta accanto si offrono vodka, campari e succo di frutta. Questa volta ho un po' sonno. Questa volta ho bevuto troppi cocktail, accompagnandoli con un panino troppo unto, il mascara nero probabilmente sbavato perchè non ho l'ombrello e un rossetto forse troppo rosso ma miracolosamente ancora sulle labbra. La strada la conosco bene, mi oriento senza bisogno di far caso al nome delle vie e come ciliegina sulla torta mi ricordo anche dove ho parcheggiato. Voglio ascoltare e cantare a squarciagola Sheryl Crow, ma so già che non mi ricordo il testo, non ho il cd e sperare nell'aiuto della radio è vano. So solo questi versi:
Well, o.k. I made this up I promised you I'd never give up
If it makes you happy
It can't be that bad
If it makes you happy
Then why the hell are you so sad
Well, o.k. I still get stoned
I'm not the kind of girl you'd take home
If it makes you happy
It can't be that bad
If it makes you happy
Then why the hell are you so sad
Il sonno mi è passato del tutto, non sono nemmeno ubriaca, ho visto bellissime fotografie, incontrato vecchi amici, però la notte ha quello stesso sapore dolce di succo di mirtilli e secco di vodka che mi ritrovo in bocca. E la vodka prevale, la dolcezza è come le note di testa di un profumo e svanisce subito, mentre l'aroma secco dell'alcool permane e invade lo stomaco. O almeno questo succede a me. Ecco perchè non amo i cocktail. Tranne quelli improvvisati e gratis.
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