not necessarily an ordinary life

martedì 1 settembre 2009

please, open your mind...

Ho la bruttissima sensazione di vivere in un'epoca che sta trasformando gli orizzonti in confini e che sta facendo di tutto per far sì che io sia convinta di poter vivere bene solo se faccio le stesse cose, penso le stesse idee, dico le stesse frasi della maggioranza delle persone. Noto con orrore che per molta gente è normale che se il capo la pensa in un determinato modo, allora i dipendenti devono adeguarsi e non esprimersi. Cuius regio, eius religio, ma eravamo nel Cinquecento. Poi sono arrivate un po' di rivoluzioni. Liberté, égalité, fraternité, do you remember?
Altro che gabbie salariali: ci hanno ingabbiato i pensieri. Non ce ne rendiamo nemmeno conto, oppure sì ma ci fa comodo adeguarci.
Che tristezza.

5 commenti:

AngS ha detto...

parole sante!!!!

AngS.

giardigno65 ha detto...

ci organizziamo per una rivoluzione ?

mrzugo ha detto...

Già! non siamo più padroni dei nostri pensieri e sentimenti, un'idea che attanaglia anche me da un po' di tempo... occorre una bella rivoluzione ma silenziosa e col giusto tempo devastante!!! Io nel mio piccolo ho iniziato...

AngS ha detto...

hai fatto bene.... ho apprezzato.

mi fa piacere che il post ti sia piaciuto.

un saluto.

AngS.

ALegalAlien ha detto...

You say you want a revolution
Well, you know
We all want to change the world...

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Io non sono nero io non sono bianco io non sono attivo io non sono stanco io non provengo da nazione alcuna io, si, io vengo dalla luna io non sono strano io non sono pazzo io non sono vero io non sono falso io non ti porto jella né fortuna io, si, ti porto sulla luna