not necessarily an ordinary life

venerdì 9 ottobre 2009

a song from the inside

Ah sì, quando ritorni qui, nell'atmosfera, con i capelli coperti di gocce di Giove, il tuo sguardo è limpido come un mattino di giugno, hai la spensieratezza delle giornate di sole e il tuo passo è leggero come la pioggia di marzo. Mi ricordi sempre che è il momento di cambiare. Sei di ritorno dalla Luna, mi porti la primavera e le tue parole sono chiare come una sera d'estate. Allora racconta, hai attraversato il Sole senza perdere le ali come Icaro? Sei arrivato alla Via Lattea, soltanto per vedere che tutte le luci sono svanite e che il paradiso non è niente di che? (ma da' retta, il viaggio vale da solo la pena) Ehi racconta, sei caduto per colpa di una stella cadente, una senza cicatrici? (non ti fidare di chi non è caduto e non porta cicatrici) Beh, senti, non è che ti sono mancata, mentre stavi cercando te stesso, là fuori? Ecco, da quando sei tornato, mi hai ricordato che c'è sempre spazio per crescere. E poi, quella storia di quell'uomo che aveva così paura di volare da non essere mai atterrato, credo mi si addica, sai? Dai racconta, hai perso l'equilibrio per il vento? E sei riuscito a ballare su un raggio di luce? E hai mai perso la testa? Davvero, hai trovato tutto quello che volevi sapere? E mentre lo cercavi, avresti mai voluto che io fossi lì?

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Io non sono nero io non sono bianco io non sono attivo io non sono stanco io non provengo da nazione alcuna io, si, io vengo dalla luna io non sono strano io non sono pazzo io non sono vero io non sono falso io non ti porto jella né fortuna io, si, ti porto sulla luna