Che ci fa una biologa con un soprano giapponese, un'ingegnere greca, un turco, un'albanese, un soprano avellinese, un contrabbassista, uno scenografo avellinese, un avvocato milanese e un altro biologo in un barcone sui navigli? Guarda fuori dai finestroni la pioggerellina quasi primaverile, si preoccupa per le scarpe, improvvisa un karaoke incurante del suo amico terrorizzato che la radio metta elton john e poi si sente contenta.
E' la pioggia di marzo, è quello che è
la speranza di vita che porti con te
Ci sono attimi che vorresti fermare. La carrellata sui volti delle persone che bevevano, mangiavano e ridevano contro le finestre bagnate di pioggia da sola valeva la serata. Vorresti che quel momento durasse un po' di più, perchè ti sorprendi a pensare: ecco, io qui e ora sto proprio bene. Non appena in cui lo afferri, è già andato. Non appena ti rendi conto che ti stai estraniando per godertelo, c'è qualcuno che ti agita la manina davanti e ti riporta qui e ora. Ed è proprio quello che serve, perchè quel tipo di spettacolo non va solo guardato, bisogna fare in modo di entrarci.
E poi ci sono notti in cui torni a casa e pensi che sarebbe proprio bello che fosse già primavera, o che almeno non piovesse, e che fosse possibile camminare fino ad esaurire le duracell con qualcuno di fianco, senza cercare di trovare parole sensate.
2 commenti:
fermate il mondo !
voglio scendere! solo per poter risalire però ;-)!
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